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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/03/2016
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Atv, la marcia indietro degli autisti: «Uno sbaglio bocciare l'accordo». Vendita di biglietti a bordo e controllo visivo, raccolta firme in azienda

VERONA Gli autisti urbani dell'Atv si cospargono il capo di cenere e, con una petizione firmata a maggioranza, chiedno niente meno che il «recupero e l'immediato ripristino di validità» dell'accordo sulla vendita dei biglietti a bordo e il controllo visivo che loro stessi hanno bocciato con un referendum non più tardi di un mese fa. L'iniziativa è spontanea e non concordata con i sindacati che quell'accordo avevano negoziato con pazienza in settimane di trattativa con l'azienda. «Mi fa un po' sorridere -d ice Mario Lumastro della Cgil - forse i lavoratori hanno capito che l'accordo non era così male e noi sindacalisti non eravamo così sciocchi. Ma, sia chiaro, non si può far finta che il referendum non ci sia stato: l'esito di quel voto va rispettato». Il direttore generale dell'Atv Stefano Zaninelli ha prontamente convocato le sigle firmatarie dell'accordo (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti, Faisa-Cisal, Sul-Ct) per martedì prossimo. «Proporrò al consiglio di amministrazione di tornare indietro e applicare l'accordo - annuncia Zaninelli - si è compreso alla fine che quell'accordo era a vantaggio degli autisti». Dopo la bocciatura del referendum, Atv si era detta pronta a procedere comunque con le misure «anti-portoghesi» come previsto dal contratto nazionale.
Gli autisti, però, non avrebbero più potuto contare sulle migliorie negoziate dai sindacati: un'indennità di mansione, un incentivo di 8o centesimi per ogni biglietto venduto (al prezzo di due curo), una copertura assicurativa aggiuntiva. Nella lettera allegata alla petizione, inviata a Zaninelli e ai sindacati, gli autisti adesso ammettono di aver fatto un «palese sbaglio di valutazione », visto che «non avevamo percepito fino in fondo i criteri veri degli accordi» sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e, soprattutto, che «i fondamenti di questi accordi nascono dai Contratti Nazionali e quindi già contrattualizzati nel settore».
Insomma, gli autisti si sono resi conto che, bocciando il referendum con 145 voti contrari contro 107 voti favorevoli si sono tirati la zappa sui piedi. La petizione ha raccolto 183 firme, la maggioranza assoluta dei circa 280 autisti in servizio sul circuito urbano. Lo scopo è di «recuperare le salvaguardie intrinsiche degli accordi, le spettanze individuate per il personale, di rendere la nostra azienda competitiva sul mercato e dare all'utenza una vera parità sociale che si realizza solo quando tutti contribuiscono al pagamento di un servizio pubblico allo stesso modo ».

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