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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tangenti all’Anas 19 arresti, indagato un deputato FI «Marciume diffuso». Le indagini della Guardia di Finanza: assunzioni di parenti, regali e un tariffario dai 10 mila ai 200 mila euro per ottenere i lavori. «Loro mi pagano auto e vacanze» La Dama nera aiutava gli “amici”

ROMA Anche il gip Giulia Proto manifesta il suo sdegno verso quello che definisce un «marciume diffuso» all'interno dell'Anas. Perché è documentato, come l’attività «illecita di Antonella Accroglianò non sia di natura occasionale ma abbia carattere continuativo». Nelle 136 pagine di ordinanza, il giuice ricostruisce “il sistema” e di trucchi e favori, sistematicamente retribuiti con mazzette, con un tariffario che va da 10mila a 200mila euro, assunzioni di parenti e amici e l'auto con autista per andare a sciare o al mare. Il nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza, coordinato dal pm Sabina Calabretta, ha fatto un altro passo in avanti nella maxi inchiesta su Anas: diciannove arresti, 36 indagati, accuse che vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti, dall'autoriciclaggio al favoreggiamento personale e alla truffa, una cinquantina di perquisizioni in mezza Italia.
I PROFITTI
Mentre a fine giornata, al sequestro di 800mila euro, ritenuti il profitto della corruzione, si sono aggiunti altri 225mila euro, trovati durante i controlli nelle abitazioni e negli uffici degli indagati. E nell’indagine adesso è direttamente coinvolto anche Marco Martinelli, parlamentare di Forza Italia, accusato di corruzione. Non è però l’ultimo capitolo dell’inchiesta. È lo stesso gip a sollecitare la procura perché chiarisca i rapporti tra gli imprenditori, i funzionari con la politica.
LE MISURE
I nuovi provvedimenti, che riguardano funzionari ed ex funzionari, imprenditori e l'avvocato Andrea Musenga, accusato di aver pagato una mazzetta da 10mila euro, sono l’esito dei documenti sequestrati lo scorso ottobre, dalle rilettura di centinaia di intercettazioni ma, soprattutto, dalle ammissioni di Antonella Accroglianò, l'ex dirigente del coordinamento tecnico amministrativo arrestata ad ottobre e definita dagli inquirenti la “Dama nera”: in tre lunghi interrogatori la donna ha spiegato di aver ricevuto mazzette da decine di imprenditori, facendo nomi e cognomi e chiamando in causa anche politici. Così, se ad ottobre era finito in carcere l'ex sottosegretario Luigi Meduri, ieri è toccato al deputato di Forza Italia Marco Martinelli subire una perquisizione domiciliare. Secondo gli inquirenti avrebbe garantito all'imprenditore Giuseppe Ricciardello, segnalato dalla Dama nera, la nomina di un presidente di gara «non ostile» per un appalto in Sicilia. Un ruolo di mediazione, avvenuto tra cene e incontri all'interno della “Fondazione della libertà per il bene comune”, che gli avrebbe garantito una mazzetta da 10mila euro.
Sono decine le tangenti individuate dai militari, soldi finiti nelle tasche della Accroglianò e degli altri funzionari, pronti a incassare per alterare gare e aggiustare pratiche: l'appalto per l'itinerario basentano, compreso il raccordo autostradale Sicignano-Potenza e quello per la Ss 117 Centrale Sicula (cofinanziata dalla Regione Sicilia), entrambi aggiudicati nel 2014, per la Ss 96 Barese e per la Ss 268 del Vesuvio, aggiudicate nel 2012, e perfino per la realizzazione della nuova sede Anas di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011. Ma anche alcuni lavori sulla Salerno-Reggio Calabria.
LA NOTA ANAS
La nota dell’Anas, che ha già licenziato la dirigente, non lascia margini ai dubbi. «Ringraziamo la procura di Roma per l'aiuto fondamentale che sta dando al nuovo vertice nel fare chiarezza sul suo passato - si legge nel documento -, mettere ordine e tutelare la parte sana dell'azienda, che sta attivamente collaborando» con gli inquirenti. La società sottolinea inoltre che tra gli arrestati ci sono soggetti che sono stati «tempestivamente licenziati» dopo gli arresti di ottobre e soltanto un soggetto destinatario dell'ordinanza e tuttora dipendente, «ma già oggetto nei mesi scorsi di trasferimento».

«Loro mi pagano auto e vacanze» La Dama nera aiutava gli “amici”
Nelle confessioni della Accroglianò ai pm tutti i meccanismi per pilotare gli appalti.
Il trucco dei giorni di pioggia per ridurre il costo della penale a carico di un’impresa.

L’ORDINANZA

ROMA La dama nera e i suoi sodali decidevano chi dovesse vincere le gare Anas e quali aziende, anche colossi del settore, come la Astaldi, potevano essere estromessi. L’attività che il gip definisce «frenetica» emerge dalle intercettazioni. Sono centinaia le conversazioni che raccontano come la Dama nera trovasse sempre una soluzione anche quando i funzionari manifestavano perplessità o si opponevano a passaggi burocratici inconsueti. Gli strumenti per favorire le imprese “amiche” erano tanti, anche il maltempo poteva essere un alleato per giustificare la ritardata consegna dei lavori da parte delle ditte “amiche”, che avrebbero poi provveduto a pagare le mazzette.
IL METEO
Nel settembre 2015 la Dama nera ha garantito che provvederà alla disapplicazione di una penale alla “Aleandri spa” per i ritardi nella consegna di alcuni lavori. La Accroglianò ha già parlato con i colleghi e sodali Giovanni Parlato e Sergio La Grotteria, entrambi arrestati, hanno deciso che l’unica via è attribuire la causa al maltempo. Il problema è convincere l’avvocato Emilia Forgione che non si capacita delle argomentazioni dei colleghi. Parlato cerca di spiegare: «Ti ricordi la Briantea/Aleandri» dice, e il legale replica: «Voi applicate ua penale inferiore a quanto..» E Parlato: «Inferiore perché consideriamo i giorni di pioggia. Ci sono tutta una serie di giorni di pioggia». L’avvocato: «Ma da dove risultano sti giorni di pioggia?» E Parlato: «Li abbiamo chiesti ufficialmente alla Lombardia c’è tutta la lista, vedi che è allagata». L’avvocato ribatte: «Ma il direttore dei lavori e il responsabile del procedimento non ne fanno cenno. Lo so perché le relazioni ce le ho qui davanti». E Parlato: «Non ne fanno cenno perché hanno omesso di fare questa valutazione che deve essere comunque fatta. Per ogni cantiere noi abbiamo recuperato tutti i giorni di pioggia dal sito della Regione Lombardia e dall’Arpa Lombardia. Sono i giorni ufficiali di pioggia».
L’AUTISTA
Secondo il gip, l’imprenditore Giuseppe Ricciardello avrebbe ottenuto un aumento di pagamenti da parte di Anas di 1,8 milioni. Per questo, oltre alle tangenti, garantiva alla dama nera qualche benefit. Come la macchina con conducente utilizzata dalla dirigente dal 2011 al 2015 per accompagnare lei, la figlia o il fratello, a Les Deux Alpes, per la settimana bianca, o al Circeo. Costo quasi quasi 95mila euro in quattro anni. «Con Ricciardello - ha messo a verbale la donna - ho rapporti di stima e lui mi permette di usare il noleggio con conducente. Questa persona mi accompagna e lo paga Ricciardello...ne usufruisco cinque volte al mese o per lunghi viaggi, ad esempio quando vado in montagna».
LA POLITICA
La politica resta sullo sfondo, l’unico onorevole indagato è Marco Martinelli. E un uomo chiave nei rapporti con il “palazzo” potrebbe essere Alberto Brandani, già responsabile dell’organismo di vigilanza Anas e indagato. Racconta la Dama nera: «L'architetto Vito Rossi e Giuseppe Colafelice della Aleandri hanno vinto una gara in cui l’architetto Giuseppe Barilà era presidente di Commissione. È stato Brandani a far vincere questa gara alla società Aleandri. Premetto che il prof Brandani della Fondazione Formiche, aveva delega sul personale, quando lavorava in Anas. Con il tempo avrò dato circa 60 mila euro a Brandani. La gara dovrebbe essere quella della Bradanica. Vito Rossi mi ha dato circa 200 mila euro in 4 anni per questa gara». E la Accroglianò continua: «Il coinvolgimento di Brandani nei favoritismi alla Aleandri risiedeva nella sua caratura politica, nel senso di persona di partito, vicina all'onorevole Cesa, ovvero di un soggetto che avrebbe potuto operare un intervento politicamente favorevole all'interno di Anas. Era una sorta di copertura politica». La Accroglianò precisa di non avere mai dato soldi alle fondandazioni, neppure a “Per il bene comune” quella di Martinelli. «Premetto - dice ancora la Accroglianò - che la dottoressa Elisabetta Parise, dirigente Anas e con un ruolo all'interno della Fondazione Formiche, è amica dell'onorevole Martinelli che era anche nella Fondazione per il Bene Comune. Nella stessa Fondazione c’è il senatore Matteoli. La Parise si propose per portare Ricciardello (Giuseppe, imprenditore arrestato ndr) che lei stessa conosceva dall'onorevole Martinelli affinché questo potesse parlare con Matteoli, ex ministro Infrastrutture e presidente commissione Lavori pubblici, della gara del Ricciardello». E infine salta fuori il nome di Maurizio Gasparri: «Sto cercando di salvarmi perché se no, se perdete me, è finita» dice la Accroglianò in un’ambientale parlando del nuovo assetto in Anas. «Era Gasparri (si riferisce alla telefonata ricevuta, scrivono gli investigatori)...mi ha fatto chiamare Gasparri...adesso lunedì vedo di andarci..».

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