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Data: 15/03/2016
Testata giornalistica: FILT ABRUZZO
Detassazione premi produttività 2016. Come funziona, calcolo ed esempi

Dopo lo stop per l’anno 2015, la Legge di Stabilità ha ripristinato per il 2016 la detassazione dei premi e del salario di produttività, una delle misure più attese per questa manovra finanziaria per la quale il Governo ha stanziato 430 milioni di euro per il 2016 e 589 milioni di euro per gli anni successivi. Oltre al ripristino della detassazione dei premi produttività, la Legge di Stabilità 2016 ha previsto anche l’ampliamento della platea dei beneficiari, innalzando l’asticella dei redditi ammessi all’incentivo a quelli fino a 50mila euro lordi annui.

Da quando è stato istituito l’incentivo (art. 2 D.L. n. 93/2008), con l’intento di favorire la produttività delle aziende, fino ad oggi il tetto massimo si era aggirato tra i 30mila ed i 40mila euro, escludendo così i quadri che invece ora possono godere dell’agevolazione fiscale. Il limite massimo di importo che potrà essere assoggettato a tassazione agevolata del 10%, se legato al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività aziendali, è stato fissato a 2.500 euro (2.000 euro lordi per le aziende che non coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro). Stesso limite e stessa aliquota agevolata (imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%) per gli utili distribuiti dalle aziende ai dipendenti.

La Legge di Stabilità 2016 ha inoltre stabilito che:

le somme e i valori dei fringe benefit concessi ai dipendenti (art. 51, comma 2 D.P.R. n. 917/1986) e quelli di importo non superiore a 258 euro (art. 51, comma 3 ultimo periodo D.P.R. n. 917/1986) non concorrono, entro questi limiti, a formare il reddito di lavoro dipendente, anche nell’eventualità in cui gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, delle somme detassate;
i premi produttività, fino al limite massimo di 2.000 euro (2.500 euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro, non concorrono alla formazione del reddito complessivo del lavoratore o del suo nucleo familiare ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE); resta fermo il computo dei predetti redditi ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.

Così come in passato, i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione nonché le modalità attuative della nuova disposizione, compresi gli strumenti e le modalità di partecipazione all’organizzazione del lavoro sono stabiliti con un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Bonus stipendi con detassazione premi produttività 2016: decreto legge Governo Renzi. Come funziona, calcolo ed esempi. A breve sarà emanato un decreto che ridurrà al 10% l'imposta sui premi di produttività. Sono previsti guadagni fino a 700 euro.

Verso l'emanazione di un decreto per la riduzione delle tasse legate ai premi di produttività. Ne potranno beneficiare i lavoratori dipendenti con reddito non superiore a 50.000 euro. Il premio detassato potrà salire fino a 2.500 euro nelle imprese che sottoscriveranno accordi con i sindacati con il coinvolgimento dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro. Si resta in attesa del decreto definitivo del Ministero dell'Economia.

Attualmente se un'azienda ottiene un aumento della produttività, i lavoratori hanno un premio che viene tassato con aliquota ordinaria. D'ora in poi avranno una tassazione ridotta del 10%. La Cgia ha calcolato i guadagni. Più precisamente, i risparmi fiscali vanno da 300 a 700 euro per premi da 2.000 euro. Sulla questione è intervenuta anche la Uil, per cui le stime sono ancora maggiori. Un lavoratore con un reddito di 26.500 euro con 3.000 generati dal premio di risultato, ha pagato l'Irpef su 23.500 euro. E ancora: per i 3.000 residui ha beneficiato di una tassazione del 10% e di un credito d'imposta di circa 640 euro.

Secondo Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, "se la detassazione del salario legato alla produttività fosse reintrodotto ci troveremmo di fronte a una positiva novità. Ovviamente, il nostro giudizio resta sospeso sino all'effettiva emanazione del provvedimento e alla lettura dei testi, ma la direzione di marcia potrebbe essere quella giusta. Negli anni scorsi, il sindacato aveva già rivendicato e ottenuto norme sulla detassazione, ma questo stesso governo non le aveva poi confermate, suscitando la nostra forte contrarietà". Di positivo c'è che in base agli ultimi dati, la produzione industriale è cresciuta dell'1,9%.

I premi di produttività sono commisurati a una serie di risultati obiettivo stabiliti dalle aziende. Possono quindi essere destinati alla previdenza integrativa oppure alla sanità complementare. In alternativa ai premi, i lavoratori potranno optare per i servizi del welfare aziendale, dagli asili nido per i figli alle badanti per i genitori. In questo caso riceveranno dei voucher che saranno esentati completamente dalle tasse. Per lo Stato si tratta di un impegno di spesa di 430 milioni di euro per quest'anno e di 589 milioni di euro per quelli successivi se, per come sembra, dovesse decidere di mantenerli in vigore. Nel paniere del welfare potrebbero finire anche i contributi alla previdenza complementare: il premio per la produttività potrebbe dunque essere indirizzato verso il secondo pilastro.

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