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Data: 09/02/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«L’aeroporto soffre perché taglia fuori il nostro entroterra»

Il caso Ryanair collegato alla salvaguardia dell’aeroporto d’Abruzzo, sta monopolizzando l’attività politica. Un anno fa veniva in Abruzzo il number one della compagnia, Mr O'Leary che, auspicando una gestione finanziaria ottimale del nostro aeroporto, poneva la soglia di un milione di passeggeri per il mantenimento del medesimo scalo in modo che, al tempo stesso, tali numeri potessero costituire una vera opportunità di crescita per l'intero l'Abruzzo, permettendosi di suggerire all’Abruzzo di proporre al turista il suo bello, accattivante e multiforme territorio e la sua molteplice offerta che include l'enogastronomia, l'arte, la cultura, lo svago, etc. Il presidente della Saga, Mattoscio, giorni fa dichiarava che “Il contributo al Pil regionale che deriva dall'aeroporto, secondo studi economici, ammonta ad una cifra compresa tra i 750 milioni e il miliardo di euro”. Il prof. Mattoscio purtroppo non ci ha fornito la fonte di tali studi e, cosa più importante, la localizzazione geografica, in percentuale, di tale Pil, perché ciò ci aiuterebbe a capire meglio quali sono le nicchie di mercato che attualmente si giovano dello scalo a tutt’oggi con prospettive limitate alla costa. L’impatto attrattivo di uno scalo deriva dalla sua offerta di trasporto, dalla visione dell’aerostazione come infrastruttura di trasporto inserita in una rete di comunicazione e mobilità interconnessa. Questo obbiettivo è ancora lungi dall'essere realizzato in Abruzzo, se solo pensiamo che l'ente regionale non è stato nemmeno capace di dirimere l’accesa questione, sfociata in alcuni frangenti in violenza, della guerra dei taxi. Ed allora, alle sovvenzioni a fondo perduto concesse ad un vettore privato straniero, si affianchi una vera progettualità di promozione turistica, si doti l'aeroporto di un sistema di trasporti realmente abruzzese, affiancato a quello cittadino già esistente, che riesca a raggiungere con autobus, direttamente dall'interno dell'aeroporto, anche le mete dell'Abruzzo interno e religioso. Se riusciremo a realizzare tutto questo, allora potremo essere d'accordo con le dichiarazioni della Saga, parlando di un Pil realmente abruzzese ed anche con numeri sensibilmente più alti. Marino Valentini, Chieti

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