Chiusa l’inchiesta sulla realizzazione della City, la mega struttura che dovrebbe ospitare lungo la Tiburtina gli uffici della Regione Abruzzo, i magistrati Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno spedito l’avviso di conclusione delle indagini, propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio, a quindici personaggi. Undici di loro, con in testa l’ex sindaco Luigi Arbore Mascia e l’ex assessore comunale allo sviluppo e tutela del territorio Marcello Antonelli, attuale capogruppo di Forza Italia, devono rispondere di concorso in abuso d’ufficio mentre in quattro vengono accusati di abuso edilizio e sono il legale rappresentante della società Iniziative Immobiliari Abruzzesi, Marco Sciarra, (società che raggruppa alcuni fra i più noti costruttori locali), i due direttori dei lavori, Mario D'Urbano e Carlo Galimberti, e il costruttore Giovanni Pagliarone, amministratore unico della Imar Costruzioni che sta realizzando l’opera. Sul fronte regionale, invece, a spiccare è il nome del dirigente Pierluigi Caputi, in procinto di firmare il contratto come direttore generale del Comune: il caso La City potrebbe rappresentare un ostacolo imprevisto.
IL CAMBIO DI DESTINAZIONE Perno dell’inchiesta la variazione di destinazione d’uso deliberata dalla giunta guidata da Mascia, che avrebbe permesso ai proprietari del terreno di avviare un’opera in contrasto con le norme urbanistiche e soprattutto in una zona ad alto rischio aeroportuale. Insieme ai due politici, rispondono di abuso d’ufficio anche dirigenti, funzionari e tecnici comunali come l’architetto Emilia Fino, il tecnico istruttore Enrico Iacomini, il dirigente dell’urbanistica Gaetano Silverii, il responsabile del servizio Lanfranco Chiavaroli e il dirigente Gaetano Pepe che, ognuno per quanto nelle proprie competenze, rilasciarono alla Iniziative Immobiliari Abruzzesi spa il permesso a costruire nonostante tutta una serie di norme contrarie e in particolare quella del regolamento Enac che «interdiceva l’edificazione lungo le direttrici di atterraggio e decollo degli aeroporti».
Mascia e Antonelli, sulla base della relazione tecnica della Fino, e «con adozione di procedura semplificata», avrebbero fatto avallare una delibera avente ad oggetto la «variante al piano attuativo d’iniziativa privata comprensorio 9.16, sottozona F8 del Prg, parcheggi di scambio». «Con tale atto - scrivono i magistrati - si addiveniva al sostanziale ampliamento della destinazione d’uso della sottozona attestando, contrariamente al vero, che tale variazione non determinasse l’aumento del carico urbanistico e delegavano al privato costruttore la mera attestazione del mancato incremento del carico antropico». Così facendo avrebbero «occultato - prosegue il capo di imputazione - il dato che il fine ultimo della variante deliberata fosse volta a consentire la realizzazione di una struttura che anche per l’incremento differenziale del carico antropico, potesse integrare un obiettivo sensibile ai sensi del piano di rischio aeroportuale».
E sempre per abuso d’ufficio rischiano il processo anche i componenti della commissione tecnica regionale (composta dal dirigente Antonio Sorgi, dagli ingegneri Pierluigi Caputi e Mario Pastore e dall’avvocato Carla Mannetti) colpevole di aver sospeso l’iter procedimentale selettivo «al solo fine di consentire alla società Iniziative Immobiliari di avanzare istanza di variazione della destinazione urbanistica». L’ingiusto profitto, secondo la procura, consisterebbe nella locazione annuale di un milione e 700 mila euro concordata con la Regione e il possibile acquisto dell’immobile per oltre 42 milioni di euro,.