ROMA A pochi mesi dal debutto del canone Rai nella bolletta, previsto per luglio, le aziende elettriche brancolano ancora nel buio. Il rischio è che si arrivi alla scadenza nel caos, con la possibilità che qualcuno finisca per trovarsi addebitato il balzello più di una volta. A lanciare l’allarme è stata Assoelettrica, l’associazione che raggruppa le aziende del settore. I gestori, va detto, sin da subito si erano mostrati scettici sul piano del governo di caricare nelle bollette il canone della Rai. Adesso, però, hanno messo sul tappeto una serie di problemi concreti elencati in un lungo documento inviato al ministero dello Sviluppo economico. La prima preoccupazione riguarda i tempi. La legge di Stabilità, nella quale erano state inserite le norme sul canone in bolletta, prevedeva due provvedimenti attuativi da emanare entro 45 giorni. Il primo è un decreto ministeriale per chiarire i dettagli della misura. Il secondo, fondamentale, un atto dell’Agenzia delle Entrate per definire i tempi e le modalità di presentazione dell’autocertificazione per coloro che non possiedono un apparecchio televisivo e quindi sono esentati dal pagamento del balzello.
I TEMPI STRETTI
I quarantacinque giorni sono scaduti ieri, ma dei due provvedimenti per adesso non c’è traccia. Dal ministero hanno fatto sapere che una risposta arriverà in tempi rapidi. Nei prossimi giorni sarà convocato un tavolo al quale parteciperanno i rappresentanti dello Sviluppo economico, dell’Economia, dell’Agenzia delle Entrate e quelli dell’Autority dell’energia, unico interlocutore del governo per il settore elettrico sulla vicenda del canone. Una precisazione che non ha rassicurato le imprese. Il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, ha ricordato che le società hanno davanti una serie di adempimenti complessi: devono predisporre i sistemi informatici per emettere le fatture, vanno incrociate le banche dati, risolvere le complicazioni derivanti dal mercato libero che permette agli utenti di cambiare gestore in corso d’anno. Le incognite, insomma, sono ancora numerose. Nel documento inviato al ministero dello Sviluppo economico, Assoelettrica ha riportato un lungo elenco di casi concreti sui quali l’incertezza regna ancora sovrana. Per esempio, cosa succede se un cliente attiva una fornitura in corso d’anno, a dicembre, considerando che il canone va caricato in dieci bollette da gennaio a ottobre? Deve pagare in una sola volta tutto l’arretrato? E ancora, cosa succede quando un cliente passa da un fornitore all’altro durante l’anno? Nel mese del passaggio rischia di vedersi addebitata la rata di canone sia dal vecchio che dal nuovo gestore. Stesso discorso per i cambi di residenza.
CONSUMATORI ALL’ATTACCO
Al momento, spiega Assoelettrica, non è possibile sapere se il soggetto aveva in precedenza, su un altro indirizzo, una fornitura attiva ad uso residente per cui ha già pagato delle mensilità ad un altro venditore. Anche in questo caso i rischi di doppi pagamenti sarebbero altissimi. Senza contare che è necessario che l’Agenzia delle Entrate fissi il prima possibile la scadenza per permettere a chi non ha un televisore di comunicarlo, anche perché altrimenti le società elettriche non faranno in tempo a registrare il nominativo nei loro sistemi di fatturazione. I gestori, poi, da tempo sollevano il problema dei costi a carico delle imprese per la realizzazione del sistema. Un onere che, sostengono, potrebbe incidere in maniera rilevante sui bilanci delle imprese. Ma da questo orecchio, almeno per il momento, il governo non ci vuole sentire. Nessuna remunerazione del servizio sarà corrisposta alle società elettriche.
A soffiare sul fuoco è anche il Codacons. «Siamo convinti», ha avvertito l’associazione dei consumatori, «che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparati ad affrontare le novità».