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Pescara, 26/07/2024
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Data: 02/03/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Abruzzo, più lavoro con il Job Act? «D’Alfonso imbonitore come Renzi». Acerbo contesta i dati del presidente della Regione.

Grazie al Jobs act sono stati creati in Abruzzo circa 7.600 posti di lavoro.
Lo ha annunciato nei giorni scorsi il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso accompagnando il premier Matteo Renzi in Abruzzo nel suo tour alla Walter Tosto, azienda che ha ufficializzato 49 assunzioni proprio con il Job act.
Ma secondo Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista) il numero citato da D’Alfonso sarebbe niente più che un dato bufala anche perché i numeri degli istituti ufficiali raccontano una realtà molto diversa dalla narrazione d’alfonsiana. Una realtà che gli abruzzesi conoscono, perchè vissuta drammaticamente sulla propria pelle.
L’Abruzzo, ricorda Acerbo, già a fine dicembre era considerata la regione maglia nera in termini di assunzioni, tanto che il Cresa pareva fare dell’ironia amara nell’affermare che per la regione l’unico dato incoraggiante è che il saldo negativo è in fase di lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Nel frattempo invece, stando all’Osservatorio sul precariato dell’Inps, ad essere vertiginosamente aumentato è il ricorso al voucher, buoni lavoro per prestazioni occasionali.
Per ogni 10 euro una parte va al lavoratore ( 7,5 euro), mentre il resto è diviso tra contributi previdenziali Inps Gestione separata e quelli assicurativi Inail.
I voucher sono nati circa 10 anni fa per regolarizzare piccole mansioni da sempre pagate in nero (insegnante, baby -sitter, lavori domestico) poi nel 2012, con la legge Fornero sono stati estesi a quasi tutti i settori produttivi, diventando in molti casi – denunciano i sindacati – uno strumento per non pagare i contributi, mascherare lavoro nero.
In Abruzzo, nel 2015, sono stati venduti oltre un milione di buoni lavoro del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio, rispetto al 2014, dell’80,9%. Un incremento molto maggiore della media nazionale (+66% in Italia), che pone l’Abruzzo dietro soltanto a Sicilia e Liguria.
Per ora, nemmeno il 2016 lascia sperare in un miglioramento. Secondo i calcoli del Cresa, infatti, dovrebbero registrarsi 630 occupati in più nel primo trimestre di quest’anno.
«Meglio di niente, certo», commenta Acerbo. «Ma davvero un magro risultato, considerando la perdita di posti di lavoro di questi anni (se ne contano a decine di migliaia) e che molto più della metà di quei nuovi posti di lavoro saranno con contratti a tempo determinato o di apprendistato. In pratica, l’inizio del 2016 sarà ancora all’insegna dell’aumento della precarietà: in realtà è proprio questo il vero risultato del Jobs act, che in Abruzzo sta dando, purtroppo, i suoi frutti velenosi. Non ci stupisce che D’Alfonso faccia il renziano dato che lo stampo è il medesimo e quel che interessa al presidente della giunta è solo che il governo sia sensibile ai progetti delle imprese amiche. Troviamo invece grave che Sel continui a sostenere un presidente così renziano. Secondo un vecchio detto, “chi va con lo zoppo impara a zoppicare“. D’Alfonso non fa eccezione. A forza di andare a braccetto con un televenditore come il presidente del Consiglio, D’Alfonso ha affinato le sue tecniche di imbonitore».

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