L’Aquila-Roma in treno in un’ora e 17 minuti. Non è stato ancora presentato ufficialmente, ma già suscita un dibattito lo studio di fattibilità della Fondazione Carispaq per capire le chances di costruire una nuova ferrovia che colleghi il capoluogo alla Capitale. Le reazioni oscillano dal «magari » al «ma figurati» e hanno coinvolto sia le istituzioni sia la gente, che si è subito appassionata al tema sulle piazze reali e (soprattutto) virtuali, segno che almeno il focus della Fondazione è azzeccato. Quel treno per Roma, un altro argomento destinato a dividere la città, un po’ come quello del ponte sulla Mausonia, opera, questa, già in fase avanzata di progettazione e con fondi disponibili. «Ne parlo da due anni con il presidente della Fondazione, Marco Fanfani -svela il sindaco Massimo Cialente- Sta facendo bene il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, a orientarsi su una Macroregione Centrale, la vedo molto meglio di quella Adriatica, e in questo senso il collegamento tra città sarà fondamentale. Se si deve fare, il nuovo tragitto dovrà essere il più breve possibile». «La strada delle infrastrutture oramai è tracciata -secondo il presidente della commissione Territorio del consiglio regionale, Pierpaolo Pietrucci- Ci sono diverse ipotesi nello studio, dobbiamo scegliere e valutare i costi. La mia battaglia, che deve essere di tutta la città, è per collegamenti diretti L’Aquila-Pescara e L’Aquila-Roma, da costruire nei prossimi vent’anni con gommae ferro. Raggiungendo queste due città entrambe in circa un’ora di tempo avremmo un pendolarismo virtuoso».
LE REAZIONI Scettico il consigliere comunale dell’Aquila città aperta Giorgio De Matteis, ex assessore regionale ai Lavori pubblici: «Un progetto così importante potrebbe rientrare solo nel contesto del Masterplan, che all’Aquila dà poco, anzi, nulla: unmilione di euro alla pista ciclabile e un ponticello. La ferrovia andrebbe collocata in un discorso globale, ma dagli interventi su Chieti e Pescara, città e province, si capiscono le scelte ben diverse della Regione». Drastico il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Stefano Palumbo: «Due anni fa scrivevo che avrei rinunciato a un miliardo di fondi che ci spettano per la ricostruzione in cambio di una ferrovia L’Aquila-Roma. I conti non tornano, l’utilità dell’opera non si discute!», scrive sui social. Prudente il segretario provinciale della Filt Cgil, Domenico Fontana: «Aspetto di conoscere i dettagli del progetto, che dovrebbe prevedere un impegno di due Regioni e, quindi, fondi non del trasporto pubblico regionale, ma a livello nazionale. È solo una proposta della Fondazione, ma non so quali margini potrebbe avere perché i fondi in Abruzzo sono scarsissimi». Chiave «complottista », quella dell’ex presidente dell’Ordine degli ingegneri Paolo De Santis: «L’idea può costituire una dorsale Est-Ovest. Il governo Berlusconi dopo il sisma aveva previsto un raccordo L’Aquila-Tagliacozzo, purtroppo la proposta è rimasta sulla carta. Mi auguro solo che non sia uno spot per controbilanciare il nuovo tracciato autostradale a favore della costa». PADOVANI Sul ponte sulla Mausonia prende invece posizione il consigliere comunale socialista Gianni Padovani: «Il nuovo viadotto avrebbe dovuto essere discusso e condiviso prima della pubblica presentazione, prima dell’annuncio di una colossale opera infrastrutturale dall’imminente inizio lavori. Per di più omettendo la paternità e la partecipazione dei due brillanti ingegneri Manna e Masciocchi che nel 2013 partorirono il progetto».