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Data: 21/03/2016
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Lo scandalo delle Sud-Est - Ferrovie Sud Est, la voragine degli sprechi. L'ira di Renzi: «Vicenda squallida, faremo pulizia». Le cifre sconcertanti della cattiva gestione pubblicate nella relazione del ministero: 14 milioni di stipendi a Fiorillo, 27 a uno studio legale di Roma. E poi c'è l'indennità speciale per l'archivio a marito, moglie e figlio. Compensi stellari per i dirigenti, archivi d’oro e consulenze costose e ingiustificate.

C’è questo e molto altro nella relazione che il commissario delle Ferrovie Sud Est, Andrea Viero, ha consegnato nelle ultime ore e che il ministero dei Trasporti ha già pubblicato. Una relazione di poco più di 100 pagine da cui emerge con chiarezza che le Fse sono una macchina mangia soldi e produttrice di scandali.

Ora quella relazione mette tutto a nudo, a partire dalle incredibili remunerazioni dei dirigenti. Primo fra tutti quel Luigi Fiorillo che ha fatto il bello e cattivo tempo al vertice dell’azienda come amministratore unico dal 2004 al 2015. In questo arco di tempo, l’ingegnere ha percepito qualcosa come 13,7 milioni di euro. Tutto ciò accadeva «senza che il socio o il collegio sindacale — scrive Viero nella sua relazione — assumessero alcuna determinazione» in merito ai compensi di Fiorillo.

E su questa storiaccia all'italiana interviene anche il premier: "Sulla vicenda squallida di Ferrovie Sud Est andremo fino in fondo. Abbiamo commissariato. E faremo pulizia totale. Il Sud cambia verso". Lo scrive il presidente del Consiglio Matteo Renzi su Twitter, commentando la relazione del commissario. "Alle Ferrovie Sud Est sono già stati revocati incarichi e ridotti i costi". E' quanto invece afferma il ministro dei trasporti, Graziano Delrio che su twitter preannuncia: "presto il piano industriale". Il ministro ricorda che nella società ci sono anche "tanti lavoratori per bene". "Il Sud - conclude - #cambiaverso".

Ma monta anche la polemica politica. "Le squallide notizie che leggiamo sulla situazione di Ferrovie Sud Est ne nascondono una positiva: finalmente c'è una politica che ha deciso di andare a fondo in vicende di malcostume e malaffare a danno dei cittadini. La decisione del governo e del ministro Delrio di fare piena luce su una vicenda evidentemente losca testimonia la volontà del governo di risollevare il Sud partendo dal settore chiave delle infrastrutture che possono non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini ma sono anche strumento di accesso e scambio commerciale, nonché opportunità reale di uno slancio economico per le regioni più depresse d'Italia". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.

"Era ora! Per anni e anni, purtroppo inascoltati, abbiamo denunciato l'opacità e le criticità delle Ferrovie Sud Est e dei suoi vertici, e i governi, proprietari di quell'azienda, che si sono succeduti hanno fatto sempre orecchie da mercanti. Per anni Palazzo Chigi e i ministri competenti hanno taciuto, di fronte alle denunce di Vendola e della Regione Puglia il silenzio o la sottovalutazione dei ministri berlusconiani, di Passera, di Lupi sono eloquenti. Ora si può e si deve aprire una pagina nuova. Era ora che i responsabili del dissesto e delle ruberie venissero perseguiti, ed era ora di permettere a quelle ferrovie di rilanciarsi". Lo dice l'esponente di Sel Nicola Fratoianni. "Ma non si dica che il Mezzogiorno così è alla svolta, altrimenti si ricade nella propaganda. Serve anche altro di fronte all'abbandono di ogni politica nazionale di valorizzazione del Sud: investimenti, risorse, progetti che dalle parti di Palazzo Chigi latitano..."

La malagestione parte da lontano. Neanche per i commissari è stato possibile ricostruire la remunerazione corrisposta da Fse all’avvocato Fiorillo per tutti i 23 anni trascorsi in azienda. Quel che è certo è che tra il 2004 e il 2015 l’amministratore unico ha percepito una remunerazione totale lorda pari a 13 milioni 750mila euro. Gli “anni d’oro” per Fiorillo sono quelli che vanno dal 2004 al 2007, quando arriva a percepire quasi due milioni e mezzo all’anno. In questo triennio “risultano corrisposti, attraverso un contratto di collaborazione co.co, importi complessivi pari a 7,6 milioni di euro”.

Un compenso, fa notare il commissario, che è stato stabilito dall’assemblea dei soci di Fse. Non va dimenticato che Fiorillo ha percepito un altro milione di euro in qualità di dirigente distaccato di Trenitalia. Nel suo ruolo di assistente al Rup, Fiorillo ha percepito compensi lordi per 4,9 milioni di euro.

Ma in merito a questi incarichi conferiti dal Rup a Fiorillo la relazione fa notare che si rileva “un palese conflitto di interessi sia tra quest’ultimo quale Au e Fse, quale società appaltante e sia tra il Rup e il medesimo Fiorillo, in quanto il secondo nomina il primo, il primo nomina il secondo assistente del Rup”.

Ma gli scandali nella più grande ferrovia concessa d’Italia non hanno mai fine. Dalla relazione emerge un altro caso eclatante. È quello riguardante l’archivio aziendale e la costituzione dell’archivio storico di Fse. “L’affidamento del servizio avviene mediante l’individuazione diretta del fornitore, in questo caso tre persone fisiche, incaricate separatamente”. Si parte dall’incarico dell’archivista Rita Giannuzzi, poi si passa al commercialista Franco Cezza (incidentalmente — si fa notare nella relazione — si osserva che questi è marito della Giannuzzi) e si amplia l’incarico all’avvocato Gianluca Cezza, “figlio della Giannuzzi e di Cezza”.

Un archivio tutto in famiglia dai costi considerevoli. Il compenso mensile per la Giannuzzi veniva fissato in 8,9mila euro, poi rivisto al rialzo fino a 9,5mila euro al mese. Contratto che sarebbe stato esteso fino al 2021 se non fosse intervenuta

La revoca del commissario nel gennaio 2016.

La stessa dinamica si ripete sui contratti degli altri due, padre e figlio. Fino a oggi ai tre sono stati erogati compensi pari a 2,9 milioni di euro. “Ove non fosse intervenuta la revoca del commissario — è scritto nella relazione — il costo totale per la realizzazione dell’archivio sarebbe giunto alla cifra di 5,4 milioni di euro. Corrispondente al costo di un treno e mezzo (Atr)”.

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