ROMA Mentre in Borsa gli istituti di credito continuano a essere bersagli delle vendite, il governo di Matteo Renzi punta a chiudere oggi sulle banche con l’approvazione in Consiglio dei ministri del relativo decreto legge. Il cui perimetro, però, ancora ieri non appariva ben definito. Da una parte, infatti, all’ultimo momento, è spuntata la possibilità che il decreto possa comprendere anche norme per favorire le fusioni tra gruppi, attraverso un meccanismo per gestire gli eventuali esuberi con prepensionamenti mirati. Si tratterebbe di un incentivo fiscale ai versamenti volontari effettuati dalle banche al fondo esuberi. Secondo alcune stime, infatti, il processo di accorpamento delle banche potrebbe portare entro i prossimi tre anni fino a circa 30 mila eccedenze. Dall’altro lato, non è chiaro se il maxi pacchetto riuscirà a contenere anche i provvedimenti sui rimborsi agli obbligazionisti rimasti coinvolti nel crac delle vecchie Banca Marche, Popolare Etruria, Cariferrara e Carichieti rientrino nel maxi pacchetto. A riguardo, ieri in serata ancora tutte le strade apparivano percorribili, e cioè che gli indennizzi potessero essere inglobati nel maxi pacchetto, così come che potessero essere approvati in un decreto legge a sé stante o che, ultima possibilità, potessero richiedere ancora un po’ di tempo per il via libera.
IL NODOSecondo quanto si apprende, l’opportunità di procedere con due decreti separati oppure con un unico dovrebbe essere stata valutata di concerto con i tecnici del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (in questi giorni all’estero), cui poi spetterà il compito di emanare i provvedimenti. I dubbi del Quirinale riguarderebbero il fatto che già esiste una norma primaria inserita nella legge di stabilità che rimanda ad un semplice decreto ministeriale la determinazione dei criteri del rimborso. Un decreto di urgenza, se da un lato blinderebbe il governo da eventuali ricorsi al Tar, dall’altro potrebbe non avere i necessari requisiti di costituzionalità. Sul versante dei contenuti il lavoro è praticamente terminato. Le norme stabiliranno un tetto di 100 mila euro ai rimborsi.
LA PROCEDURALa procedura che si seguirà sarà di tipo concorsuale. Prima si decideranno le ammissioni ai rimborsi. Solo in un secondo momento il quantum del risarcimento. Ad essere ammessi saranno coloro che non hanno ottenuto «un’adeguata informativa» dalle banche. Solo una volta conclusa questa fase saranno decisi eventuali tetti ai ristori. L’ammontare potenziale degli aventi diritto è di 330 milioni, mentre il fondo ha a disposizione 100 milioni. Se questa cifra sarà superata, si andrà ad un riparto, dando la priorità alle situazioni più precarie. Il consiglio dei ministri di oggi dovrebbe poi approvare senza particolari problemi sia la riforma del credito cooperativo, ossia le cosiddette Bcc, sia le nuove norme per il recupero dei prestiti nell’ambito delle procedure fallimentari, oltre a quelle sulla garanzia delle sofferenze in pancia agli istituti di credito. Per queste, nelle ultime ore, si è fatta avanti l’ipotesi di arrivare ad una sorta di «condivisione» delle sofferenze, in modo da utilizzare pochi enti di cartolarizzazione se non al limite uno solo. Mettere insieme i crediti insoluti, almeno nell’analisi del governo, potrebbe essere un primo passaggio per favorire ulteriori aggregazioni anche al di fuori del mondo delle Banche Popolari e di quelle di credito cooperativo. Molti dei tasselli andranno al loro posto soltanto nelle prossime ore. Non è un caso, infatti, che il consiglio dei ministri sia stato convocato alle nove di questa sera. Segno evidente che non tutti i nodi sono stati sciolti.