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Pescara, 25/07/2024
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Data: 22/03/2016
Testata giornalistica: La gazzetta del mezzogiorno
La Cisl, i 100 permessi sindacali e i figli sistemati negli appalti. Cassano (Ncd): «Ci dicano chi ha avuto benefici».

Parlano di «disinformazione diffamatoria e calunniosa nei confronti dei sindacalisti, senza alcun buon senso e distinzione di sorta» il segretario generale della Fit Cisl, Filippo Iacobazzi, e il segretario regionale pugliese Nicola Merico. Il riferimento è all'articolo con cui domenica la «Gazzetta» ha ricordato che in Sud-Est vige (pur disdetto) un accordo per i permessi sindacali particolarmente generoso, che costa all'azienda un milione di euro l'anno, e che viene mantenuto in piedi proprio mentre ai dipendenti viene disdetto il contratto integrativo. «In Ferrovie Sud-Est - scrivono i due - i sindacalisti che usufruiscono di permessi sindacali "continuati" ( ... ) sono appena 6 unità e non 100 unità come capziosamente ricordato. I sindacalisti aziendali (Rsa) usufruiscono dei permessi consentiti dalla legge aziendalmente e cioè massimo 2 giornate mensili. Il costo delle 6 unità in permesso continuato ( ... ) ammonta complessivamente per tutti ad una media di 150.000 euro annui, senza contare quelli a carico dell'Inps perché in pensione». «La libera scelta personale di una lunghissima militanza pluriennale sindacale - è detto ancora - porta un sindacalista anche a rivestire ruoli direttivi, e non come capziosamente attribuito dall'autore dell'articolo ai rappresentanti sindacali di aver fatto "carriera" sulla pelle dei lavoratori». L'articolo non parlava di permessi ((continuativi ». Il signor Iacobazzi, che dell'accordo sindacale è firmatario (grazie all 'accordo pur essendo in permesso continuativo percepisce persino i buoni pasto), dovrebbe ricordare quanti erano gli Rsa beneficiari (26): sommando tutte le sigle si arriva a ben più di 100 persone (su 1.300 lavoratori). E visto che per coprire i relativi turni l'azienda ricorre agli straordinari, il costo di un milione di euro l'anno è largamente sottostimato. Per il resto, l'articolo faceva notare quanti dipendenti Sud-Est hanno fatto carriera nelle rispettive sigle sindacali, e quanti sindacalisti (anche della Cisl) hanno sistemato i propri figli nelle aziende degli appalti.

Emiliano: sono stato io a chiedere il commissario. Cassano (Ncd): «Cí dicano chi ha avuto benefici». Losacco (Pd): andai da Passera, ma non sí mosse

BARI. La Regione Puglia chiedeva da almeno tre anni che il ministero delle Infrastrutture intervenisse sulla situazione delle Sud-Est. Per questo Michele Emiliano non è disposto ad accettare né responsabilità, né i sospetti che gli sono piovuti addosso ieri. Il disastro delle ferrovie è dunque finito al centro dell'ennesima polemica politica che il presidente ha innescato ieri con Matteo Renzi ed i suoi, con tanto di lite su Twitter con alcuni sostenitori del premier.
«Chi mi attacca - ha detto Emiliano - non san nemmeno che le Sud Est sono del ministero delle Infrastrutture. A ottobre, pur non avendone alcun obbligo e travalicando i miei stessi poteri, ho chiesto al ministro Delrio il commissariamento, che è arrivato solo a gennaio. Tutti sanno che la Regione Puglia non aveva alcun potere di vigilanza». La Regione in questi mesi ha più volte espresso la volontà di acquisire le Sud-Est, ma soltanto dopo il risanamento. E, così come avvenuto negli anni passati, ha chiesto di essere messa nelle condizioni di analizzare compiutamente i conti. Ma almeno su questo punto, Emiliano ha cercato di non farsi trascinare nelle polemiche e - almeno con i giornali - ha scelto la strada del silenzio. Sulla vicenda è intervenuto invece, con durezza, il sottosegretario Massimo Cassano, che ha definito la vicenda «di uno squallore estremo ».. «Io e i cittadini italiani - dice il coordinatore regionale di Ncd - abbiamo il diritto di sapere chi e come ha potuto beneficiare direttamente e indirettamente di tale albero pubblico della cuccagna, alle spalle e alla faccia di chi quotidianamente ha dovuto invece fare i conti, come vittima, esclusivamente con carrozze ferme e mai utilizzate, ritardi e disservizi », Cassano parla di «una gestione oscena del denaro pubblico e, come se non bastasse, una servizio da carro bestiame offerto ai pendolari pugliesi»: «Davanti a queste notizie - aggiunge ancora - provo tanta rabbia per i danni fatti alla collettività, in cambio di enormi vantaggi per un esclusivo e ristretto circolo di mascalzoni».
A fare sintesi prova il deputato Pd pugliese Alberto Losacco, che ieri pomeriggio ha simbolicamente compiuto un viaggio su un treno delle Sud-Est per ascoltare le opinioni dei pendolari. «Il commissariamento - dice Losacco - è un atto politicamente obbligato, un gesto di discontinuità e di cambiamento. È terminata definitivamente un'epoca nefasta, quella delle gestioni clientelari e improduttive nate e cresciute quantomeno nell'assenza della classe dirigente locale ». Losacco se la prende con i predecessori di Renzi. «La mossa di Delrio - dice - acquista particolare valore anche in virtù dell'incapacità ad agire manifestata persino dal governo Monti. Quattro anni fa accompagnai dal ministro Corrado Passera l'allora assessore regionale ai trasporti della Regione. Eppure Passera, il super ministro tecnico, non ebbe la forza di intervenire e di fare quel che oggi è riuscito a fare Delrio. Passera non intervenne, forse anche per le rassicurazioni che provenivano da buona parte della dirigenza pugliese che non condivideva affatto l'ipotesi del commissariamento. Proseguirono così altri anni di gestione sciagurata dei conti». Losacco chiede «l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul disastro delle Sud Est»

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