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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Abusò dei permessi 104, operaio licenziato. Atessa, la Cassazione dà ragione a Sevel: di 24 giorni concessi solo 4 ore spese per assistere il parente

LANCIANO È stato confermato dalla Cassazione il licenziamento di un dipendente della fabbrica dei Ducato Sevel, Stefano A. (53 anni), «colpevole», secondo i giudici, «di passare troppo poco tempo (quattro ore al giorno, ndc) ad assistere il parente invalido per il quale aveva ottenuto tre giorni mensili di permesso retribuito, beneficio previsto dalla legge 104». Il dipendente, che per la stessa vicenda è stato anche rinviato a giudizio per truffa aggravata, aveva fatto ricorso contro l’azienda per il licenziamento, annullato in primo grado dal tribunale di Lanciano che aveva reintegrato il dipendente al suo posto di lavoro. Ma la Sevel aveva fatto ricorso in appello, vincendolo. La Suprema Corte conferma adesso quella decisione considerando il comportamento del lavoratore «una grave violazione dei principi di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto di lavoro», «idonea a legittimare il recesso per giusta causa del datore di lavoro». «Il lavoratore», scrivono i giudici nella sentenza 5574 depositata ieri, «a fronte di 24 ore di permessi retribuiti concessi nei giorni 22, 26 e 28 novembre 2012, aveva tenuto una condotta compatibile con le motivazioni assistenziali poste a sostegno della richiesta solo per quatto ore e 13 minuti, pari al 17,5% del tempo totale», dimostrando così «un sostanziale disinteresse per le esigenze aziendali». Quattro ore al giorno concentrate nella mattina sono state ritenute dagli ermellini, sulla scia di quanto stabilito dalla Corte d’appello dell’Aquila, troppo poche «sia in termini di fascia oraria, sia in termini di durata della permanenza». Quanto contestato al lavoratore è la circostanza di aver utilizzato i permessi mensili «per scopi estranei a quelli per i quali sono stati concessi», nel suo caso per consentirgli di assistere un parente con handicap.

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