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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Province, metà esuberi ai ministeri. Arriva alla fase finale la procedura per ricollocare il personale in mobilità. Nei dicasteri 1.200 posti vacanti per i 1.600 provinciali. Entro fine mese i lavoratori dovranno indicare la preferenza, poi dopo altri 30 giorni saranno pubblicate le graduatorie finali.

ROMA I dipendenti delle Province rimasti da collocare dopo la riforma che ha portato alla loro soppressione, potrebbero finire in buona parte nei ministeri e nei Comuni. È quanto emerge dalla verifica effettuata con le amministrazioni pubbliche per censire i posti disponibili da destinare ai dipendenti in mobilità degli enti di area vasta. I posti messi a disposizione dovrebbero essere più che sufficienti ad assorbire tutti gli esuberi delle ex Province. Le posizioni vacanti comunicate sono, infatti, circa 3.200 a fronte di 1.644 persone da ricollocare. I ministeri e la Presidenza del Consiglio, hanno messo a disposizione 1.155 posti, mentre l’insieme dei Comuni italiani ha comunicato altre 1.500 posizioni vacanti. Decisamente inferiori le disponibilità indicate dagli altri enti e dalle altre amministrazioni pubbliche. Gli istituti previdenziali, per esempio, hanno indicato solo 193 posti vacanti per assorbire gli esuberi delle Province. Nei giorni scorsi il presidente dell’Inps, Tito Boeri, si era lamentato dell’obbligo imposto dalla legge di dover assorbire questi esuberi prima di poter assumere nuovo personale per completare la dotazione organica dell’Istituto. Le Regioni hanno indicato, invece, la disponibilità ad assumere solo quattro lavoratori provinciali. Ma va anche detto che i governatori hanno già dovuto assorbire buona parte dei dipendenti delle ex Province quando hanno deciso di assorbirne alcune funzioni. Anche le aziende sanitarie hanno limitato la loro offerta a solo quattro posti. Cosa succederà a questo punto? L’iter sarà molto rapido. Entro il 16 marzo, gli enti di area vasta dovranno verificare con il personale interessato le informazioni inserite nell’elenco e comunicare eventuali correzioni. Poi, entro la fine del mese, ognuno dei lavoratori in mobilità potrà esprimere la sua preferenza su dove essere ricollocato.
LA PROCEDURA Entro un mese, dunque per la fine di aprile, sarà stilata una graduatoria con le assegnazioni. Altri trenta giorni di tempo, e si arriva a fine maggio, i provvedimenti di assegnazione saranno firmati. Questo significa che il primo di giugno i lavoratori potranno prendere servizio nelle nuove amministrazioni di destinazione.
Una identica procedura riguarderà anche i lavoratori in mobilità della Croce Rossa Italiana. In questo caso i posti a disposizione sono quasi identici agli esuberi da ricollocare. Si tratta di 1.896 dipendenti a fronte dei quali sono stati comunicati 1.911 posti vacanti. Anche in questo caso la parte del leone è fatta dai ministeri e dalla Presidenza del Consiglio, che hanno comunicato la disponibilità ad assorbire fino a 1.208 esuberi. Subito dopo vengono i Comuni, che hanno comunicato di avere poco meno di 300 posti vacanti da destinare agli ex lavoratori della Croce Rossa Italiana, seguiti dagli enti di previdenza con 209 posizioni. Il ricollocamento dei lavoratori delle Province e della Croce Rossa, può essere considerata una sorta di prova generale di quello che avverrà con la razionalizzazione delle società municipalizzate. Secondo le previsioni ne dovrebbero essere chiuse circa 3 mila con esuberi, che secondo i sindacati, potrebbero arrivare anche a 100 mila unità. Il meccanismo di ricollocamento sarà simile, ma ad assorbire i lavoratori in mobilità dovranno essere le società che sopravviveranno alla scure.

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