Uno screening a 360 gradi dell’ambito specifico riguardante la mobilità aquilana che, partendo dalle operazioni portate a termine, si dipana verso quelle in fieri per proiettarsi, infine, a correttivi che dovrebbero essere apportare e i quali, nella visione generale, appaiono quasi di valenza imprescindibile.
A portarlo avanti, la sezione cittadina del sindacato Cgil nonché la sua ramificazione specifica di comparto (la Filt).L’idea di fondo delle parti sociali è quella di ricondurre elementi apparentemente slegati tra loro ad un fattore comune, ossia la volontà di interconnettere L’Aquila e gli altri territori provinciali (innegabilmente penalizzati dalla loro posizione orografica) sia alle città della costa abruzzese sia agli agglomerati urbani extraregionali.Per Cgil è da intendersi in questo senso, ad esempio, il potenziamento della tratta ferroviaria L’Aquila-Sulmona, concretizzato qualche giorno fa con l’entrata in servizio attivo dei nuovi convogli “Swing” che sono andati a sostituire le vecchie littorine.Questa la mossa da segnare sulla scacchiera delle cose fatte. Sul tavolo rimane, invece, ancora aperta la questione del trasporto su gomma: il nodo è la fusione tra Ama, la municipalizzata aquilana che gestisce il servizio bus, e il soggetto regionale TUA.
La situazione, qui, potrebbe definirsi di “mobile stasi” in considerazione degli annunci (già paventati, lo ricordiamo, fin da luglio, ma arrivati solo qualche giorno fa) circa una positiva conclusione del primo step di interrelazione tra i soggetti. Si tratta, nel dettaglio, della riorganizzazione delle tratte in sovrapposizione tra i due vettori, che dovrebbe essere ultimata in tre settimane, per poi dare il via ai passi successivi che, parole del Sindaco Massimo Cialente porteranno “con i tempi giusti” Ama ad entrare in TUA. E qui si innesta il rilievo di critica costruttiva targato Cgil. Partendo, infatti, dalla questione sovrapposizioni le parti sociali danno il loro monito affinché, in fase di ridefinizione dei servizi, non si vada solamente ad operare tagli lineari e soppressioni venati da mera volontà ragionieristica. L’idea sarebbe quella di individuare e recuperare il surplus di chilometraggio e reimpiegarlo per potenziare la rete di servizio nei punti del territorio che potrebbero rimanere scoperti.Più servizi, dunque. Ma il rischio è che un potenziamento possa rimanere fine a sé stesso: dati relativi al periodo 2008-2013, infatti, danno un quadro fosco del trasporto pubblico locale a L’Aquila, con un -27.7% di utenti. Il terremoto ci ha messo del suo, certo, ma il problema di fondo, per Cgil, è anche l’accesso al servizio e le sue tariffe. Anche qui, la proposta è chiara e tende all’incentivo nei confronti della collettività. Ad essere chiamata in causa è la politica. L’impegno? Far rientrare anche il territorio dell’Abruzzo interno nell’ambito del sistema di tariffazione denominato “UNICO” che, ad oggi, attivo solo su Chieti e Pescara, permette di disporre di un titolo di viaggio valido per diversi vettori e a prezzo di fatto calmierato. Un modo ulteriore per cercare di abbattere, a livello concreto ma anche istituzionale, la barriera dell’Abruzzo Regione a due velocità.