«Si era capito che con Ryanair sarebbe andata a finire così, l’arrivo di Alitalia con tre collegamenti era stato un segnale chiaro, non crede? ». Piloti, hostess e steward di Ryanair hanno avuto ieri in aeroporto la comunicazione ufficiale: da fine ottobre si smobilita. Le loro facce dicono tutto. E tutti se la prendono con la politica. Michael O’Leary, patron di Ryanair, ha lasciato aperto uno spiraglio: «Se ci saranno segnali potremo rivedere la scelta» ha detto, ma ieri la chiusura della base è stata data per certa. «Nessuno di noi sarà licenziato, ci trasferiranno ad un’altra base, per fortuna il network è esteso e la compagnia è solida - dice una hostess -. Mi dispiace per l’Abruzzo che tornerà a vivere un isolamento d’altri tempi. Senza Ryanair Pescara perderà il suo appeal, chi verrà ad investire qui? La politica ha gravi responsabilità, Pescara è solo una delle tante facce di un’Italia che non ce la fa più e che divora sempre più risorse» dice. Non un bell’incoraggiamento per la Saga che ora cerca altre compagnie, sapendo che sostituire Ryanair non sarà facile, sempre che lo strappo non venga ricucito ai tavoli della politica. «Abbiamo pubblicato la policy commerciale per rendere noti gli obiettivi e le modalità delle incentivazioni o di contributi marketing a compagnie che si proporranno con programmi di sviluppo aeroportuale» dice una nota riferibile al presidente della Saga, Nicola Mattoscio. Ma va fatto nel rispetto delle leggi, osserva Camillo D’Alessandro, voce della Regione. «La nostra idea è innanzitutto quella di collegare l’Abruzzo ai principali aeroporti hub da cui poi si può raggiungere qualsiasi destinazione, conservando allo stesso tempo la possibilità di voli diretti», dunque si punta su Alitalia. Ulteriori contratti da sottoscrivere seguono un percorso legato a tre vincoli, aggiunge D’Alessandro: «Quello di bilancio, perché la contribuzione della Regione deve essere sostenibile, cioè vera e non tale da creare ogni volta problemi di legittimità del trasferimento. Poi c’è il vincolo europeo, cioè i limiti imposti dall’Europa sugli aiuti di Stato. Infine c’è la legittimità costituzionale collegata al vincolo precedente circa gli interventi normativi di contribuzione o ricapitalizzazione della Saga». Per Cristina Gerardis, direttore generale della Regione, «ci margini per rivalutare le decisioni assunte, ma una cosa deve essere chiara: la Regione Abruzzo ha un disavanzo di 538 milioni e la Saga perde all’anno circa 6milioni. Dunque è necessaria una svolta. Altrove sono già scoppiati i problemi: l’aeroporto di Ancona ha oltre 40 milioni di debiti, a Bari c’è un’inchiesta sul contratto con Ryanair». Il sindaco Marco Alessandrini è intervenuto per una difesa d’ufficio: il Comune non c’entra, nonostante si parli di addizionali comunali. «Mi preme sottolineare che tale dicitura non si riferisce a imposte dovute o versate a questa amministrazione comunale - ha spiegato -. L’auspicio è dunque quello di rivolgere l’attenzione su tale decisione agli interlocutori che possono avere parola e competenza in merito. L'addizionale sui diritti di imbarco dei passeggeri è prevista dalla legge 350 del 2003. Mi auguro - ha concluso il sindaco - che questa vicenda non danneggi lo sviluppo dell’aeroporto e dell’indotto, e il considerevole potenziale che questo rappresenta per la nostra città».