Dragaggio del porto: il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, e il capo gruppo Tommaso Cieri, hanno presentato un'interpellanza in Regione e una in Comune in merito ai lavori da 9 milioni di euro, che dovrebbero prendere il via a breve, in cui chiedono di sapere a cosa sia realmente finalizzato il dragaggio del porto e quando inizieranno i lavori. Nel mirino ci sono le risposte fornite alle loro domande dal responsabile unico del procedimento, Americo Di Nicolantonio, che aprono nuovi scenari e sono in parte contraddittorie rispetto a quanto da lui affermato nella Relazione ambientale di valutazione di assoggettabilità. In particolare c'e la questione della vasca di colmata prevista nel progetto della ditta aggiudicataria all'interno del porto, lato banchina di riva, che, dalla risposta del rup, pare dovrà essere sottoposta a specifica procedura autorizzativa. La vasca servirà a contenere i fanghi inquinati. «Sono oltre sette mesi- spiega Febbo- che cerco di far capire che questa realizzazione è una infrastruttura portuale la cui autorizzazione è di competenza della Commissione Via nazionale. Sarebbe stato il caso di acquisire prima l'autorizzazione e poi procedere con la gara, l'aggiudicazione dei lavori e la realizzazione del dragaggio e della cassa di colmata». Nella relazione ambientale, inoltre, si specifica che i lavori di dragaggio dovrebbero permettere l'ingresso in porto anche di imbarcazioni con stazza superiore a 14 mila tonnellate. Con la nota invece Di Nicolantonio afferma che nel porto attraccano, con i fondali attuali, navi aventi stazza lorda ben superiore ai 14 mila tonnellate.
L’UTILITÀ DELL’OPERA
«A cosa serve allora questo dragaggio- chiede Cieri- Vogliamo capire inoltre sia a livello normativo come intendono portare avanti questi lavori». La situazione si fa ancora più complicata alla luce della gara indetta dal Provveditorato alle opere pubbliche circa una superficie di dragaggio che, se appaltata, andrebbe a sovrapporsi all'area oggetto di appalto già definito per l'importo di 500 mila euro. Il Provveditorato ha spiegato questa vicenda con la volontà di agevolare le opere di dragaggio presentando una gara d'appalto che fosse in aggiunta a quella europea già definita. Ma le giustificazioni non hanno convinto il Comitato porto, organo consultivo e propositivo del comune, che ha sollevato il problema e ha richiesto un incontro in Regione tenutosi venerdì.
LE RICHIESTE DEL COMITATO
L'organo ha chiesto che il bando indetto sia sospeso immediatamente e che le somme ad esso destinate siano utilizzate per il dragaggio di un'altra superficie del porto non prevista nell'appalto da oltre nove milioni di euro. L'area individuata è la banchina di riva. Febbo però ha espresso forti dubbi in merito alla possibilità di stornare questa cifra. «La gestione dei lavori è stata pessima e sono tante, troppe le incongruenze- ammonisce Febbo- Cosi rischiamo di perdere i finanziamenti che peraltro sono esigui e non basteranno di certo ad arrivare all'obiettivo di meno dieci metri. Noi siamo i primi a non volere perdere questi soldi che sono somme ottenute dal governo di centrodestra».