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Pescara, 26/07/2024
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Data: 26/02/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme di Boeri sulla fuga dall’Inps «Perdiamo 100 dipendenti al mese, a rischio i servizi». Aumentano le pratiche in giacenza.. Nessun timore per il peggioramento dei conti in deficit per oltre 11 miliardi: «Non falliremo» .

ROMA Il blocco del turnover sta decimando i dipendenti dell’Inps. «Stiamo perdendo cento persone al mese» è il grido di allarme lanciato dal presidente Tito Boeri, durante un’audizione alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali. A rischio c’è la qualità del servizio, con pratiche che andranno ad accumularsi sulle scrivanie e saranno smaltite sempre più lentamente. «Le sedi territoriali fanno fatica a reggere alla domanda crescente dovuta anche alla crisi» denuncia Boeri, e l’indice di giacenza delle richieste «è destinato ad aumentare, a più che triplicare nel giro di pochi anni». Di qui la richiesta di «misure urgenti» tali da consentire «nuove assunzioni». Nessun allarme, invece, per la tenuta dei conti, nonostante il bilancio di previsione 2016 approvato la settimana scorsa dal Civ (consiglio di indirizzo e vigilanza Inps) evidenzi un disavanzo di 11 miliardi e 211 milioni di euro, in aumento di oltre due miliardi rispetto al 2015 e un patrimonio in caduta libera (meno di 1,8 miliardi di euro contro gli 11,7 miliardi del 2015). Boeri assicura: «I cittadini non devono temere. Anche se l’Inps fallisse - cosa che non avverrà - avrebbero tutti le loro pensioni e prestazioni». Garantisce lo Stato.
TRASPARENZA SUI CREDITI

Il peggioramento dei conti previsto per quest’anno avviene in un contesto di maggiori entrate contributive (+4,6 miliardi rispetto alle previsioni aggiornate del 2015) e di minori spese per pensioni (-679 milioni). Ad affossare i conti dell’Inps sono soprattutto le gestioni dell’ex-Inpdap (dipendenti degli enti locali), degli artigiani e in misura molto inferiore dei commercianti. Risulta in sostanziale equilibrio la gestione dei dipendenti privati e in avanzo quella dei parasubordinati. Secondo quanto spiegato dal presidente dell’Istituto, i risultati negativi risentono anche dell’operazione trasparenza sui crediti inesigibili, messi in bilancio nel 2016 per 8 miliardi in più.
In pratica negli anni scorsi si svalutava solo una piccola parte dei crediti non riscossi (in genere circa 500 milioni di euro) per poi rivedere la cifra successivamente, mentre quest’anno si è deciso di mettere nel Fondo svalutazione crediti da subito una cifra più alta: si è passati così da 48.642 milioni di euro di crediti difficilmente esigibili del primo gennaio 2016 a una previsione di 56.253 milioni di euro a fine 2016.
I TAGLI PREVISTI

La riduzione del personale dell’Istituto contribuisce ovviamente a dare sollievo ai conti. Ma rischia di intaccare la qualità del servizio. A fine 2012, dopo la creazione del super-Inps con l’incorporazione di Inpdap e Enpals, l’organico risultava pari a 32.782 dipendenti. A fine 2014 (ultimo bilancio sociale pubblicato) si era scesi a 30.837. Una perdita netta quindi quasi duemila unità. E il trend deve essere continuato inesorabilmente anche nel 2015, visto che Boeri ieri ha parlato di una diminuzione del personale negli ultimi tre anni del 10%, con un ritmo di 100 unità al mese. La qualità del servizio ne ha risentito inevitabilmente: «I tempi di attesa sono peggiorati» ammette Boeri, che rivendica la prerogativa di assumere «specifiche professionalità» anziché «assorbire personale da altre amministrazioni». Tra le richieste di Boeri anche quella - già altre volte avanzata - di una nuova governance dell’Istituto: «Chiedo di ridurre il potere di cui oggi dispongo. Abbiamo bisogno di un consiglio di amministrazione».

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