ROMA La spending review finora è stata un «parziale insuccesso» con ricadute negative per i servizi ai cittadini. A bocciare il piano di revisione della spesa di palazzo Chigi, pilastro della politica economica del governo, è il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, che sceglie l’inaugurazione dell’anno giudiziario per lanciare l’allarme: «Nei prossimi anni i margini di risparmio dal lato delle spese potrebbero rivelarsi limitati». Il contributo dalla revisione di spesa, nota Squitieri, non deriva solo da efficienza e razionalizzazione ma anche «da operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività». Questo vuol dire che il taglio dei costi c’è stato, ma come conseguenza c’è stato anche un drastico taglio dei servizi per i cittadini. E nei prossimi anni la situazione non sembra destinata a migliorare. «I margini di risparmio dal lato delle spese potrebbero rivelarsi limitati», spiega il presidente della Corte dei Conti alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei ministri Pier Carlo Padoan, Stefania Giannini e Graziano Delirio. Squitieri è duro anche nei confronti della flessibilità ottenuta dall’Italia a livello europeo: «I margini di flessibilità acquisiti in sede europea sono interamente utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016 e in tal modo si mantiene il profilo discendente del deficit nei conti pubblici che, tuttavia, assume una cadenza più rallentata». I vantaggi acquisiti, insomma, non hanno influito in maniera determinante sull’andamento del deficit, che resta comunque sotto al 3%. L’Italia è uscita dalla recessione ma le vicende più recenti «confermano il permanere di un quadro ad alto contenuto di incertezza» che «si è accentuata in queste ultime settimane per il timore del ripetersi di scenari, che sembravano superati, di forti tensioni sui mercati». La crisi, insomma, non è così superata come sembra. Ragion per cui Squitieri spiega che «in una fase così delicata per il nostro Paese è fondamentale fornire impulso alla crescita economica e all’occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica». L’inaugurazione dell’anno giudiziario è stata anche l’occasione per spezzare una lancia a favore dei magistrati contabili, chiamati ad applicare norme processuali che non facilitano la velocità dei procedimenti. Ma non solo. L’allarme di Squitieri riguarda anche il proliferare delle leggi, che finisce per rendere più facile violarle:«Le illegalità trovano nella complessità e nella moltiplicazione delle leggi spazi più fertili per fare presa, piuttosto che presidi od ostacoli al loro diffondersi». Il severo giudizio di Squitieri allarma i sindacati e le opposizioni, che fanno a pezzi la politica economica del governo. Per Annamaria Furlan (Cisl) «non si può sottovalutare l’allarme sul taglio ai servizi pubblici» mentre Carmelo Barbagallo (Uil) vede «confermate» le preoccupazioni dei sindacati: «La spending review più che generare efficienza determina un taglio dei servizi ai cittadini». Critiche arrivano anche dal centrodestra e dalla sinistra. Paolo Romani (Fi) parla di una «doccia geleta per Renzi» mentre Arturo Scotto (Sel) di una «brutta giornata per il governo». Ma Squitieri spiega che questa volta Renzi non c’entra: «Il riferimento era alle spending review tentate in passato, senza una precisa informazione sui settori e sui tipi di intervento. Adesso la linea è diversa».