Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.579



Data: 19/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trasporti caos, il premier all’attacco dei mini-sindacati Renzi duro: assurdo bloccare le città per scioperare contro una guerra che non c’è . Forti disagi a Roma e Milano sia nelle metropolitane che alle fermate dei bus.

ROMA A Milano, una frangia del corteo che protestava per i trasporti pubblici a un certo punto è finita a lanciare petardi contro la sede del consolato turco, gridando slogan contro Erdogan. Capire il nesso tra il caos immigrati in Turchia e le rivendicazioni di autisti dei bus e macchinisti della metropolitana, può sembrare difficile. Specialmente per chi ieri si è ritrovato davanti ai cancelli chiusi delle stazioni metro o alle fermate sovraffollate dei bus. E certo non aiuta leggere il volantino di chi aveva organizzato questo sciopero dei servizi pubblici, in particolare dei trasporti, un insieme di mini-sindacati (Cub, Si-Cobas, Usi, Ait e Sbm), scesi in piazza contro una non precisata «guerra» ma anche contro «la politica economica e sociale del governo di Matteo Renzi». Il quale in serata è passato al contrattacco: «Credo che i cittadini si meritino altro del vedere piccole sigle sindacali che scioperano contro la guerra che non c’è», ha detto il premier al termine di un summit Ue a Bruxelles. «Meno male che lo sciopero lo hanno fatto in pochi- ha detto ancora Renzi - Forse non è chiaro: l’Italia non fa la guerra in Libia, e chi fa lo sciopero di venerdì per il trasporto pubblico locale, in nome della guerra in Libia, prende in giro i cittadini, ed è giusto che chi rappresenta il governo lo dica con molta chiarezza».
L’agitazione di ieri ha offerto un assist al presidente del Consiglio per rimettere al centro dell’agenda politica la riforma delle norme sui sindacati. «Auspico che sindacati e Confindustria - ha concluso Renzi - possano risolvere il grande tema della rappresentanza sindacale, perché o lo facciamo noi o lo fanno loro». Parole condivise dal presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse.
L’AUTHORITY
«Certi sindacati vivono fuori dalla realtà - è il commento a caldo del Garante - non hanno consapevolezza di questo momento storico e dei disagi che vivono i cittadini». In questo caso, spiega, sarebbe stato difficile precettare «perché si trattava uno sciopero generale, quindi con valore politico. Però le motivazioni dovrebbero essere sempre reali e pertinenti». Anche secondo Alesse «è urgente riformare la materia dello sciopero, soprattutto la delicata questione della rappresentanza sindacale. Non si può più tergiversare, è tempo di mettersi intorno a un tavolo per garantire maggiormente i diritti dei cittadini», conclude il garante. A cui resta un dubbio: «Ma di quale guerra si trattava poi?».
Chissà se il dilemma ha sfiorato anche i romani che ieri sono rimasti a piedi per quattro ore, tra le 8.30 e le 12.30, perché hanno chiuso contemporaneamente tutte e tre le linee metro e decine di corse dei bus sono saltate. Proprio nella Capitale si sono registrati i disagi maggiori, anche perché da ormai quasi un anno si assiste a un braccio di ferro tra i macchinisti e i manager dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti. Non a caso alla protesta nazionale di ieri, si era affiancata quella di altre due sigle locali, Orsa e CambiaMenti, che rivendicavano una serie di questioni locali.
I RITARDI
Qualche disagio si è registrato anche a Milano, dove a partire dalle 18 la circolazione dei treni delle linee M1, M2 ed M3 è stata progressivamente sospesa e anche alcuni bus hanno viaggiato a rilento. Navette del Tpl in ritardo anche a Genova, con due funicolari che sono rimaste chiuse, e a Napoli dove ha scioperato il 16% dei conducenti. Per quanto riguarda il trasporto aereo, si sono fermati i piloti e gli assistenti di volo della compagnia Mistral Air, per lo sciopero proclamato separatamente da Cgil e Uil. Problemi anche per alcune scuole, dato che l’agitazione «contro la guerra» interessava, in teoria, pure prof e bidelli: a Messina alcuni istituti hanno dovuto chiudere per mancanza di personale, mentre la campanella d’entrata è slittata di qualche ora in diversi comuni della Toscana e a Trieste. E rischia di essere un venerdì di disagi anche il prossimo, quello alla vigilia del week end di Pasqua: gli autisti del servizio Ncc (Noleggio con conducente), infatti, si preparano a manifestare in molte città, minacciando di «bloccare l’Italia».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it