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Data: 17/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Roma, Meloni: corro Berlusconi attacca «Leghisti ex fascisti» Caos pure a Torino. La leader di FdI lancia la sua candidatura. Nella Capitale spunta perfino l’ipotesi del veronese Tosi. Rottura Lega-FI in Piemonte

ROMA Come previsto da qualche giorno, ieri Giorgia Meloni ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco della Capitale con il sostegno di Fratelli d'Italia e Lega Nord. Silvio Berlusconi però non arretra su Guido Bertolaso e va all'attacco dei leghisti romani bollandoli come «tutti ex fascisti» e ricevendo a stretto giro da Matteo Salvini la rottura anche sulla candidatura a Torino di Osvaldo Napoli.
Intanto anche Flavio Tosi annuncia la sua candidatura al Campidoglio, convinto che da ex leghista riuscirà a togliere qualche voto al suo ex partito e a conquistare un po' di visibilità nazionale. La partita per il candidato sindaco di Roma del centrodestra è diventata a tutti gli effetti, una resa dei conti per la leadership nazionale e un vero caos per la Capitale, dove ormai i candidati di quell'aera arrivano a cinque se si tiene conto anche di Alfio Marchini e Francesco Storace.
«Sono venuta ad annunciare che dopo attenta e accurata riflessione ho deciso di correre per la carica di sindaco di Roma», ha detto ieri la Meloni in una conferenza stampa organizzata davanti al Pantheon, «prima c'era l'orgoglio di essere cittadino romano, ora si pensa ai topi, a mafia capitale» garantendo discontinuità rispetto all'ultima amministrazione di centrodestra perché «non ci sarà l'ombra di Alemanno, i romani sanno che non c'è nessun rapporto con Alemanno che sta fondando un nuovo movimento alternativo a FdI».
CINQUE LISTEMeloni ha anche risposto alle critiche che le avevano fatte Bertolaso e Berlusconi sulla difficoltà di fare il sindaco da neomamma: «Nessun uomo può dire ad una donna cosa deve fare o non fare. Per questo ho scelto di scendere in campo anche se incinta. E Roma ha come simbolo una lupa che allatta due gemelli. Avrei preferito godermi i mesi più belli per una donna in un altro modo, ma ho sempre considerato che se non ci fosse stata un'opzione migliore la mia candidatura sarebbe stata in campo».
Alla rottura di fatto con l'alleato forzista c'è stato un appello a Bertolaso dicendogli che «il tuo curriculum è valore aggiunto, dacci una mano, vieni qui, lavoriamo ancora insieme» e lo ha invitato a «non farti strumentalizzare, si può fare ancora insieme. Non m'interessa la leadership del centrodestra, m'interessano i romani. Voglio fare un appello a Salvini, a Berlusconi e a tutto il campo del centrodestra: aiutatemi a non lasciare Roma ai 5 stelle, vinciamo insieme, si può fare».
La bocciatura però era già arrivata in mattinata dal Cavaliere che parlando a Mattino5, aveva detto che «sa benissimo Giorgia che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco» mentre «Bertolaso vincerà, con la sua lista civica a cui si affiancata quella di Forza Italia, al primo turno» e poi cercando che Salvini si è «fatto mal consigliare dai suoi, e si sia fatto trascinare in una logica di scontro locale. I leghisti di Roma sono tutti ex fascisti quindi hanno vecchie liti tra loro che sfociano tutti i giorni».
Anche Bertolaso ha ribadito, «non mi ritiro, vado avanti come una ruspa» e ha attaccato «i politici hanno un'idea e il giorno dopo la cambiano. Io non sono un politico ma un tecnico, sono stati loro tre a chiedermi di candidarmi e io l'ho fatto».
Salvini intanto ha aperto un nuovo fronte a Torino, scaricando il berlusconiano «Osvaldo Napoli, non è un candidato valido, si è perso troppo tempo. Se Berlusconi non vuole politici, ma imprenditori e professionisti, per me la persona giusta è il notaio Alberto Morano».
Il malcontento sull'operazione "Roma" c'è anche nella Lega dove per il governatore Roberto Maroni la scelta andava lasciata a Berlusconi e «la battaglia per la leadership del centrodestra non si vince facendo la guerra all'alleato, ma con progetti e proposte». Da Montecitorio poi è arrivato anche l'annuncio dell'ex leghista Tosi, attuale sindaco di Verona, di star «pensando di candidarmi a sindaco di Roma. Oggi non conta di dov'è il sindaco, conta che uno il sindaco lo sappia fare. Come dice Berlusconi serve un uomo del fare».

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