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Pescara, 25/07/2024
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Data: 15/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«Vidi il bimbo sui binari, frenai invano». Al processo in Corte d’Assise la drammatica testimonianza del macchinista: ero sotto choc, non scesi neppure a vedere

A sostenere l’accusa in aula a Chieti è il pubblico ministero Andrea Papalia. La difesa dei tre imputati è affidata agli avvocati Luca Sarodi e Antonio Valentini che puntano sul concorso di colpa da parte di Ferrovie dello Stato avendo evidenziato, non da oggi, che nel tratto in cui si è verificato l'incidente non vi è alcuna protezione. Prossima udienza l'11 luglio per sentire altri testimoni. Sentenza il prossimo autunno.CHIETI Ha visto il bimbo sui binari, inconsapevole del pericolo. Ha tentato di frenare, ma non ha potuto evitare di colpire il piccolo, uccidendo il piccolo sul colpo. È il giorno della testimonianza del macchinista, al processo davanti alla Corte d’Assise di Chieti. Oggetto della seconda udienza, le fasi del tragico incidente costato la vita a Francesco Pio Spinelli, 3 anni, travolto e ucciso da un treno nel tardo pomeriggio del 24 maggio del 2014 nei pressi della stazione San Marco di Pescara. Il bambino, secondo l'accusa, si allontanò da casa attraverso un varco della recinzione e raggiunse i binari proprio nel momento in cui stava sopraggiungendo un treno regionale che era partito da Roma Tiburtina. Erano le 18.40. Per la sua morte sono finiti sotto processo la madre Loreta De Rosa, accusata di abbandono di minore, il padre Virgilio Spinelli e il nonno Cristoforo Spinelli, questi ultimi accusati di concorso in omicidio colposo. Fra i testimoni, ieri è toccato deporre al macchinista del convoglio, Pasquale Bianchi, che dallo scorso dicembre è andato in pensione. L'uomo ha raccontato quei frangenti e il suo restare esterrefatto quando all'improvviso vide spuntare due bambini. «Uno era in piedi sulla massicciata, l'altro stava gattonando sulle rotaie: sono rimasto esterrefatto, ho azionato i freni e il fischio ma non sono riuscito a evitare l'impatto», ha detto l'uomo dinanzi alla Corte presieduta da Geremia Spiniello, giudice a latere Isabella Allieri, «Quando mi sono fermato non riuscivo a perdonarmi, ero in preda a un forte choc, mi sono fatto coraggio e mi sono messo alla ricerca del capotreno che è andato a verificare. Io non sono andato a vedere il bambino, non sono sceso dal treno». Tra le 19 testimonianze raccolte ieri, sono stati sentiti la capotreno Tiziana Tronca, il sostituto commissario della Polfer di Pescara Davide Zaccone, il maggiore della polizia municipale di Pescara Giorgio Mancinelli e la donna che chiamò l'ambulanza, Ilenia Pelagatti. È emerso che il treno in quel tratto viaggiava nel pieno rispetto dei limiti di velocità e che il convoglio in seguito all'impatto e alla frenata si arrestò dopo aver percorso altri 249 metri. Il bambino, probabilmente sfiorato dalla motrice, venne invece sbalzato a una distanza di circa 50 metri tant'è che le prime ricerche del corpo, effettuate sotto il convoglio, non diedero alcun esito. Dalle testimonianze è anche emerso che l'abitazione di Cristoforo Spinelli, con annessa stalla per i cavalli, era stata realizzata abusivamente e che fra il varco attraverso il quale si ritiene sia passato il bambino e i binari ci sono una trentina di metri di distanza. «Una madre premurosa verso il figlio», ha detto in aula la pediatra che seguiva il bambino. La professionista ha tratteggiato il profilo psicologico della madre. Un tentativo da parte della difesa di picconare l’accusa nei confronti di Loreta De Rosa di avere lasciato il bambino a se stesso. L'avvocato della difesa, Luca Sarodi, ha chiamato a deporre, oltre alla dottoressa, anche alcuni familiari di Francesco Pio. Al centro delle testimonianze, le presunte responsabilità degli imputati in merito alla mancata vigilanza del bambino e la scarsa cura dei luoghi, legata alla presenza di quel buco lungo la recinzione che affaccia sulla ferrovia e attraverso il quale il bambino sarebbe passato prima di essere investito. È stato inoltre ricostruito l'intero percorso compiuto dal piccolo.

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