Dal Gruppo Toto non ci sono al momento reazioni ufficiali, anche se ieri è stata convocata una riunione per studiare una strategia di comunicazione. Meglio non essere fraintesi: l'intento, per il gestore dell'Autostrada dei Parchi, non è quello di tagliare fuori la Valle Peligna dal collegamento Pescara-Roma, quanto di modificarlo. Insomma non sarà un ramo secco quel tratto dell'A25 da Pescina a Pratola-Sulmona, bypassato da un triplice tunnel che collegherebbe Cerchio con Bussi, ma un raccordo con il nuovo tracciato. Una sorta di asse attrezzato, insomma, che, però, non è chiaro chi dovrà gestirlo. Passaggio non di secondaria importanza, visto che si tratta di due strade a doppia corsia della lunghezza di circa 50 chilometri e soprattutto gravate da gallerie, viadotti e frequenti nevicate. Una manutenzione dispendiosa che potrebbe ricadere sulla Regione, in quanto i caselli verrebbero comunque chiusi.
STAZIONE POLSTRADAE poi c'è la questione della stazione della Polstrada di Pratola: sede strategica posizionata al casello per il controllo della sicurezza proprio in autostrada, inaugurata poco più di un anno fa e costata diversi milioni di euro. Di fronte al progetto che Toto ha presentato al ministero si è alzato un coro di no, trasversale e senza bandiere: alla dura protesta del sindaco di Pratola e presidente della Provincia Antonio De Crescentiis, si è unita così anche l'opposizione: «Appoggeremo qualsiasi atto consiliare volto a contrastare il malsano ed irragionevole progetto» annunciano i consiglieri di minoranza Antony Leone e Antonio Di Nino. «Le autostrade abruzzesi sembrano non avere pace e la società che le gestisce ci riserva continue novità che hanno il sapore della beffa - aggiunge la senatrice Stefania Pezzopane - significherebbe decretare la morte per isolamento delle zone interne».
Non è solo l'economia del territorio, poi, che è in discussione: «Si tratta di un vero e proprio assalto a uno dei paesaggi simbolo del nostro Abruzzo verde oltre che al più importante bacino imbrifero d'Italia - fanno notare gli ambientalisti di Pro Natura e Conalpa (ma anche il Wwf si è schierato contro) -. Oltre al contraccolpo economico sulle varie realtà turistiche che operano intorno all'area protetta, il danno ambientale sarebbe incalcolabile. Un paesaggio estremamente pittoresco sarebbe violentato dai piloni del viadotto della variante e dai tanti cantieri al seguito».