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Pescara, 26/07/2024
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Data: 01/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Irpef, niente taglio fino al 2018. Strada già chiusa per un’anticipazione della misura. Preoccupano le stime sulla crescita

ROMA La strada per un taglio dell’Irpef anticipato al 2017 sembra, almeno per ora, già chiusa. Ieri il sottosegretario Tommaso Nannicini ha detto che «non c’è un anticipo della riduzione delle aliquote nei programmi del governo». Le notizie arrivate ieri sicuramente non aiuteranno, anche tecnicamente, la caccia alle risorse per finanziare il nuovo taglio alle tasse. Oggi arriveranno le stime preliminari dell’Istat su Pil e debito ma i margini di manovra con l’area euro in deflazione si restringono ulteriormente. Secondo il capogruppo di Forza Italia sarebbero anzi totalmente inesistenti: «Manovra in primavera è manovra monstre a ottobre», ha scritto su Twitter Renato Brunetta che continua a ipotizzare un intervento da 40-50 miliardi per tenere i conti in linea con le richieste della Unione europea. La linea del Pd è comunque chiara: intervenire sullo scalone dell’Irpef che dal 27 al 38% per i redditi sopra i 28mila euro annui. Ogni punto di riduzione delle aliquote vale circa mezzo miliardo di euro e intorno a questi numeri starebbe lavorando il titolare del Mef che per l’anno in corso medita di evitare qualsiasi richiamo (anche soft) da parte di Bruxelles utilizzando la leva del rinvio di alcune voci di spesa già allocate del bilancio dello stato. La situazione economica mostra senza alcun dubbio molti elementi di criticità: se c’era bisogno di ulteriori dati per indurre la Banca centrale europea ad agire nella prossima riunione di marzo, è arrivato ieri. L’Ue è in deflazione, Italia compresa. Secondo l’Istat l’inflazione è diminuita in febbraio dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (era +0,3% a gennaio). La forte flessione tendenziale dei prezzi al consumo, spiega l’Istituto, è dovuta a una dinamica congiunturale caratterizzata da cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto, che si confronta con quella positiva di febbraio 2015 quando tutte le tipologie di prodotto segnarono una ripresa dei prezzi su mese. L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,6 per cento. Sulla stessa linea il dato europeo: l’inflazione nell’Eurozona torna in territorio negativo a febbraio, scendendo a -0,2% rispetto allo 0,3% di gennaio. Si tratta della discesa più forte da un anno a questa parte. L’ultimo segno meno nell’Eurozona si era visto a settembre 2015 (-0,1%). «Se guardiamo all’Europa in questo momento - ha detto ieri il governatore della Banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau - il pericolo è senza ombra di dubbio la deflazione, non certo l’inflazione. Se i bassi prezzi energetici hanno effetti a lungo termine, dobbiamo intervenire. Sembra questo il caso, ma vedremo in marzo». La Bce si riunisce il prossimo 10 marzo per varare nuove misure anti-deflazione preannunciate da Draghi dopo l’ultima riunione. Tornando all’Italia, i prezzi del cosiddetto carrello della spesa dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,4% su base annua (a gennaio era +0,3%). Si tratta del primo calo tendenziale da dicembre 2014 e del più ampio da luglio dello stesso anno.

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