Iscriviti OnLine
 

Pescara, 23/11/2024
Visitatore n. 740.930



Data: 03/02/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Ryanair smobilita ma la Saga non lo sa: oltre al caos pure le prese in giro. Ryanair, la ritorsione è nazionale e contro Alitalia e Governo. Ma chiude solo le basi di Alghero e Pescara

ABRUZZO. Il cda della Saga ha appreso verso le 13 di oggi che Ryanair sta per smobilitare la base abruzzese e taglierà i voli. Lo ha saputo perché la compagnia irlandese ha inviato una nota formale alla società pubblica.

Sembra una barzelletta ma non lo è, scritto nero su bianco su un comunicato stampa diffuso intorno alle 14 dalla Saga che “ufficializza” e rende noto al resto del mondo la grana piombata ‘improvvisa’ sulla Regione.


Ryanair, la ritorsione è nazionale e contro Alitalia e Governo
Ma chiude solo le basi di Alghero e Pescara

ROMA. La ritorsione di Ryanair è su scala nazionale e contro il governo e gli eventuali “privilegi” che gidrebbe Alitalia che oggi è anche partecipata dagli Emirati arabi di Etihad.

Così Ryanair chiuderà da ottobre le basi di Alghero e Pescara, taglierà alcune rotte e chiuderà tutti i voli di Crotone.

Lo ha annunciato la compagnia spiegando che la decisione è presa «a seguito dell'illogica decisione del governo italiano di aumentare ancora le tasse municipali».

Con questa decisione, è stato spiegato durante una conferenza stampa, vengono chiuse 16 rotte, persi 800 mila clienti e tagliati 600 posti di lavoro.

Nello specifico, la decisione di Ryanair prevede: per Alghero la chiusura della base, il taglio di 8 rotte (60%), la perdita di 300 mila passeggeri, 225 posti di lavoro persi; per Pescara la chiusura della base, il taglio di 5 rotte (70%) la perdita di 250 mila clienti e 188 posti di lavoro persi; per Crotone la chiusura dell'aeroporto, il taglio di tutte e tre le rotte (100%), la perdita di 250 mila clienti e 188 posti di lavoro persi. Ryanair ha annunciato oggi anche il lancio della nuova programmazione per l'inverno da Roma, con 4 nuove rotte e nuovi collegamenti che permetteranno di trasportare oltre 9 milioni di clienti all'anno, sostenendo oltre 6.900 posti di lavoro tra Fiumicino e Ciampino.

«Non dovremmo essere noi a finanziare Alitalia-Etihad, dovrebbe essere qualcuno ad Abu Dhabi a finanziare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia», ha detto il chief commercial officer di Ryanair David O'Brien.

«Il Governo italiano ha aumentato di 2,50 euro la tassa municipale senza preavviso e senza giustificazione dal primo gennaio per sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia», ha spiegato O'Brien, definendo questa una «cattiva notizia per gli aeroporti regionali: il Piano di Alitalia-Etihad di distruggere gli aeroporti regionali sta funzionando». «Il nostro non è un attacco diretto ad Alitalia - ha pero' puntualizzato O'Brien - riteniamo che non ci sia ragione d'essere di questa tassa».

«Ryanair paga già 165 milioni di tassa municipale per il fondo piloti Alitalia», ha spiegato O'Brien. «Il Governo per raccogliere pochi milioni fa sì che le Regioni perdano centinaia di milioni di spesa turistica», ha aggiunto, spiegando che nelle tre Regioni coinvolte dalle chiusure la spesa turistica è di 100 milioni.

«Ryanair crede nella promozione degli aeroporti regionali, mentre per colpa di questa tassa la promozione diventa molto più difficile», ha detto ancora O'Brien.

Ma qualcosa non torna e che si tratti di vera e propria ritorsione o di una scusa che cela altre ragioni è presto detto.

Se la ragione dell’aggravio di 2,50 euro fosse vera sarebbe bastato “caricare” di questa minima cifra il costo del biglietto, con molta probabilità non se ne sarebbe accorto nessuno e nessuno avrebbe perso il posto di lavoro e non ci sarebbe stata una ripercussione sull’indotto e sull’intero settore del turismo.

Dunque questa motivazione non regge.

Allora quale potrebbe essere la vera ragione di Ryanair?

E’ indubbio che il clima è cambiato negli ultimi tempi e c’è una escalation nazionale che parte dall’Europa che impone vincoli precisi e certe scorciatoie del passato non sono più ammissibili.

E’ ipotizzabile, dunque, che la compagnia irlandese utilizzi una scusa qualsiasi per battere in ritirata prima che scoppi la vera bomba che coinvolgerà le singole regioni e di riflesso lo Stato Italiano? E’ possibile che possano scoppiare anche scandali giudiziari legati alle gestioni allegre di qualche aeroporto?

E poi infrazioni sono già state avviate negli scorsi anni dall’Europa anche in Francia…

Le inchieste giudiziarie sono diverse e creano malumori che agitano gli animi e la politica e per questo al momento non sembra opportuno tirare troppo al corda.

Ma gli irlandesi non vogliono certo rinunciare a centinaia di milioni di euro di fatturato e guadagni per cui l’ipotesi che rimane sul tappeto è quella della pressione sul governo affinchè si adoperi per innescare ulteriori pressioni a livello europeo che in qualche modo possano “legalizzare” quello che attualmente non lo è. Trovare insomma una scappatoia normativa per far affluire in maniera del tutto regolare i fondi pubblici nelle casse della compagnia.

Insomma a rischiare sono in tanti e prima che sia troppo tardi gli irlandesi si ritirano.

Per ora.

Per il futuro gli scenari potrebbero essere diversi ma non si esclude che a questo punto gli “stranieri” possano decidere di far fallire i piccoli aeroporti in tutta Italia che negli ultimi 15 anni hanno giocato a fare turismo con i soldi pubblici comprando turisti a caro prezzo.

Ed ora che i soldi non ci sono più la giostra si ferma.
Semmai vi fosse spazio per un sorriso amaro finisce qui, perché poi viene annunciato con chiarezza che i voli per Londra, Francoforte, Bergamo, Barcellona, Dusseldorf, Parigi, Charleroi saranno garantiti solo fino alla fine dell’estate 2016. Rimarranno in piedi poi solo due rotte.

«Sempre nella stessa nota pervenuta a Saga», si legge nel comunicato della società che gestisce l'aeroporto di Pescara, «Ryanair attribuisce all'incremento delle addizionali comunali le motivazioni che hanno generato la decisione di sospendere parte della propria operativita' sull'Aeroporto d'Abruzzo visti gli impatti negativi sulla redditivita' delle rotte e che quindi rende insostenibile il mantenimento di alcune destinazioni. Il vettore irlandese ha comunque indicato una disponibilita' a rivalutare le decisioni assunte in caso della prospettazione di forme compensative a tali incrementi resi disponibili entro le prossime settimane».

Dunque secondo Ryanair il problema non è il fiume di denaro pubblico non più disponibile ma drenato in tutti questi anni finito ad ingrassare le loro casse ma l’aumento della addizionale irpef.

Basterebbe soltanto questa scusa a far capire bene in quale considerazione gli irlandesi tengano il management della Saga che non hanno ritenuto di informare per tempo (come raccontano ufficialmente…)

Ma Saga minimizza e ostenta sicurezza informando che «ha già avviato la ricerca di vettori potenzialmente interessati ad operare sullo scalo abruzzese. Infatti, nel rispetto delle Linee Guida Nazionali e Comunitarie, la Saga ha pubblicato la Policy Commerciale con lo scopo di rendere noto a tutti i vettori gli obiettivi e le modalità delle incentivazioni e/o contributi di Marketing che saranno messe a disposizione delle compagnie aeree che si proporranno con programmi di sviluppo del mercato aeroportuale, ed ha in corso contatti ed incontri con diversi vettori al fine di sollecitare un loro interessamento a sviluppare servizi aerei. Inoltre - conclude il comunicato - la Saga ha avviato un percorso di confronto con le organizzazioni del segmento ricettivo per definire le strategie e strumenti da sviluppare al fine di incrementare ulteriormente le opportunita' di sviluppo della destinazione Abruzzo».

Per la Saga dunque non è affatto una notizia catastrofica, nessun accenno agli eccessi del passato o ai problemi che si sono incancreniti. “Tutto tranquillo” sembra dire il comunicato della Saga “rimpiazzeremo gli irlandesi e le cose potrebbero andare anche meglio”.

Auguri e soprattutto tanta fortuna e speriamo che davvero le cose andranno così. Non c’è da fidarsi molto viste le previsioni andate a vuoto nel passato, ma anche sminuire così la portata di una decisione del genere non invoglia a ritenere affidabili i vertici di Saga.

Ma a che gioco si sta giocando?

Annunciare pubblicamente di aver saputo da un comunicato stampa che Ryanair va via è una offesa alla intelligenza degli abruzzesi ma anche a quella del cda attuale, da Mattoscio in giù, perché nessuno riuscirebbe a credere per un solo secondo che davvero nessuno sapesse delle intenzioni reali della compagnia o abbia fatto un minimo sforzo per convincerli a restare.

La prova la dà persino Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale, delegato ai trasporti, che con un anticipo di tre ore sulla Saga, con qualche sforzo, confermava la notizia anticipata da PrimaDaNoi.it e raccontava delle belle intenzioni per rafforzare il turismo e lo stesso aeroporto.

«Nel merito della attività di riprogrammazione e dunque del futuro dell’aeroporto, la nostra idea chiara è quella innanzitutto di collegare l’Abruzzo ai principali aeroporti hub da cui poi si può raggiungere qualsiasi destinazione, conservando allo stesso tempo la possibilità di voli diretti. In questo senso si sta lavorando per quanto riguarda i possibili contratti da sottoscrivere», ha detto D’Alessandro che tradotto significa: «abbiamo Alitalia che ci collega con Roma e da lì si può raggiungere il mondo.

L’obittivo dunque è quello di favorire nuovi collegamenti anche con altri aeroporti importanti ma la cosa ovviamente appare diversa rispetto ad avere voli diretti e questa soluzione non appare equipollente rispetto al traffico generato da Ryanair.

«Siamo al lavoro a 360 gradi, a partire dal cda della Saga», annuncia D’Alessandro lasciando intendere che qualcuno prenderà sonore scudisciate, «per passare al governo regionale, sapendo che l’aeroporto rappresenta la priorità per la Regione, il diritto degli abruzzesi agli spostamenti veloci e l’attrattore fondamentale sul quale costruire l’offerta turistica».

Come faceva D’Alessandro a sapere cose che la Saga dice di non sapere?

Se il cda della Saga proprio non sapeva non basterebbe soltanto questo per chiedere le dimissioni e far pagare il prezzo di questa ed altre distrazioni?

E ancora. Se Saga non sapeva il direttore Luca Ciarlini di che parlava con Ryanair nei tre, forse quattro, incontri degli ultimi due mesi?

Sconcerto a 360 gradi per come tali vicende capitali vengono gestite da questa classe politica se si pensa che qualche dichiarazione è stata estorta dai fatti inoppugnabili e dalle notizie pubblicate da questo quotidiano altrimenti tutto sarebbe rimasto segreto.

Quando la Saga e la Regione avrebbero voluto informarci della dipartita degli irlandesi?

MARCOZZI(M5S): «DA CHIODI A D’ALFONSO, UNA GESTIONE FALLIMENTARE»

«Sarebbe bastato leggere i documenti per comprendere la gravità della gestione fallimentare decennale di Saga che, con ogni probabilità, avrà gravissime ripercussioni sull’economia della nostra Regione» è quanto torna a denunciare Sara Marcozzi (M5S)

«E’ da oltre 1 anno», dice, «da quando il M5S ha avuto accesso ai documenti, che denunciamo tutte le criticità di SAGA fra esposizione debitoria, contratti eccessivamente onerosi, mancanza di trasparenza e spese fuori controllo. Se solo il Governo regionale avesse impiegato meglio il suo tempo, approfondendo le problematiche per cercare soluzioni, invece di limitarsi ad apostrofarci come “allarmisti e denuncisti”, forse non ci ritroveremmo a dover affrontare una situazione che sembra, ormai, irreparabile».

«La situazione attuale», aggiunge Marcozzi, «vede una società di gestione che negli anni ha puntato, per la maggior parte dei propri collegamenti, su un unico vettore, RyanAir, creando, di fatto, una dipendenza dai risvolti rischiosi. Si trattava di applicare i principi basilari dell’attività manageriale: non affidarsi ad un solo partner. Un management attento avrebbe dovuto differenziare l’offerta dei voli affidandosi a più vettori, riducendo al minimo il rischio di paralisi dello scalo nell’eventualità di abbandono dello scalo da parte di una compagnia».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it