L'AQUILA Il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, indica l'ora esatta, le 11,19, come a sottolineare il momento storico e l'attendibilità della notizia: l'ora e i minuti della telefonata con cui la ministra Federica Guidi, gli ha annunciato che il procedimento di Ombrina Mare è stato definito. Parere negativo, come era stato chiesto dallo stesso D'Alfonso e come lasciava intendere l'emendamento alla legge di stabilità votata a dicembre. «Poniamo oggi la pietra tombale -ha commentato D'Alfonso- su una vicenda per la quale mi ero battuto in prima persona coinvolgendo il governo a tutti i livelli. Ombrina di ferro non si farà né ora né mai e per questo ringrazio Palazzo Chigi che ha mantenuto puntualmente la parola data».
OTTO ANNI DI LOTTE
Esulta anche il coordinamento No Ombrina: «Questo atto chiude definitivamente la partita dopo otto anni di lotte. Il coordinamento No Ombrina aveva chiarito da subito la portata della legge di stabilità e che il Ministero non avrebbe avuto altra strada. Tutto ciò era evidente dal 23 dicembre 2015». L'ufficializzazione del diniego dovrà essere ora pubblicato sul bollettino Unmig, e mentre D'Alfonso annuncia l'arrivo della comunicazione ufficiale già per lunedì, anche la Rockhopper aspetta le carte, la notifica. Commenti ufficiali non ce ne sono: la questione ora passa nelle mani della sede di Londra della società petrolifera, ma sembra che per gli imprenditori la partita non sia ancora finita. C'è la possibilità di ricorrere al tribunale amministrativo e soprattutto cinque anni di buone ragioni per contestare un provvedimento per il quale le carte in tavola sono state cambiate tre volte e che, nei fatti, era arrivato alla fine del procedimento autorizzativo. Sarà, insomma, probabile la battaglia legale.
RIFONDAZIONE E M5S
«Il popolo abruzzese intanto ha vinto» commenta il coordinamento No Ombrina, ma Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, invita a «non farsi distrarre. D'Alfonso e il Pd stanno aprendo la strada all'ulteriore cementificazione della costa. Il Pd non ha alcun motivo di vantarsi per lo stop a Ombrina visto che loro insieme al centrodestra hanno creato il problema. Quanto stanno facendo sul Parco della Costa teatina (riscrivere le norme; ndr) è grave -denuncia Acerbo- perché già le norme del commissario De Dominicis erano all'acqua di rose. Quali operazioni immobiliariste devono proteggere D'Alfonso e i sindaci?». «Le modifiche proposte dal presidente D'Alfonso sulle misure di salvaguardia predisposte dal commissario De Dominicis sono inacettabili -gli fa eco Sara Marcozzi, del M5S- la proposta infatti prevede l'esclusione dei piani di lottizzazione dai divieti imposti nelle misure di salvaguardia e la possibilità di realizzazione di opere stradali da parte di Comuni e Anas. Mi domando se abbia ancora senso parlare di Parco nazionale e mi chiedo se il delegato all'Ambiente Mario Mazzocca abbia preso contezza delle proposte di modifica». Infine ce n'è anche per Toto e per il suo progetto di investimenti sull'autostrada dei Parchi: «Tra i 30 chilometri di tunnel di Toto e la colata di cemento sulla Costa Teatina -incalza Acerbo- alla guida degli ufo c'è sempre D'Alfonso». Anche se ieri il presidente ha annunciato che «il taglio sull'A25 per escludere la Valle Peligna non si farà».