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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tangenti e corruzione all'Anas - Anas, la “dama nera” parla e incastra politici e industriali. Tangenti: 19 arresti. Indagato Martinelli, deputato forzista. Coinvolti anche imprenditori della ricostruzione dell’Aquila. Dalle carte spuntano i nomi di Cesa e Gasparri. Il giudice: «Da approfondire»

ROMA Antonella Accroglianò, la “dama nera” dell’Anas che aveva trasformato la più grande stazione appaltante d’Italia in un mercato di mazzette e favori, ha collaborato con i magistrati. Arrestata nell’ottobre scorso, un mese dopo l’ex capo del coordinamento tecnico-amministrativo dell’Anas aveva già firmato fiumi di verbali pieni di ammissioni, ricostruzioni di tangenti, fatto nomi e cognomi di corrotti e corruttori. Di chi per anni ha svuotato l’ente e inquinato il mercato degli appalti pubblici. Un “pentimento” quello della dama nera che a lei è valso il beneficio degli arresti domiciliari e che ha portato ad una nuova ondata di arresti da parte della Finanza. Diciannove le persone arrestate, 17 gli indagati tra dirigenti e funzionari Anas e imprenditori, alcuni dei quali impegnati nella ricostruzione dell’Aquila. «Un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista del settore economico» è il ritratto impietoso tratteggiato dal gip che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. Il deputato e l’ex ministro. Tra gli indagati, un deputato Marco Martinelli, parlamentare toscano di Forza Italia e vice presidente della fondazione “Libertà per il Bene Comune” presieduta dall’ex ministro alle Infrastrutture, Altero Matteoli (indagato dalla procura di Venezia per lo scandalo Mose). Proprio negli uffici della fondazione, secondo i pm, sarebbero avvenuti passaggi di mazzette. A Martinelli, che faceva parte della commissione lavori pubblici alla Camera, gli inquirenti contestano i reati di concorso in turbativa d’asta e corruzione. In particolare, nell’ordinanza si parla del suo ruolo di intermediario politico tra l’Anas e il costruttore siciliano Giuseppe Riccardello (ai domiciliari) per una gara d’appalto indetta nell’isola. Martinelli, per il gip «era in grado di garantire la nomina di un presidente di gara che non fosse ostile all’impresa Ricciardello». E così avvenne: l’imprenditore si aggiudicò i lavori della statale 117 e consegnò alla Accroglianò un “anticipo” di 30mila euro per “l’interessamento”. Il saldo sarebbe stato quantificato in altri 270mila euro. È la stessa ex dirigente dell’Anas a specificare al pm: «Ricciardello mi ha consegnato 30mila euro che io ho diviso con la Parise e con Martinelli». “La Parise” è Elisabetta Parise, dirigente delle risorse umane dell’Anas (indagata) che vanta una candidatura alle comunali di Roma del 2013 nella lista di Alfio Marchini. Per lei la procura scrive: «Esigenze cautelari sussistono anche per Elisabetta Parise, stante la disinvoltura, grazie anche ai contatti politici dalla stessa vantati, con la quale ha partecipato all’accordo corruttivo, in favore dell’imprenditore Ricciardello». «Un pensiero per te». È una «corruzione sistemica» quella emersa dagli interrogatori di Antonella Accroglianò, considerata al centro del giro di tangenti molte delle quali consegnate direttamente nel suo ufficio nella sede centrale dell’ente e che lei chiamava “ciliegie”. Nella rete della procura sono finiti nomi importanti delle costruzioni: oltre Ricciardello, Vittadello spa; Costruzioni stradali spa, Tecnis. Agli atti, un filmato che riprende la consegna di una mazzetta tra la Accroglianò e l’imprenditore Carmelo Misseri. Prima di uscire dal suo ufficio all’Anas, Misseri si sfila una busta dal taschino della giacca e lo infila nella borsa della dirigente: «Senti, ti avevo portato un pensiero ... dovere morale». Non solo mazzette. La “dama nera” non si accontentava solo di contante. In cambio dei suoi favori chiedeva servizi extra ai corruttori. Sempre l’imprenditore Ricciardello, una volta che la dirigente Anas sbarcò in Sicilia le mise a disposizione un auto con conducente. Le sono poi stati pagati viaggi per oltre 90mila euro per lei e la sua famiglia, tra cui una vacanza a Les Deux Alpes.

Quell’intreccio tra affari e partiti. Dalle carte spuntano i nomi di Cesa e Gasparri. Il giudice: «Da approfondire»

ROMA «Ciò che sconvolge è la disinvoltura con la quale gli imprenditori» pagano le tangenti per ottenere vantaggi e dove la cosa «ancor più sconvolgente» è «la facilità» con la quale i funzionari pubblici, prima tra tutti la dama nera, si danno da fare per «avvantaggiare» gli stessi imprenditori. Nelle 136 pagine di ordinanza, il gip Giulia Proto ricostruisce decine di episodi di corruzione: «favoritismi di ogni genere» emersi in quattro mesi d’indagine, Parla di una «forma di malcostume divenuta una consolidata prassi» all’interno di Anas che non sorprendeva più nessuno, tanto che «gli imprenditori più scaltri avevano capito che per ottenere bisognava pagare», cita il «rapporto di scambio» tra funzionari e imprenditori e «l’intreccio con il mondo della politica, che necessitano di ulteriori approfondimenti». Martinelli, MatteoIi, Cesa, Gasparri. Le intercettazioni e le ammissioni della “dama nera” hanno fatto emergere il coinvolgimento del deputato di Fi Martinelli. Ma Antonella Accroglianò negli interrogatori sostiene che lo stesso Martinelli avrebbe parlato «con Matteoli per favorirlo nell’aggiudicazione della gara in Sicilia» e di «non poter escludere» che la nomina del capo della commissione aggiudicatrice «fosse stata decisa da Ciucci (ex presidente, definito un farabutto dall’ex dirigente) su diretta sollecitazione di Matteoli». In un’intercettazione ambientale del luglio scorso, l’ex funzionaria cita Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. Sta parlando della riorganizzazione dell’Anas e al suo interlocutore rivela di aver richiesto il sostegno di un politico per essere confermata nell'incarico: «Sto cercando di salvarmi perché se no...se perdete me...è finita eh...quando era Gasparri (si riferisce alla telefonata ricevuta, scrivono gli investigatori)...mi ha fatto chiamare Gasparri...adesso lunedì vedo di andarci..». Raccontando ai pm di 60mila euro prelevati da una mazzetta da 200mila ricevuti dalla ditta Aleandri e consegnati a Brandani (ex consigliere Anas ai tempi della presidenza Pozzi), la “dama nera” afferma che «i favoritismi di Brandani alla Aleandri risiedono nella sua caratura politica, nel senso di persona di partito vicina all’onorevole Cesa, ovvero di un soggetto che avrebbe potuto operare un intervento favorevole all’interno dell’Anas».

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