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Pescara, 25/07/2024
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Data: 18/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Masterplan, D’Alfonso scrive a Benedetti e spiega il «suo» piano. Il presidente: verrò al più presto in consiglio comunale. Ecco i soldi che dovrebbero toccare al capoluogo di Regione

L’AQUILA In questi ultimi giorni nello stanco e spesso autoreferenziale dibattito politico cittadino domina il termine Masterplan che, più o meno, significa “Documento di indirizzo strategico regionale che sviluppa un'ipotesi complessiva sulla programmazione del territorio”.
LA POLEMICA. A dire il vero il merito di aver fatto balzare agli onori della cronaca il Masterplan si deve al consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci che, giorni fa, per poco non sferrava un paio di schiaffi al presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso accusato di aver assegnato pochi soldi, all’interno del Masterplan «alla mia città», cioè L’Aquila. Da lì è partita l’agitazione nel Pd aquilano (l’opposizione, e in particolare Giorgio De Matteis e Guido Liris, avevano da parecchio iniziato a sparare pallottole di carta, leggasi comunicati stampa) tanto che il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti (al quale da un po’ di tempo a questa parte piace un mondo fare il bastian contrario) ha convocato una seduta, per il 21 marzo, in cui discutere al mattino di Masterplan e al pomeriggio di riorganizzazione della sanità regionale.
LA LETTERA. Alla fine il consiglio non si farà perché D’Alfonso ha scritto una lettera al «caro Carlo» in cui chiede lo spostamento della data in quanto per lunedì 21 marzo ha impegni a cui non può rinunciare. Ma la lettera non si limita ad aggiornare l’agenda di Benedetti. Il presidente della giunta si dilunga e spiega a «Carlo» quello che spiegherà a tempo debito a tutti i consiglieri. COS’E’ IL MASTERPLAN. Ma che cosa è in concreto il Masterplan di cui tanto si dibatte? Seguendo la lettera di D’Alfonso cerchiamo di capirne di più. Il documento programmatorio si fonda su una “cassa” complessiva di un miliardo e 290 milioni di soldi pubblici. Una bella cifra che fa gola a tanti. I settori di interesse sono: ambiente, sviluppo economico, turismo e cultura. «In questo quadro» scrive D’Alfonso a Benedetti «abbiamo dedicato particolare attenzione allo sviluppo dell'Abruzzo interno, poiché siamo assolutamente convinti che unire la nostra regione è condizione imprescindibile per avere una sua crescita armonica ed equilibrata. E dunque non potevamo che considerare fattivamente una priorità il rilancio dell'Aquila e della sua provincia, duramente colpite in questi anni dalla crisi economica e dal tragico evento del terremoto». Alla Provincia dell’Aquila la fetta di torta assegnata è di oltre 180 milioni di euro. I SOLDI. Al Comune dell’Aquila toccheranno, dice D’Alfonso, quasi 81 milioni di euro (che si badi bene non c’entrano nulla con i quasi 300 milioni per lo sviluppo economico che sono in arrivo nel capoluogo – con la regia di Giovanni Lolli – come quota percentuale dei fondi stanziati per la ricostruzione materiale). Nella tabella a destra ci sono le opere che dovrebbero essere realizzate in città. C’è fra l’altro il ponte verso la Mausonia, il potenziamento delle ferrovia, la Variante sud, un centro di eccellenza per la vista, la valorizzazione dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria di Collemaggio (qui i 10 milioni previsti sembrano molto pochi se si vuole fare un intervento che abbia senso). A queste dice D’Alfonso si aggiungono opere extra Masterplan fra cui la diffusione della banda ultra larga in tutte le zone industriali, la pista ciclabile lungo il fiume Aterno, la messa in sicurezza della L’Aquila-Pescara. Queste sono le proposte che fa D’Alfonso. LA POLITICA AQUILANA. Forse i politicanti aquilani invece di buttarla sempre in caciara (dando l’impressione di non sapere nemmeno loro ciò che vogliono) dovrebbero fare proposte alternative, suggerire opere diverse da quelle previste (il ponte, che pure piace tanto a Pietrucci, è o no una priorità per la città?), chiedere l’inserimento di altri fondi spiegando a chi toglierli e perché. Invece, al di là di enunciazioni teoriche (tese a riposizionarsi in vista di una campagna elettorale per le amministrative 2017 che si annuncia molto “cafonal”), di concreto c’è poco se non la solita litania di Pescara “ladra” e L’Aquila “vittima”. Una litania che funziona sempre in una città dove è arrivata – e continua ad arrivare – una valanga di soldi per una ricostruzione non sempre trasparente (basti guardare i dati forniti ieri dalla Guardia di Finanza) ma sulla quale regna un silenzio che a volte sfiora l’omertà. Forse Benedetti dovrebbe convocare un consiglio anche per chiedere agli uffici comunali se in questi anni ci sono state revoche o tagli di contributi, applicazioni di penali, aggregati commissariati, fondi dati a sciupìo per rifare musei privati, controlli su cantieri e Sal. Ma no, forse è meglio parlare di Masterplan e di “miseri” 80 milioni. Fa più chic.

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