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Pescara, 23/11/2024
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06/02/2016
Il Centro
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Ryanair mantiene il punto: «Decisione presa, addio». La compagnia conferma la chiusura della base dall’autunno conservando due rotte. L’unico spiraglio è legato allo sconto-tasse, ma il vero problema è sui contributi. Petizioni online al ministro e dissenso su Fb |
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PESCARA «Il motivo scatenante della chiusura della base di Pescara, mantenendo solo due rotte a partire dal prossimo autunno, è l'aumento delle tasse aeroportuali deciso dal governo combinato con la scelta delle Regioni di tagliare i contributi alle compagnie low cost. E per ora non c’è trattativa che tenga: la decisione è presa». Lo dice John Alborante, direttore commerciale per l'Italia di Ryanair in un’intervista per Il Centro. L’unico spiraglio che la compagnia aerea low cost lascia aperto è nel caso in cui il governo elimini il balzello dei 2,50 euro decisio a dicembre. Ma le tasse in genere vengono fatte ricadere sui costi dei biglietti. Stando così le cose quella delle tasse appare una scusa. Può spiegarci meglio questo meccanismo? «Per compagnie aeree tradizionali dove i biglietti costano regolarmente centinaia di euro e dove magari aplicano la voce separata "tasse e surcharge", far ricadere sul consumatore qualsiasi aumento di tasse risulta candidamente normale. Per una compagnia dalle tariffe basse che applica prezzi a partire da 4.99 euro, 9.99. euro, 14.99 euro e non addebita ai clienti le tasse aeroportuali, un incremento di una tassa irragionevole di 2.50 euro equivale ad un aumento nel caso peggiore del 50%. Inaccettabile. Inoltre la tassa viene applicata con valore retroattivo su biglietti già acquistati e quindi per qualunque compagnia non c'è possibilità di rifarsi sui passeggeri.» Quindi se la richiesta delle Regioni al governo di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali dovesse essere accolta, Ryanair manterrebbe la base Pescara? «Se il Governo rivedesse la sua decisione siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione. Siamo sempre interessati a crescere ed un incremento di tasse non può far altro che danneggiare tale crescita, il turismo e l'economia del territorio.» Perché Ryanair chiudere e taglia a Pescara e non ad esempio ad Ancona o Bari? Quali le differenze? «Purtroppo questo aumento di tasse è andato a penalizzare aeroporti regionali minori non aeroporti di più ampia portata. Altri tagli potranno comunque rendersi necessari in futuro se la situazione non cambia per altri aeroporti». Le società aeroportuali sono tenute a indire le gare per le nuove rotte attraverso procedure di evidenza pubblica e manifestazione di interesse. La Saga (società aeroportuale di Pescara) lo ha già fatto, perché Ryanair non ha risposto? «Abbiamo partecipato a vari bandi di gara regionali che ci hanno visto assegnare la possibilità di operare nuove rotte. Abbiamo partecipato ad altri che data la loro inaccettabilità non hanno avuto alcun vincitore». Ryanair ha in questi anni potuto contare su un contratto con Saga attraverso il quale ha avuto incentivi. Adesso gli incentivi sono dimezzati. Che cosa dovrebbe fare la Regione Abruzzo per convincere Ryanair a restare a Pescara? In concreto qual è l'investimento di cui parliamo? «Tutti gli accordi commerciali Ryanair rispettano le regolamentazioni EU e Ryanair non riceve aiuti di Stato di alcun genere». Che cosa pensa della nuova policy industriale avviata dalla società di gestione di Pescara? «Non ne sono al corrente. Se potesse mandarmi ulteriori informazioni gliene sarei grato». Che cosa perdono i lavoratori Ryanair? «Ai dipendenti Ryanair delle basi che andramo a chiudere in Italia è stata offerta la possibilità di trasferimento ad altre basi operative. Saranno i posti di lavoro che si sono creati nell'indotto che verranno penalizzati». E’ stato proposto di costituire un Fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo, come valutate questa iniziativa? «Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita» Può il bacino ed il mercato dell'aeroporto di Pescara resistere solo con due rotte Ryanair come Charleroi e Bergamo? «Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore aeroportuale». Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata? «Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come Pescara».
Petizioni online al ministro e dissenso su Fb
Si moltiplicano le iniziative per evitare che Ryanair chiuda la sede di Pescara e lasci dal prossimo 27 ottobre solo due (Bruxelles Charleroi e Bergamo) delle attuali sette rotte. Una è la petizione popolare avviata online su change.org . Un’altra è l’iniziativa avviata da Cristina Montaruli, avvocato, sulla pagina Facebook “Non abbandonate l’aeroporto di Pescara” per manifestare il proprio dissenso. «In poche ore la pagina ha iniziato ad avere molti follower, in 3 giorni abbiamo intercettato circa 6500 iscritti», racconta spiegando di aver avviato anche una petizione su change.org indirizzata al ministro Delrio creata in virtù dei follower della pagina e per “sfruttare” l’effetto traino delle condivisioni sul social network. Anche Il presidente dell’associazione consumatori Contribuenti Italiani, Donato Fioriti, invita a partecipare alla petizione online su change.org. Intanto sul fronte politico, alle numerose interrogazioni si aggiunge quella dei senatori Idv Alessandra Bencini e Maurizio Romani al ministro per sollecitare interventi in grado di evitare l'azzeramento dei collegamenti aerei Ryanair.
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