Ferri corti allo Zooprofilattico di Teramo: il ministero della salute, dopo la presentazione dell’onorevole Fabrizio Di Stefano (Fi) di un question time sulle nomine della nuova governance, ricorre alla procura contro la nomina di Mauro Mattioli a direttore generale. Non c’è pace per l’Izs. “La cosa grave – ripete Di Stefano - è che in un rapporto di interlocuzione tra un governo nazionale e regionale deve svolgersi attraverso l’azione della Procura della Repubblica. Questo dimostra la scarsa fiducia che il ministero ha nei confronti della gestione D’Alfonso e il credito che la Regione Abruzzo gode a Roma. E non si può neppure parlare di una scorrettezza politica in quanto governo nazionale e regionale sono entrambi di centrosinistra”. Il ministro Lorenzin si è interessata anche alla nomina a presidente del cda di Manola Di Pasquale: per la verità ha rimesso il parere all’Anac (l’Autorità Nazionale Anticorruzione) di Raffaele Cantone che in poche ore ha dichiarato legittimo l’incarico dell’avvocatessa teramana. Sulla comprovata esperienza della Di Pasquale farebbe fede il suo passato a capo del consorzio agrario: il ministero dice di non condividere ma prende atto. Ad onor del vero la Democrat incassa anche un'altra vittoria: il Tar infatti le dà ragione respingendo il ricorso presentato dal sindacato dei veterinari (Sivemp). Mentre sul neo direttore generale Mauro Mattioli il ministero della salute aveva già rilasciato l’11 gennaio parere non favorevole relativo alla comprovata esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria nazionale ed internazionale ed interna, requisiti necessari per rivestire quel ruolo, nonché aveva sottolineato alcune criticità nel procedimento di nomina: entrambi i casi sono stati portati, per il tramite del comando dei carabinieri, all’attenzione della competente procura della Repubblica: segnalato anche il conferimento dell’incarico al dg Mattioli del 22 gennaio scorso da parte del presidente D’Alfonso. “Se questa è la considerazione che il Governo ha di D’Alfonso - riprende Di Stefano - allora si giustifica perché l’uscita dal commissariamento più volte annunciata, prima dell’estate, poi in autunno ed ora con data da definire, resta ancora lontano e su questi presupposti difficilmente concretizzabile a breve, tutto a discapito dei cittadini abruzzesi”.
LA STORIA
A contrapporsi dunque in una snervante battaglia che dura oramai da anni sono il partito che cavalca il commissariamento e l’attuale governance dettata prevalentemente dal governatore D’Alfonso. Al primo fa riferimento il ministero targato Ncd, con Paolo Tancredi che nelle settimane scorse ha perorato pubblicamente l’opzione: del resto il commissario è nominato direttamente dal ministro Lorenzin. E finora questa lotta intestina ha causato una sorta di stallo a Campo Boario, con bilanci che per due anni non sono stati approvati, con continue polemiche tra i vecchi dg e cda, ricorsi al Tar di Rsu ed una certa maretta dei dipendenti su incentivi e altro.