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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La City, l’affare bloccato e la telefonata di D’Alfonso. L’inchiesta sulla nuova sede della Regione, intercettata una conversazione tra presidente e Paolucci: «Servono approfondimenti dopo la lettera di Pettinari»

«Vorrei ringraziare la dirigente intercettata che involontariamente ci ha fatto un complimento. Infatti, ha ricordato che fummo i primi a sollevare la questione della City segnalando che l’operazione appariva un salvataggio con denaro pubblico di imprese amiche della politica». Lo afferma Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista in merito a un’intercettazione in cui una dirigente indagata dichiara: «Mo’ è finita Rifondazione, cominciano i Cinque stelle». Un’intercettazione rilanciata anche da Beppe Grillo. Acerbo commenta: «Vorrei rassicurare la dirigente sul fatto che non siamo per nulla finiti ma semplicemente fuori dalle istituzioni perché non ci siamo alleati col Pd renzian/dalfonsiano. A Pescara poi», conclude, «alle ultime regionali ci hanno votato 3.590 persone perbene per un confortante 5,29%. Cerchiamo di onorare quella fiducia continuando le nostre battaglie anche ora che non sediamo nei consigli».

PESCARA «Fammiti leggere una cosa che mi devi fare i complimenti, eh». Parla così il presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso della sua decisione di bloccare l’operazione da 42 milioni di euro della City: è un cambio di direzione improvviso dopo aver portato avanti la trattativa quasi fino all’atto finale. È il 12 giugno scorso e D’Alfonso (non indagato) ne discute al telefono con l’assessore regionale Pd Silvio Paolucci, titolare delle deleghe alla Sanità e Gestione del patrimonio. È di Paolucci, non indagato, il telefono all’epoca tenuto sotto controllo dalla polizia. Così emerge dall’ultimo rapporto della squadra mobile mandato in procura il 15 dicembre 2015. Tornando a quel 12 giugno, si sa che ci sia un’inchiesta sulla City, l’edificio in costruzione lungo via Tiburtina vicino all’aeroporto: gli investigatori avevano già fatto acquisizioni di atti. E D’Alfonso, quel giorno, potrebbe aver saputo anche che era stato il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari a presentare la denuncia alla base dell’indagine visto che lo stesso Pettinari, ancora prima dell’esposto, aveva presentato una serie di diffide. È in questo contesto che la Regione decide di interrompere, per il momento, l’operazione con la Iniziative immobiliari abruzzesi spa anche se fino a settembre le riunioni si susseguono lo stesso. La società raggruppa noti imprenditori pescaresi a partire dal socio di maggioranza Marco Sciarra (indagato) e dal presidente del Pescara Daniele Sebastiani (non indagato). Un’operazione che, per la Mobile, ha una doppia faccia: pubblica, per accorpare gli uffici della Regione; privata, per aiutare gli imprenditori a ripianare debiti milionari con le banche. Ma perché D’Alfonso ferma l’affare della City? Oltre all’inchiesta e alle proteste di Pettinari, ci sono anche le relazioni dei dirigenti della Regione che attestano che non ci sono i soldi. «Credo che tu non abbia mai avuto dubbi, ma non li devi davvero avere mai, ma non li devi manco avere quando percepisci che c’è una pescaresità di mezzo», dice D’Alfonso a Paolucci che risponde: «Io proprio non la percepisco per niente». E D’Alfonso ribatte: «Bravo, bravo... non la percepi’ ma... fai bene perché davvero sono libero». Poi, il presidente legge la delibera non approvata «poiché necessita di approfondimenti urbanistico ulteriori». Non sembra uno stop definitivo: l’operazione potrebbe anche ripartire. E continua: «Il tema ricorrente, nelle perplessità segnalate, concerne l’idoneità urbanistica del sito individuato con il cantiere di edificazione rispetto al cono d’ombra aeroportuale». E tra i documenti citati da D’Alfonso come determinanti per la mancata approvazione c’è anche «la lettera di Pettinari». Il presidente poi parla di «una lettera pretesa da me con la quale abbiamo richiesto il parere della Prima Commissione Bilancio». Ma quella commissione, ricorda la Mobile, non si è mai espressa. D’Alfonso, però, è sicuro: «Questa posizione... è cemento armato rispetto al disordine di condotta che ha avuto Sospiri su questo tema». Perché D’Alfonso parli di Sospiri non si capisce. Ma Sospiri rispunta nell’informativa della Mobile in un breve passaggio: la polizia suppone che Sospiri sia vicino ai vertici della Iniziative immobiliari e si sia speso «in favore» della società con un’«attività di sponsorizzazione politica». Nell’indagine, sono stati fatti accertamenti bancari che non hanno portato a niente.

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