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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tfr, più flessibilità sulla scelta. Ai fondi anche quote minime

ROMA Più flessibilità nella gestione del proprio Tfr (trattamento di fine rapporto) e nella decisione di tenerlo in azienda o destinarlo alla previdenza complementare. Questo uno dei temi toccati nel primo giorno di ripresa dell'esame del ddl concorrenza in commissione Industria al Senato.
L’EMENDAMENTO
L’emendamento, in sostanza, prevede che si possa decidere quanta parte del Tfr maturando si possa destinare alla previdenza complementare e quanta lasciarne in azienda. Potrà anche trattarsi di «una percentuale minima», mentre oggi si è costretti a scegliere se “girare ai fondi” tutto il Tfr; altrimenti lo si deve lasciare interamente in azienda.
L’emendamento, a firma di Maurizio Sacconi e Aldo Di Biagio (Ap), raccoglie la sollecitazione già arrivata dalla Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, e prevede anche che «in assenza di indicazione» il conferimento sia «totale». Lo scopo, spiega la relazione tecnica, è di introdurre «ampi margini di flessibilità in capo ai sottoscrittori dei contratti e degli accordi collettivi».
La disposizione, inoltre, «intende sviluppare le adesioni, grazie alla possibilità rimessa espressamente alla contrattazione collettiva, di determinare la quota minima di Tfr da destinare alla previdenza complementare», nell'obiettivo di agevolare le adesioni anche nelle aziende con meno di 50 dipendenti, per le quali - continua la relazione - «si riscontrano alcuni problemi di penetrazione in ragione anche delle difficoltà di perdere integralmente tale forma di liquidità». Con questa maggiore flessibilità ai lavoratori, si «dovrebbe favorire la stipula di accordi che meglio rispondano alle esigenze delle diverse categorie di soggetti interessati, così da favorire un incremento delle adesioni».
Tra gli altri temi toccati ieri in occasione dell'esame del ddl concorrenza in commissione Industria al Senato, anche una serie di interventi sull'educazione finanziaria, sulle donazioni via sms, sulle telefonate «moleste» e sulle multe agli operatori che non rispettano la tutela del consumatore. Gli operatori che dovranno comunicare subito sia la loro identità e quella del soggetto per conto del quale stanno chiamando, sia lo scopo del contatto. Se non otterranno il consenso, la telefonata si dovrà immediatamente interrompere.

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