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Pescara, 25/07/2024
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Data: 15/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trappole e tradimenti le notti senza stelle per Pd e Forza Italia. Rapino alle prese con il caso Sulmona e i malumori aquilani. Pagano esulta ma il partito ha espresso poco alle primarie

L'AQUILA Prima a Sulmona per incontrare Sel, Socialisti (o quel che resta), Scelta Civica e Andrea Gerosolimo, e poi all'Aquila per chiarirsi con la direzione locale. Marco Rapino sarà oggi alle prese con le sue due spine più dolorose nel fianco. Con Gerosolimo ha un conto in sospeso: la candidatura improvvisa di Annamaria Casini a sindaco di Sulmona a capo di cinque liste «civiche», ha di fatto spiazzato il Pd che voleva costruire con l'assessore alle Aree interne un percorso politico regionale. Questi almeno erano gli accordi. «Gerosolimo deve chiarire la sua posizione nel panorama politico regionale - spiega Rapino - c'è Sulmona, ma anche Vasto, Lanciano e Roseto. E' una questione di lealtà e correttezza politica, senza contare che Sulmona da quindici anni è ostaggio di ambizioni politiche personali che assicurano magari la vittoria, ma non la governabilità». Per Rapino, insomma, a Sulmona c'è ancora tempo per la presentazione delle liste e per il collocamento del Pd. E se c'è a Sulmona, figurarsi all'Aquila (dove per motivi di agenda l'incontro di ieri è stato spostato ad oggi). Qui però le questioni poste dalla dirigenza locale e dal consigliere Pietrucci, «sono temi della politica regionale. La Regione sta lavorando molto per L'Aquila - spiega Rapino - è inutile continuare a paventare lo spettro dell'antiaquilanità. Non vogliamo una regione a due velocità e il capoluogo è al centro della nostra politica di rilancio». Però, insomma, fa capire, ognuno deve stare al suo posto: perché aprire vertenze è una cosa, fare i battitori liberi un'altra.
SE ATENE PIANGE...
Nel centrodestra, o meglio in Forza Italia, se si può, i ferri sono ancora più corti, specie dopo le primarie di domenica scorsa che per l'affluenza sono state un successo per la coalizione, ma per i risultati un fallimento per gli azzurri. E non ci vogliono grandi analisti del voto per capirlo, nonostante il coordinatore regionale Nazario Pagano si dica entusiasta della partecipazione e dell'unità della coalizione ed elogi, proprio lui che le ha sempre avversate, le primarie come strumento di coinvolgimento dell'elettorato. Nei tre centri più importanti per Forza Italia è stata una debacle: a Vasto ha vinto l'ex assessore regionale in quota Fratelli d'Italia, Massimo Desiati; a Lanciano Errico D'Amico sostenuto da Udc e Ncd e a Francavilla Alessandro Mantini, «che si sarà fatto pure la tessera - fa notare un criticissimo Mauro Febbo - ma è di fatto un candidato civico». Febbo per questo non fa sconti al coordinatore regionale: «Si deve dimettere lui e il coordinatore provinciale di Chieti - commenta Febbo - stanno lì solo per curare i loro interessi elettorali, con Pagano che punta solo ad avere una candidatura blindata alle prossime politiche. Altrimenti - continua - non si spiegherebbe come in due anni il coordinamento sia stato riunito solo due volte e come in Abruzzo gli unici fare opposizione siamo io e Sospiri». In difesa di Pagano interviene però l'ex presidente Gianni Chiodi: «Nazario ha avuto il merito di mantenere unito il centrodestra che a livello nazionale è molto frantumato - commenta - i problemi in Forza Italia ci sono, ma aver tenuto unita la coalizione è già un bel risultato».

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