ROMA A questo punto non sono in pochi, in area governativa, ad essersi pentiti e in queste ore ammettono che forse sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era. Con il vecchio bollettino Rai inviato nelle case per posta e, all’occorrenza, con i solleciti dell’Agenzia delle Entrate a caccia di presunti evasori. A poco meno di 5 mesi dal via, il canone nella bolletta elettrica è un rebus senza soluzione. Nel senso che Palazzo Chigi aveva promesso di chiarire tutti i dubbi entro il 14 febbraio. Ma i due decreti necessari per stabilire criteri e modalità di versamento non sono ancora arrivati. E non sono stati neppure scritti. La sola cosa certa è che l’obolo da 100 euro finirà nella bolletta della luce dal 1 luglio e che a regime (dunque dal 2017 ) quella cifra sarà frazionata in 10 rate da gennaio a ottobre. Punto. Il che, ad esempio, apre la porta al primo e più gustoso degli interrogativi. Che succede se un tizio compra o affitta casa tra novembre e dicembre e allaccia l’utenza della luce? Deve pagare solo uno o due mesi o per tutto l’anno? I gestori di Assoelettrica che materialmente gestiranno le bollette se lo chiedono perplessi. Anche perché la legge di Stabilità non li tutela affatto in materia di eventuali ricorsi di abbonati imbufaliti. E poi ancora, quando nella normativa si fa riferimento alla prima fattura successiva al 1 luglio si intende emessa oppure con scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I solleciti devono includere anche la quota canone? Senza parlare della necessità di disciplinare i casi dei pagamenti. E delle potenziali sovrapposizioni. Ad esempio se nel corso dell’anno un cittadino passa da una società elettrica all’altra le rate del canone televisivo verranno incassate da almeno due operatori: quello originario e il secondo presso il quale il cliente si è poi trasferito. Come evitare la doppia bolletta se il canone continua ad intendersi come annuale? Il rischio del duplice versamento è elevato. Altro caso potenzialmente spinoso: le controversie. Il cittadino riceve una bolletta da 120 euro, di cui 100 per il consumo di luce e 20 di rata per il canone televisivo. Il tizio in questione va alla posta, compila un bollettino versa solo 100 euro senza specificare che cosa intende pagare con questa somma. Gli operatori elettrici vogliono che questi 100 euro vadano tutti e subito a coprire il consumo elettrico, senza alcuna anticipazione per la Rai. Ma il governo è d’accordo? Oppure nel silenzio di chi ha redatto il bollettino pretenderà che quella somma sia considerata il versamento anticipato per poter godere per un anno dei programmi di Viale Mazzini? Un problema non da poco è pure quello degli esentati. Le società elettriche chiedono di conoscere al più presto i nomi delle persone che non devono pagare il canone perché hanno più di 75 e un reddito annuo di soli 6713,98 euro. L’Agenzia delle Entrate - che stila l’elenco degli esenti - dovrebbe ricavare i dati anche e soprattutto dalla banca dati di cui gli operatori elettrici più si fidano: il Sistema Informativo Integrato. E infine la rogna più fastidiosa. Quella degli evasori di mamma Rai. Gli operatori elettrici pretendono di impegnarsi solo nel recupero del solo consumo elettrico e non della rata canone. E lo fanno, ovviamente, per ragionevoli motivi d’interesse industriale.