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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il taglio degli sconti contributivi frena la corsa delle assunzioni fisse

ROMA Il saldo è ancora positivo ma il crollo delle assunzioni stabili è notevole: a gennaio scorso sono state solo 106.697, il 39,5% in meno (-69.542 in valore assoluto) rispetto a quanto avvenuto a gennaio 2015 quando la decontribuzione entrò in vigore, e persino meno di due anni fa, gennaio 2014, quando in totale assenza di sgravi contributivi si assunsero quasi cinquantamila persone in più. Una frenata imponente che fa riflettere e che purtroppo sembra dare ragione a chi - sindacati in prima fila - temeva uno scenario del genere come conseguenza del drastico calo della “droga” incentivi (a gennaio di quest’anno gli sgravi contributivi sono passati dal 100% per tre anni, al 40% per due anni). Adesso il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, afferma di non essere sorpreso dal risultato, anzi di darlo quasi per scontato, vista la corsa allo sconto “pieno” con il boom di assunzioni con sgravio negli ultimi mesi dello scorso anno (379.000 solo a dicembre, oltre un milione e mezzo nell’intero anno). Poletti è convinto: «Il Jobs act dimostrerà il suo valore negli anni perché cambia strutturalmente il mercato del lavoro». Anche Renzi difende l’impianto della riforma «che sta portando più posti di lavoro» ma ammette che sono «ancora pochi rispetto a quelli che servono». Parole che non attenuano la preoccupazione dei sindacati. Anche perché, nel frattempo, il precariato - che il jobs act si propone di contrastare - sta esplodendo attraverso il fenomeno voucher (i buoni di 10 euro a ora per il pagamento delle prestazioni occasionali): a gennaio ne sono stati venduti 9,2 milioni (+36%), un record assoluto. «È stata inventata la nuova forma di precarietà, se possibile peggio delle forme di precarietà precedenti» accusa il leader Cgil, Susanna Camusso. Una stortura di cui in realtà è consapevole lo stesso governo che, infatti, annuncia il varo di una norma per una maggiore tracciabilità dell’utilizzo dei voucher, così da limitarne abusi e usi impropri.
L’OSSERVATORIO

Secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, gennaio quindi è stato un mese decisamente fiacco per il trend occupazionale. I nuovi rapporti di lavoro (tra tempo indeterminato, a termine e stabilizzazioni) sono stati in totale 406.000, ovvero 120.000 in meno rispetto al primo mese del 2015 (-23%) e 95.000 in meno rispetto a gennaio 2014 (-18%). Il rallentamento ha coinvolto soprattutto i contratti a tempo indeterminato (-70.000, pari a -39%, su gennaio 2015 e -50.000, pari a -32%, su gennaio 2014). Sono però diminuite anche le cessazioni: 294.000 contro le 360.000 dello stesso mese del 2015 e le 356.000 di due anni fa. Il saldo quindi resta positivo, anche se in forte ridimensionamento (112.000 contro i 166.000 di gennaio 2015 per il totale dei nuovi rapporti; 37.000 contro i 90.000 di un anno prima per contratti “fissi”). Che gli sgravi contributivi abbiano fatto da traino alle assunzioni nel 2015 non c’è alcun dubbio. Ne hanno usufruito oltre un milione e mezzo di rapporti fissi, ben il 63,3% delle attivazioni, superando quindi di gran lunga l’obiettivo del milione previsto al momento del varo della norma.

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