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Data: 22/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Le gite low cost - L’autista della strage «Un colpo di sonno». L’uomo indagato per omicidio plurimo “per imprudenza”: 13 i morti. L’Italia in lutto per le sette studentesse morte: «Erano le persone migliori»

Sei i feriti italiani Di questi, quattro sono ancora ricoverati, ma non in pericolo di vita La stampa: chi indossava la cintura si è salvato, polemiche sulla sicurezza delle gite low cost

ROMA Adesso che le sette vittime hanno volti e storie, lo strazio è ancora più grande. L’Italia piange le studentesse morte nello spaventoso incidente avvenuto in Catalogna, che ora sorridono solo dai loro profili Facebook, belle e piene di attese, piange le loro vite spezzate in un’alba di morte. Senza ragione, se non le parole smozzicate dell’autista, indagato oper omicidio plurimo “per imprudenza” per l’incidente che ha fatto 13 morti e 34 feriti: «Lo siento, me he dormido». «Mi dispiace, mi sono addormentato». Francesca Bonello, 24 anni, di Genova, Elisa Valent, 25 anni, di Venzone, Udine, Valentina Gallo, 22 anni, di Firenze, Elena Maestrini, 21 anni, di Bagno di Gavorrano, Grosseto, Lucrezia Borghi, 21 anni, di Greve in Chienti, Firenze, Serena Saracino, 23 anni, di Torino, ed Elisa Scarascia Mugnozza, 26 anni a maggio, di Roma, sono rimaste uccise con altre cinque studentesse che partecipavano al programma Erasmus in Spagna: due ragazze tedesche, una francese, una romena, un’austriaca e una uzbeca. Tredici giovani donne, tredici storie interrotte dentro il pullman ribaltato sulla strada che porta da Valencia a Barcellona. Erano, dice Gaetano Manfredi, presidente della Conferenza dei rettori, «le persone migliori che abbiamo» perché «la comunità degli studenti Erasmus è un patrimonio di tutto il Paese e di tutta l’Europa». È una tragedia che lacera il cuore, davanti alle parole disperate dei genitori, come quelle di Alessandro Saracino, medico di Settimo Torinese, padre di Serena: «Era un angelo dai capelli lunghi. Con lei siamo morti anche noi. Chiedo che queste cose non accadano mai più: gli spostamenti dei giovani, che sono la speranza, il nostro futuro, devono avvenire in sicurezza, con mezzi in buone condizioni e non alle 4 del mattino con autisti forse stanchi». Il presidente Sergio Mattarella parla di «un giorno molto triste per l'Italia e per tutta l'Europa». Per papa Francesco, che si dice «fortemente addolorato», è «una perdita irreparabile». Le tredici salme sono composte all’obitorio di Tortosa, una cittadina a circa 20 chilometri dal luogo della tragedia. È qui che avviene il rito del riconoscimento dei corpi straziati dallo schianto, la fine di ogni speranza. È pomeriggio avanzato quando Matteo Renzi, accompagnato dal presidente catalano Carles Puigdemont, arriva per abbracciare le famiglie, assistite dalla Farnesina e dell’ambasciata italiana. Porta loro «la commozione di tutti, nessuno escluso»: «Oggi è il giorno più difficile da mandare giù - dice - Questa vicenda ci colpisce in modo profondo perché sono sette ragazze così sorridenti e piene di vita che ti sembra impossibile pensarle in un obitorio. Forse perché l’Erasmus ha toccato praticamente ogni famiglia italiana». Per alleviare il peso della tragedia, Renzi chiede alle autorità «di restituire i corpi ai familiari prima possibile». I tempi del rimpatrio tuttavia potrebbero essere allungati dai tempi dell’inchiesta aperta dalla magistratura catalana. Durante la visita, il premier incontra anche i genitori degli studenti italiani feriti: sei, quattro dei quali ancora ricoverati. Uno di questi, spiega l’ambasciatore Stefano Sannino, è «in condizioni più complesse», ma «nessuno è in stato critico». È fuori pericolo, ma sedata, Annalisa Riba, originaria di Dronero, Cuneo: ha ferite al viso e una vertebra cervicale gravemente lesionata, e dovrà quindi essere operata. «Mia figlia non sa delle sue amiche, e non le diremo niente fino a dopo l’intervento. Erano tutte amiche sue, non ce n’è più una» dice la mamma, Consolata Bianco. Tra gli altri, in prognosi riservata, c’è Laura Ferrari, studentessa 23enne di Giurisprudenza all’università di Modena e Reggio Emilia, originaria di Correggio. Raggiunta dai familiari, è stata sottoposta all’ospedale di Barcellona, a un delicato intervento. Dormivano tutti, o quasi al momento dello schianto. Secondo il quotidiano La Vanguardia, le vittime erano sedute nella parte sinistra del pullman, vicino ai finestrini, e sono rimaste schiacciate nell’impatto contro l’asfalto quando il mezzo si è rovesciato, finendo nella carreggiata opposta. Molti passeggeri che indossavano la cintura si sono salvati. Ma la sicurezza del viaggio low cost - 20 euro per andata e ritorno Barcellona-Valencia in 24 ore - alimenta ora le polemiche. L’autista, un uomo di 63 anni rimesso in libertà dopo essere stato interrogato a lungo, è stato ricoverato ieri mattina in terapia intensiva per una contusione polmonare e non ha potuto presentarsi come previsto davanti al giudice. Il mondo dell’università, dal ministero agli atenei, le città d’origine delle vittime, da Firenze a Torino, sono in lutto. Il direttore dell’Agenzia nazionale Erasmus Indire parla di «una tragica fatalità che non deve fermare il grande sogno dell’Erasmus». Ma il rettore dell’università di Genova, Paolo Comanducci, che ribadisce la «grande opportunità» rappresentata dal programma, non riesce a trattenere la commozione: «Li abbiamo mandati là perché avessero una opportunità di vita. Che tornino così è una cosa tremenda».

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