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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Da 5 mila a 2,5 milioni il magico mondo dei voucher alle stelle. L’aumento esponenziale delle assunzioni light senza contributi. In Abruzzo nel 2015 sono raddoppiati: Chieti e Teramo in prima fila

L'AQUILA Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ieri, ha annunciato durante il Question Time, una stretta per evitare le irregolarità, gli «aggiramenti della norma», anche perché i numeri dicono che i voucher da strumento per l'emersione del lavoro nero, si sono trasformati nell'ultimo anno in una riduzione delle tutele per i lavoratori e, paradossalmente, in un mezzo per evitare quelle che prima erano assunzioni, anche stagionali. «Nei prossimi giorni pubblicheremo un report completo - ha detto il Ministro - l'impennata nell'uso dei voucher si è avuta con la legge che ha ampliato i campi di attività», commercio, turismo e servizi, in particolare: in altre parole i lavoratori hanno continuato a lavorare come prima, solo senza contratto e con meno contributi. E l'Abruzzo non fa eccezione, anzi: in attesa del report del Ministro, la Uil ha anticipato non solo gli sconcertati dati del 2015, ma anche quelli del primo mese del 2016.
TRA LE POCHE VOCI A CRESCERE
E i voucher sono una delle poche voci a crescere nella tabella occupazione. E non necessariamente, anzi tutt'altro, questo è un bene. Nell'anno trascorso il valore dei voucher in Abruzzo è stato di 2.474.610 euro: una crescita progressiva, ma non costante: dai 5.162 euro del 2008, al 1.367.860 del 2014, fino all'exploit dello scorso anno. Con la provincia di Chieti che guida la classifica (910.656 euro), seguita da quella di Teramo (616.178), Pescara (593.907) e L'Aquila (353.869). In Abruzzo tra i diversi settori a farla da padrone è il commercio (653.297 euro di voucher nel 2015, quasi il doppio dell'anno precedente 361mila), seguita dal turismo (546.889 euro) e dai servizi (341.496 euro). Ma valori raddoppiati rispetto al 2014 si registrano in quasi tutti gli altri ambiti di utilizzo: agricoltura (32.170 euro), manifestazioni sportive e culturali (96.510 euro), giardinaggio e pulizia (148.477) e lavori domestici (39.594). Nel 2014 i voucheristi in Abruzzo erano circa 25mila, più di Calabria e Basilicata, poco meno della Sicilia. Ma quest'anno, se si va avanti così, siamo destinati a scalare la classifica: nel gennaio 2016 in Abruzzo sono stati venduti 192.741 voucher (ognuno da 10 euro), 56.347 in più di quelli venduti nel gennaio 2015, pari al 41,3% di incremento che mette (Campania a parte) la nostra regione tra le prime in Italia, dove la media di incremento è stata del 36,4%. Un incremento che in Abruzzo ha superato il 106% in due anni, calcolando che nel 2014 i voucher venduti erano stati 82.662. Poletti ha detto che prima dei decreti attuativi del Jobs Act saranno introdotte misure che ampliano la tracciabilità dei voucher, con l'obbligo per l'impresa di comunicare via sms o via telematica il loro uso. Si perché la disinvoltura con cui si distribuiscono queste paghette senza contributi è fuori controllo, persino in molti enti pubblici, con Comuni, per lo più piccoli, che li hanno distribuiti senza alcun criterio codificato, senza bandi, avvisi pubblici e accordi contrattuali (ti pago per fare cosa e quando, per intendersi). Qualche procura della Repubblica, anzi, è stata già messa sul chi va là.

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