È stata sgominata all'aeroporto di Fiumicino la banda dei furbetti del taxi. Dopo l'accoltellamento del gennaio scorso agli arrivi internazionali del terminal 3 in cui un autista è rimasto ferito al volto, la polizia di frontiera dello scalo ha dichiarato guerra alla giungla senza regole del mondo dei taxi che ruota intorno all'hub intercontinentale. Un blitz ha smascherato una vera organizzazione specializzata nella truffa ai clienti. L'obiettivo era quello di ottenere la priorità delle chiamate rispetto agli altri colleghi.
LE DENUNCE Nove di loro sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e ora rischiano di vedersi ritirata anche la licenza. L'escamotage illegale era però semplice da mettere in pratica. Al Leonardo da Vinci, infatti, è attivo un sistema che prevede che il tassista ottenga, al suo ingresso nell'area taxi, un numero progressivo con il quale verrà chiamato per prelevare i passeggeri in attesa nella zona dei terminal. Una procedura che viene gestita dal "trasponder", un apparecchio elettronico che assomiglia a un telepass e che deve essere posizionato in modo inamovibile sulle autovetture. Quando la corsa è di breve durata o questa viene annullata, i tassisti possono accedere di nuovo alla fila, senza perdere la priorità acquisita, a condizione che tutto avvenga entro i 20 minuti successivi.
IL TRUCCO I furbetti allora hanno pensato di scambiarsi tra loro il transponder, riuscendo a effettuare anche 10 accessi consecutivi nei 20 minuti disponibili, ottenendo più corse a discapito dei loro colleghi onesti. Le indagini sono partite dalla denuncia di una passeggera che si era vista gettare i bagagli dal taxi solo perché aveva preteso il rispetto delle regole. Gli agenti, diretti dal dirigente della V zona Tiziano Vetro, hanno anche scoperto, in una delle auto, un congegno elettronico che consentiva di truccare il tassametro e di alterare il costo delle corse. Ammontano a quasi 200mila euro le multe comminate, con il sequestro di 14 transponder e di una vettura. «Adesso anche gli operatori truffati- fanno sapere fonti di polizia- iniziassero a denunciare i sospetti».