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Pescara, 26/07/2024
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Data: 07/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Arriva il pin unico per la Pubblica Amministrazione. On line scuola, fisco e sanità

ROMA E’ uno dei perni della rivoluzione digitale promessa dal premier Matteo Renzi. Entro il 2017, ciascun cittadino potrà disporre di un recapito elettronico attraverso il quale dialogare con la Pa e sbrigare in questo modo comodamente da casa affari che oggi costano lunghe trafile presso gli uffici. Il Pin unico sarà presentato dal governo nel corso di questa settimana. Ma la filosofia della riforma l’ha anticipata alcuni giorni fa il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia spiegando che «lo strumento diventerà per ogni cittadino un pò come il codice fiscale per consentirgli, attraverso un solo sistema di autenticazione, di avere i servizi pubblici online, di adempiere agli obblighi verso lo Stato e di scambiare in via telematica dati e informazioni».
ANTICIPO

In 5 Regioni italiane ci sono già più di 300 servizi online a cui si può accedere attraverso il Pin unico. Si va da tutti quelli di Inps e Inail, ad alcuni servizi delle Entrate (come le dichiarazioni dei redditi, gli studi di settore, i rimborsi, i versamenti e le risultanze catastali) a quelli delle Regioni (modello unico per l’edilizia e fascicolo sanitario elettronico), alla scuola. Come funzionerà il sistema pubblico di identità digitale (Spid)? Il sistema consentirà di accedere ai servizi online della PA e delle imprese tramite un Pin unico che potrà essere rilasciato sia dagli enti pubblici (tra i quali Inps ed Agenzia delle Entrate) ma anche da provider privati. In quest’ottica, l’Agenzia per l’Italia digitale ha reclutato Poste, Telecom Italia e InfoCert. Si tratta delle tre società che hanno ottenuto dall’Agenzia l’abilitazione per poter diventare identity provider, ovvero coloro che dovranno fornire le credenziali di accesso a quanti intenderanno utilizzare i servizi online della pubblica amministrazione, ma anche quelli dei privati che aderiranno. Per ottenere un’identità Spid l’utente deve farne richiesta al gestore il quale, dopo aver verificato i dati, emette l’identità digitale rilasciando le credenziali all’utente. Il cittadino può scegliere il gestore di identità digitale che preferisce. Sebbene l’identità digitale contenga una serie di informazioni sul cittadino, Spid risponde al principio di condivisione minima degli attributi. Un gestore di servizi potrebbe richiedere la conoscenza del nome, del cognome e la data di nascita del titolare per poter accedere al proprio servizio: i dati verranno passati dal gestore dell’Identità Digitale solamente se vi sarà l’esplicito consenso. L’identità è costituita da credenziali con caratteristiche differenti in base al livello di sicurezza richiesto per l’accesso. Tre i livelli di sicurezza: il primo permette l’autenticazione tramite ID e password stabilita dall’utente, il secondo aggiunge la generazione di una one-time password aggiuntiva e il terzo prevede l’aggiunta di una smart card. E proprio nel terzo livello che si potranno realizzare sinergie con la carta di identità elettronica sulla quale il governo punta molto.

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