Vittorio Armani, amministratore delegato di Anas nominato dal governo Renzi, non usa mezzi termini. Se la riforma della Pa non sarà modificata, escludendo l’Anas dalle nuove norme sulle società partecipate, il preannunciato piano di assunzione di mille persone dovrà essere congelato. Non solo. Se il governo deciderà di tenere Anas all’interno del perimetro della Pa allora sarebbe «meglio un commissario rispetto ad un ingegnere manager che ha lavorato sempre nelle aziende». Lo ha spiegato ieri ai senatori della Commissione lavori pubblici del Senato. La questione, dal punto di vista di Armani, è abbastanza semplice. Anas è stata esentata per solo diciotto mesi e per un solo articolo, quello sull’acquisizione e la gestione delle partecipazioni pubbliche, mentre a differenza di altre società partecipate al 100% dal Tesoro, come Rai e Fs, rientra in tutte le altre limitazioni. Come quella che obbliga le società pubbliche che vogliono assumere nuovo personale, a pescare dagli elenchi degli esuberi di altre partecipate. Anas, insomma, non potrebbe selezionare da sola i suoi ingegneri ma dovrebbe cercarli da quelli messi alla porta da altri. Ma le lamentele riguardano anche l’assoggettamento di Anas ai limiti di remunerazione dei manager.