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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/03/2016
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regione: è rissa D'Alfonso-Pietrucci, «Non fare il fascista». Caos sulla City. Un giorno da cani: alta tensione tra il presidente e il consigliere Pd sulla sede dell'ente a Pescara: «Vizio e attività giudiziarietta»

L'AQUILA - "La City si farà, anche con la rilettura che hanno rifatto il giudice e lo speciale consulente di cui ancora non conosco il merito. Ma anche io ho trovato un limite nella procedura che saneremo, quello che è certo mi renderò diga affinché mai accada questo livello di vizio, impastato di politica e attività giudiziarietta".
Così il presidente della Giunta regionale d'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, in un intervento fuori programma e a tratti teso in Consiglio regionale, sull'inchiesta della procura di Pescara sul progetto per la realizzazione della nuova sede unica della Regione Abruzzo a Pescara.
Solo il primo episodio nero di un pomeriggio da incubo per il governatore, nervoso come non mai: dopo il lungo sfogo sulla CIty, ha incassato il non voto tra le polemiche del consigliere dell'Italia dei valori, Lucrezio Paolini, sulla nomina al volo "fuori sacco" dell'avvocato Daniela Valenza come presidente dell'Ente regionale per il servizio idrico (Ersi), che si è sfilato protestando per l'eccessiva fretta e la scarsa condivisione.
Ma il clou si è toccato quando D'Alfonso è finito a battibeccare sui temi del "masterplan" con un altro suo consigliere, Pierpaolo Pietrucci (Pd), che lo ha ammonito pesantemente: "Non fare il fascista con me". C'è mancato poco che i due venissero alle mani.
Il post-Consiglio lascia nel centrosinistra una maggioranza con i nervi a pezzi e sempre più evidenti problemi di tenuta.

LA 'QUASI' RISSA CON PIETRUCCI
Quasi alla fine della seduta del Consiglio regionale, si è sfiorata la rissa tra il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, e il collega di maggioranza, il consigliere regionale aquilano del Pd Pierpaolo Pietrucci.
I due, tra lo stupore generale, in aula sono venuti quasi alle mani e sono stati divisi tra gli altri dal consigliere regionale del Pd Camillo D'Alessandro e dall'assessore alla Sanità e al Bilancio Silvio Paolucci.
Lo scontro prima verbale poi degenerato ha riguardato il masterplan: il consigliere, plaudendo alla scelta di investire su Maielletta-Passolanciano e Roccaraso, ha però rimproverato al governatore di aver dimenticato nel piano di investimenti la montagna aquilana, in riferimento evidentemente alle stazioni sciistiche.
La discussione è nata mentre era in atto la votazione sulla presidenza dell'Ersi, Ente regionale per il servizio idrico, con i due che parlavano tra gli scranni di Palazzo dell'Emiciclo. Tra i due sono volate parole grosse con Pietrucci che ha tuonato a D'Alfonso: "Tu con me il fascista non lo fai, rispetta la mia gente e la mia terra".
Secondo quanto si è appreso, alla fine i due si sarebbero chiariti, ma lo strappo potrebbe lasciare il segno.
Pietrucci era stato tra i quattro consiglieri di centrosinistra che ad inizio legislatura aveva votato a favore della risoluzione contro la chiusura dei punti nascita, presentata dalle opposizioni, mandando sotto la maggioranza.
Nelle passate settimane si era scontrato con D'Alfonso e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, sulla nomina del dg della Asl provinciale dell'Aquila, Rinaldo Tordera, manager di origini lombarde voluto dai due. Pietrucci propendeva per la scelta di un medico operante nell'azienda sanitaria.
IL CASO-LA CITY
L'uscita del governatore è stata innescata da una presa di posizione del consigliere di Forza Italia Paolo Gatti, vice presidente del Consiglio regionale, che ha citato una intercettazione pubblicata da un giornale abruzzese di una telefonata tra D'Alfonso e l'assessore regionale alla sanità e al bilancio Silvio Paolucci, che non figurano tra i 15 indagati dell'inchiesta. È intervenuto anche il consigliere Gianni Chiodi, presidente emerito della Regione, che ha contestato la magistratura, seppur in generale e non in riferimento a questa inchiesta.
La seduta del Consiglio, tornato all'Aquila dopo la parentesi invernale a Pescara, stata caratterizzata da una serie di rinvii, tra cui quello - l'ennesimo - sull'elezione del Garante dei detenuti, dallo scontro con l'opposizione e l'Italia dei valori sulla nomina di Daniela Valenza a presidente dell'Ersi e dalla rissa sfiorata tra il governatore e il consigliere del PdPierpaolo Pietrucci.
Sul tema della City è intervenuto anche il grillino Domenico Pettinari dalla cui denuncia è nata ufficialmente l’inchiesta, spiegando che l’argomento non doveva essere discusso perché non all’ordine del giorno. Molto dure le parole di D’Alfonso: "Mi piacerebbe che si generasse con le mie parole un accertamento penale - spiega ancora -. Quello che è scritto oggi in questo autorevole giornale, che svolge funzione di costruzione della pubblica opinione, è oggettivamente molto significativo, significativo perchè gravissimo. Non possono queste parole non essere oggetto di approfondimenti, in questa sede, ma mi farò carico di ulteriori approfondimenti, quelli di cui è capace una un cittadino che ha piena contezza dei diritti e dei doveri e che ricopre incarichi politici istituzionali".
"Qual è il significato che è sotteso alla pubblicazioni di parte di queste intercettazioni? Si vuole mandare un segnale a qualcuno? C'è stato un concentrato di progettazione in questa pubblicazione? - si chiede il governatore -. Si, io penso si, per fare confusione, si vuole ostacolare un procedimento, gettare fango su alcune persone. Ho stima profonda del magistrato, che ha altezza professionale, è al di sopra di ogni sospetto, è figura di straordinaria credibilità. Non ho la stessa opinione di coloro i quali hanno fatto parete dell'attività lavorativa sottostante, uno in particolare".
"Certo che lo farò il nome, lo farò davanti alla sede idonea, e lei già lo sa - ha aggiunto rivolto a Pettinari che invocava i nomi - E mi auguro che sia oggetto di accertamento penale. La sua è una giustificazione non richiesta, che è accusatio manifesta", aggiunge ancora D’Alfonso.
L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE D’ALFONSO SULLA CITY
"Quando si andava in battaglia nel medioevo chi aveva fede si raccomandava di avere la forza giusta per reggere la spada. La spada nel discorso democratico è sostituta dall'argomentazione. Mi piacerebbe che si generasse con le mie parole un accertamento penale".
"Quello che è scritto oggi in questo autorevole giornale, che svolge una funzione di costruzione della pubblica opinione, è oggettivamente molto significativo e grave. Non possono queste parole non essere oggetto di approfondimenti, in questa sede, ma mi farò carico di ulteriori approfondimenti, quelli di cui è capace un cittadino che ha piena contezza dei diritti e dei doveri e che ricopre incarichi politici istituzionali".
“Qual è il significato che è sotteso alla pubblicazioni di parte di queste intercettazioni? Si vuole mandare un segnale a qualcuno? C'è stato un concentrato di progettazione in questa pubblicazione? Si, io penso si, per fare confusione, si vuole ostacolare un procedimento, gettare fango su alcune persone.Ho stima profonda del magistrato, che ha altezza professionale, è al di sopra sopra di ogni sospetto, è figura di straordinaria credibilità. Non ho la stessa opinione di coloro i quali hanno fatto parte dell'attività lavorativa sottostante, uno in particolare".
A quel punto il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo esclama "Faccia i nomi!"
"Certo che lo farò il nome - ribatte D'Alfonso - lo farò davanti alla sede idonea, e lei già lo sa. E mi auguro che sia oggetto di accertamento penale. La sua (rivolto a Febbo, ndr)è una giustificazione non richiesta, che è accusatio manifesta"
“Entrando nel merito della City: parliamo di investimento moto importante, vestito a festa gravemente, che io ho ereditata nella sua consistenza documentale tecnica e finanziaria , ma di riconosco la fondamentalità. Ci sono troppe eccessive sedi, tanto che non si riesce a coordinare il rinvenimento concreto del lavoro dei dipendenti . Ecco perché sono a favore di questo edificio, per razionalizza il lavoro della pubblica amministrazione, non perché è a Pescara.
Non è la 'pescaresità' che mi ha fatto spingere questo progetto, come argomenta Sospiri. Mi fa sorridere chi fa le riletture al chilo.
Ho espresso un giudizio durante una telefonata, sono abituato a dire anche perché sorrido ai mei figli o perché tolgo il sorriso a mia madre che mi fa troppo litigi nel paese dove sono nato, mi ha perdere voti, litiga troppo”
Oggi mi devo trovare a dire perché ho espresso quel giudizio al collega Silvio Paolucci. Nella telefonata ho detto non è che la pescaresità che mi acceca, non ho mai avuto questa condotta, ho colleghi pescaresi che sono a favore a prescindere, e non cito altre città: quando c’è appartenenza territoriale scatta il suggello del valore. Non è reato, concordo, ma lo può diventare con l’eccesso di rubricazione a cui siamo abituati"
"Mi sono trovato giudicato per una project financing riguardante le aree di risulta, cosa molto complessa, con tutto il rispetto un project financing per un geometra. Ho dovuto leggere e riletto su quanto detto da questo geometra, solo perché avevano fatto il vodù fuori"
"Devo ringraziare questo articolo: scriverò su tutto quello che so che si è fatto in una stagione non solo nella città di Pescara, in corrispondenza di quella parte preliminare di accertamento della verità che fa la polizia giudiziaria , e in particolare una figura. Sono figlio delle pietre della Majella e mi fortifico con chi mi crea problema. Ma se succede s chi è nato a Piano Fara di Rosciano, che considera normale il rapporto tra la via e le difficoltà, quando c’è uno che progetta in ogni modo la difficoltà, cosa accade lì?"
"Non mi fermo qui, chi ha patito le denunce le sa anche fare, conosco tuti gli elementi dell’abuso. Questa vicenda non si concluderà, e non mi importa neanche più quello che faranno domani i giornali sull'argomento, interessa quello che oggetto e bersaglio dell’articolo di stampa, chi confeziona questi stralci e con quale interesse, qual è il meccanismo per cui si arriva a fare questo dosaggio".
"La City si farà, anche con la rilettura che ha rifatto il giudice e lo speciale consulente di cui ancora non conosco il merito. Ma anche io ho trovato un limite nella procedura che saneremo, quello che è certo mi renderò diga affinché mai accada questo livello di vizio, impastato di politica e attività giudiziarietta".

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