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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/03/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Mare sporco, il sindaco: «Non lascio». Forza Italia lo interroga sull’ordinanza fantasma di luglio e cita le intercettazioni delle telefonate dello scandalo.Alessandrini a Mascia e Antonelli: «Anche voi indagati» M5S ripropone la mozione di sfiducia, ma l’aula la boccia

Il caso politico sembrava archiviato proprio come, in parte, quello giudiziario. Sbagliato. Otto mesi dopo, il pasticcio dell’ordinanza fantasma dell’estate scorsa per il mare inquinato minaccia di travolgere il sindaco Alessandrini e la sua giunta come uno tsunami. La pubblicazione sul Messaggero delle intercettazioni della procura delle telefonate tra sindaco, vice sindaco e il dirigente Vespasiano ha rivelato un retroscena di pasticci, imbarazzi e ammissioni su cui l’opposizione ieri in consiglio comunale s’è scagliata come una furia. Forza Italia, per voce di Vincenzo D’Incecco, ha presentato un’interrogazione urgente riprendendo le conversazioni intercettate e arrivando a chiedere le dimissioni del sindaco, colpevole di «aver dormito per tre giorni nonostante il mare gravemente inquinato». Il Movimento 5 Stelle, con la capogruppo Enrica Sabatini, ha riproposto una mozione di sfiducia a sindaco e giunta invitando soprattutto Sel a schierarsi dalla parte della verità: richiesta affondata dal centrosinistra con il voto nel pomeriggio, presidente Blasioli astenuto. Non bastasse, una interrogazione di Guerino Testa e del gruppo Ncd sulle assunzioni estive in Attiva (il 31 marzo scade il contratto con la società che fornisce i rinforzi a tempo determinato e ci sarà forse una proroga) ha scatenato la rabbiosa protesta degli ex interinali rimasti senza lavoro e che ieri in aula consiliare, tradite una volta di più le loro aspettative su un reintegro ritenuto impossibile, hanno preso a male parole l’amministrazione al completo con beceri cori da stadio. Enzo Del Vecchio ha poi avuto un faccia a faccia con loro, insieme con il consigliere Piernicola Teodoro. Il timore è che la vertenza degli ex interinali, gestita fin qui malissimo, possa sfociare in disordini che sarà bene scongiurare trovando una via d’uscita: il fatto che la risposta del Ministero all’interpello slitti a ottobre certo non aiuta.
SLITTA LA TARI In questo scenario ad altissima tensione il presidente dell’assemblea, Antonio Blasioli, è stato costretto a sospendere i lavori due volte al mattino e poi a dichiarare chiusa anzitempo la seduta nel pomeriggio, dopo aver dato la parola di tre minuti a un esponente degli Interinali senza gloria. Si riprende oggi. La seduta aveva come punto forte la delibera sulla Tari ma l’assessore ai tributi Adelchi Sulpizio è solo riuscito a illustrare il documento, subissato da centinaia di emendamenti di Forza Italia e cinquestelle su un aspetto in particolare: il pagamento della tassa in quattro rate anziché in due, soluzione quest’ultima gradita agli uffici perché consentirebbe di incassare le risorse sufficienti ad evitare anticipazioni di casa ad Attiva.
Se sulla Tari si troverà l’accordo, è sul mare inquinato che Alessandrini rischia, pur avendo chiarito che «non ci saranno dimissioni». Il primo cittadino, parlando di doppiopesismo e di fariseismo, ha risposto a Forza Italia ricordando l’archiviazione dal falso e gli avvisi di garanzia che per la City hanno raggiunto invece l’ex sindaco Luigi Albore Mascia e l’ex assessore Marcello Antonelli, oggi consiglieri: come a dire che una grana con la giustizia non ce l’ha solo lui «Saprete dimostrare la vostra discolpa» ha detto loro; il sindaco ha poi evidenziato il forte impegno dell’amministrazione comunale per la bonifica del fiume, «cosa mai fatta da nessuna amministrazione». Albore Mascia, intervenuto come Antonelli per fatto personale, ha risposto per le rime: «Da sindaco ho affrontato nevicate e alluvioni ma mai ho avuto problemi di mare inquinato, a parte una volta a Fosso Pretaro a Francavilla: fosse successo a me il mio destino sarebbe stato diverso».


Se il cerchio magico è erede del superpartito.

La spiegazione dei continui mal di pancia della giunta comunale potrebbe avere un nome: il cerchio magico. Un gruppo di Whatsapp molto ristretto composto dal sindaco Alessandrini, dal suo vice Enzo Del Vecchio, dal capogruppo Marco Presutti e dal dirigente Guido Dezio. Ed è proprio dal telefonino di quest’ultimo, posto a suo tempo sotto sequestro dalla polizia (nonostante Dezio non fosse mai stato indagato) nell’ambito dell’indagine sulle ordinanze di divieto di balneazione mai emesse, che vennero fuori questi messaggini. I quattro, il 23 luglio del 2015 si danno un appuntamento: «Dopo la giunta comunale di questa sera - scrive il sindaco Alessandrini - urge convocazione per definire questione giunta. Vi attendo con usuale entusiasmo», e gli altri danno il loro assenso. Un semplice incontro che potrebbe non voler dire nulla, ma che fa tornare un male antico della politica pescarese, in altre stagioni declinato nelle formule meno eufemistiche di «superpartito» o «cono d’ombra». Le differenze: quei comitati erano trasversali ai partiti delle vecchie maggioranze costruite sull’asse Dc-Psi, mentre oggi il blocco Pd è granitico. E questo offre una prima spiegazione ai continui conflitti dentro la maggioranza e anche in seno alla parte del Partito democratico esclusa dal cerchio magico.
Potrebbe significare insomma che, a partire dall’emergenza del mare inquinato, la giunta gestisce le cose fino ad un certo punto, poi le decisioni più significative, dal punto di vista politico e non solo, vengono prese altrove. Una sorta di doppio livello operativo che potrebbe esserci in Comune e che crea malumori e fastidi agli altri membri dell’esecutivo. Una cerchia ristretta che collabora con il sindaco, ma che forse potrebbe stare stretta anche a lui o comunque che potrebbe anche non gradire molto.
E questa considerazione scaturisce dall’analisi dell’interrogatorio del sindaco davanti ai pm Mantini e Di Serio sulla balneazione. In quella circostanza Alessandrini sembra togliersi qualche sassolino dalla scarpa e con un paio di affermazioni mette nei guai il suo cerchio magico. «Prendo atto del fatto che Del Vecchio e Vespasiano sapevano, per averne colloquiato telefonicamente tra loro. Non so spiegare le ragioni per cui non mi hanno informato al riguardo». E poi ancora su Dezio che non c’era neppure in quel periodo e che venne a sapere dell’accaduto due giorni dopo il fattaccio delle ordinanze, dice: «Dezio, Vespasiano e Monaco convennero unitamente a me che poteva essere opportuno predisporre due ordinanze, redatte entrambe il 3 agosto 2015». Una dichiarazione che fece scattare le perquisizione e i sequestri anche per Dezio che Alessandrini sapeva all’oscuro del papocchio estivo.

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