PESCARA Anche Cristina Gerardis, direttore generale della Regione nominata dal presidente Pd Luciano D’Alfonso, è stata ascoltata dagli investigatori della squadra mobile durante l’indagine sulla City. La Gerardis non è indagata: è stata interrogata come testimone, insieme ad altri dirigenti e funzionari regionali. Agli inquirenti, la Gerardis ha rivelato che l’operazione della City per accorpare le sedi della Regione nel complesso in costruzione lungo via Tiburtina era una «priorità» di D’Alfonso e degli altri politici. Anche il presidente è estraneo all’indagine, ma alcune sue conversazioni con altre persone tenute sotto controllo dalla polizia, ancorché non indagate, sono finite lo stesso nel fascicolo. E proprio la pubblicazione sul Centro di una di queste intercettazioni di D’Alfonso, mercoledì scorso, ha provocato una polemica imprevedibile: in consiglio regionale, D’Alfonso si è scagliato contro un investigatore della Mobile. Tornando all’indagine, ecco un passaggio della deposizione di Gerardis: «Il presidente D’Alfonso, nel maggio 2015, mi fece inserire la questione la City tra gli obiettivi del dipartimento, ovvero tra quelli che dovevano con priorità essere definiti anche al fine del perseguimento degli emolumenti aggiuntivi del presidente». E la Gerardis ha detto anche che i vertici della politica regionale di centrosinistra erano d’accordo nel portare avanti l’operazione avviata nel 2010 dal centrodestra di Gianni Chiodi: «Il presidente e il suo staff di funzionari che lavorano più frequentemente alle questioni della segreteria di vertice avevano perorato la fattibilità dell’operazione e ne avevano perorato la piena legittimità. Ciò sicuramente fino alla data del 20 maggio 2015». Sono 15 gli indagati per la City: politici, dirigenti regionali e comunali e imprenditori accusati di abuso d’ufficio e abuso edilizio. Il complesso è di proprietà della spa Iniziative immobiliari, una cordata di imprenditori formata dal costruttore Marco Sciarra e dagli imprenditori Giuseppe Girolimetti, Alessandro Acciavatti, Mauro Angelucci, Gianni Paglione, Alessandro Parnazzini, Alessandro Angelucci e il presidente del Pescara Daniele Sebastiani (tutti non indagati, tranne Sciarra). L’indagine è chiusa: ora, si aspettano le possibili richieste di rinvio a giudizio. Ma la squadra mobile, nell’ultimo rapporto mandato in procura il 15 dicembre 2015, ha chiesto la possibilità di eseguire nuovi accertamenti per una presunta turbativa d’asta. Accertamenti che finora non sono partiti. È una data importante quella del 20 maggio perché la Regione, proprio da quel momento, sarebbe venuta a conoscenza di «problematiche urbanistiche» e cioè che la nuova sede, vicina all’aeroporto, avrebbe potuto essere in contrasto con i vincoli del piano aeroportuale di Pescara. E la Gerardis ha raccontato anche di una delibera sulla City pronta ma mai più approvata: «La funzionaria mi portò la bozza della delibera del 19 maggio 2015 e mi espose l’oggetto dell’operazione. Mi spiego: vidi la cartografia, vidi di cosa si trattava e la stessa, comunque, mi rappresentò che l’operazione, pur con alcune non meglio definite problematiche urbanistiche, era tranquilla, tanto è vero che la stesa mi assicurò che aveva effettuato una stringente istruttoria». Il direttore generale della Regione ha parlato, poi, anche della diffida del consigliere regionale M5S Domenico Pettinari – autore dell’esposto alla base dell’indagine – che metteva in dubbio gli aspetti urbanistici: «Il 25 maggio 2015 io effettivamente riscontrai la missiva di Pettinari ed ebbi contezza anche della altrui conoscenza della criticità urbanistica. Prendo atto che vi è una mia nota di risposta a Pettinari del 30 maggio e dico che sicuramente essa è stata redatta su mia indicazione dalla funzionaria Di Filippo la quale ha ripetuto gli argomenti che il suo ufficio fino a quel momento aveva sostenuto in ordine alla correttezza dell’istruttoria dedicata agli aspetti di fattibilità urbanistica».