L’AEREO PERDUTO
Domani l’incontro a Roma con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, servirà quantomeno a chiarire quali sono i margini per allentare i vincoli nazionali ed europei che impediscono ai piccoli aeroporti, come quello d’Abruzzo, di trattenere la compagnia di volo Ryanair senza rischiare la bocciatura dei contributi pubblici come aiuti di Stato. Il governatore Luciano D’Alfonso non sarà solo (e questa è già una buona notizia) perché l’incontro con il governo è stato chiesto dalla Conferenza Stato-Regioni e in ballo c’è tanto altro per l'Abruzzo in questa tappa nella capitale. A partire dalla questione delle Autorità portuali (Pescara e Ortona chiedono di finire sotto l’ombrello di Civitavecchia e non di Ancona). Ma oggi la priorità è trattenere gli irlandesi dalla giacca: nessuno dei piccoli aeroporti, da Alghero a Crotone, a Pescara, possono permettersi di fare a meno della più importante compagnia di volo low cost d’Europa, che con i contratti in scadenza ha già detto di non volerne sapere di continuare a sostenere il carico delle tasse italiane.
D’Alfonso è stato chiaro anche ieri nell’incontro alla Saga con il presidente Nicola Mattoscio: serve il sostegno dei privati per mettere insieme almeno la metà dei 5 milioni chiesti da Ryanair per non portare altrove la sua flotta. L’alternativa è la chiusura dell’aeroporto, visto che la compagnia di Dublino rappresenta il 90% del traffico passeggeri. «Faremo il possibile - ha detto ieri D'Alfonso - e prenderemo in braccio anche un pezzo dell’impossibile, per fare in modo che il vettore venga motivato e continui a investire». Nel frattempo lo stesso Mattoscio starebbe valutando il corposo pacchetto messo in campo dalla Regione per dare nuovo ossigeno alla Saga: finanziamento pluriennale di 14milioni legato al piano industriale della società e trasferimento di 10milioni in beni immobili dalla Regione (praticamente l’intera struttura aeroportuale) per garantire una ricapitalizzazione stimata in circa 10milioni. Proprio quest’ultimo passaggio appare però il più delicato e insidioso, visto che si tratta dell’alienazione di un bene pubblico che passerebbe nelle mani di una società per azioni.
Intanto lo scalo d’Abruzzo si fa bello, quasi un estremo atto di seduzione nei confronti di Ryanair, visto che nel giro di pochi giorni, come assicurato ieri da Mattoscio, partiranno i lavori sulle infrastrutture di volo e sugli spazi interni del Terminal. Si tratta dei circa 10milioni e 700mila euro messi in campo dalla Regione attraverso il programma Par-Fsc 2007-2013 (anche qui in enorme ritardo) che saranno utilizzati per il rifacimento della pista di volo, dei raccordi, del piazzale aeromobile e per l’ammodernamento del piano terra del Terminal. Altri interventi, per complessivi 2,3 milioni di euro circa, riguarderanno le aree occupate dai reparti degli enti di Stato e la realizzazione del piazzale di volo della Guardia di finanza. Il presidente della Saga ha parlato ieri di «straordinaria opportunità» per ritrovare fonti di redditività aggiuntive rispetto a quella offerta dal traffico passeggeri (il restyling della zona commerciale). Ma se scappa Ryanair, resterà solo lo struscio fra le vetrine.