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Pescara, 23/11/2024
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Data: 05/02/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Salvare Ryanair» politici mobilitati e petizione sul web. Interrogazioni parlamentari e richieste di tavoli a Roma. L’imprenditoria preme ma è anche sollecitata a investire.

La mobilitazione è corale e nessuno si chiama fuori, ognuno dovrà fare la propria parte come non l’ha saputa fare quando serviva. Imprenditoria e politica si ritrovano a rincorrere insieme i buoi scappati dalla stalla, leggi gli aerei di Ryanair. La compagnia irlandese low cost ha annunciato per fine ottobre la chiusura della base di Pescara e la soppressione di cinque rotte su sette all’Aeroporto d’Abruzzo: colpa dell’aumento di 2 euro e mezzo delle addizionali comunali disposto dal governo Renzi per pagare la cassa integrazione di Alitalia-Etihad, dicono i vertici di Dublino. O colpa dei finanziamenti di sostegno limitati adesso a soli due milioni e mezzo da parte della Regione, nel rispetto delle direttive europee, per evitare la contestazione per aiuti di Stato. La sostanza non cambia: Ryanair ha preso il volo da Pescara, come pure da Crotone e Alghero, basi forse meno redditizie di altre o con il contratto in scadenza ed è per tutti una mazzata. Il cda Saga e il presidente Nicola Mattoscio tengono il punto, più di così non si può fare in tema di finanziamenti perché lo dice la legge e lo dice l’Europa. E vanno a caccia di partnership alternative.
RACCOLTA DI FIRME ON LINE
La mobilitazione è anche popolare: una petizione online dal titolo “Ryanair non abbandonare l'aeroporto di Pescara” è stata lanciata sul portale Change.org e ha già ottenuto migliaia di firme.
La politica mette in scena il rito delle interrogazioni parlamentari al ministro Delrio: le hanno annunciate Gianni Melilla (Sel) e Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) e il senatore Antonio Razzi (Forza Italia) secondo cui incrementare le tasse e «disincentivare gli investitori esteri è una politica antiliberale, inutile e dannosa»; l’onorevole Antonio Castricone (Pd) ha chiesto un’audizione in Commissione trasporti alla Camera. A Pescara il segretario Pd Moreno Di Pietrantonio chiede «di smetterla con i piagnistei» invita a fare squadra e sollecita l’imprenditoria a racimolare il milione e mezzo che convincerebbe Ryanair a restare. Investimento ridicolo se è vero che la fuga degli irlandesi costerebbe all’Abruzzo una perdita di 200 milioni, stando alle associazioni delle categorie produttive.
Fatto salvo il rispetto delle regole, l’appello è dunque corale: «La politica faccia uno sforzo, da qui a ottobre, per confermare Ryanair ovvero individuare un partner in grado di svolgere quel ruolo allo stesso modo, cioè con affidabilità e precisione - dice Daniele Becci, presidente della Camera di commercio di Pescara -. Aggiungo che l’esperienza nel cda della Saga mi ha insegnato che un’altra Ryanair in giro non c’è».
Dunque per Becci occorre sedersi al tavolo con Michael O’Leary, capo della compagnia aerea di Dublino, e con lui scendere a patti. Ed è esattamente ciò che Ryanair vuole, motivo per cui ha annunciato l’addio. «Una cosa è certa: è impensabile che l’Abruzzo non abbia un aeroporto da almeno mezzo milione di passeggeri - conclude Becci -, i collegamenti con l’Europa ci servono come il pane perché consentono di portare qui da noi cittadini di Paesi che vantano il Pil più alto in Europa. Una torta cui non possiamo rinunciare, ne va della nostra sopravvivenza».

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