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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/03/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Zappagate, l’ultimo schiaffo. Mai, non gli ha mai notificato la sospensione dall’incarico. E di conseguenza non gli ha mai detto neppure perchè quella poltronissima che gli aveva assegnato in pompa magna un anno fa, adesso all’improvviso la rivoleva indietro.

L’operazione è conclusa: due giorni fa il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ha messo a bando il posto di Direttore del dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio che è appartenuto a Giancarlo Zappacosta, il direttore signorno. Paga caro, paga carissimo Zappacosta la sua opposizione interna al governatore: prima ci ha rimesso un pezzo di poltrona (quella dei Trasporti, spacchettata e assegnata a Maria Antonietta Picardi qualche mese fa) e poi l’altra metà, sfilatagli dal presidente senza manco un preavviso.

Zappacosta nel frattempo si è rivolto al tribunale per chiedere di essere reintegrato, e il ricorso si discuterà il prossimo 6 aprile. Nel frattempo D’Alfonso lo ha declassato e gli ha assegnato un incarico come dirigente all’Europrogettazione. La corsa a ricoprire la sua vecchia poltrona, Turismo e Cultura, tradisce la volontà di non lasciare vacante molto a lungo un posto che il tribunale potrebbe facilmente decidere di riassegnare all’ormai ex direttore.

Ci sono infatti venti giorni di tempo a partire dal 22 marzo per presentare la domanda. E il ricorso difficilmente si chiuderà in un’unica udienza. Ma l’operazione killeraggio è chiarissima, non a caso D’Alfonso prima di ideare questa strada ha chiesto pareri e consulenze a destra e a manca e persino al ministero della Funzione pubblica. Tutti pareri che hanno bocciato l’operato della Regione, soprattutto alla luce del fatto che si violerebbe il principio di equità: in altri precedenti casi di deleghe spacchettate, la Regione non ha mai fatto bandi per individuare i nuovi direttori ma ha sempre provveduto ad assegnare i dipartimenti direttamente.

Lo Zappagate sta facendo molto rumore alla Regione, mentre continua inesorabile la fuga dei dirigenti, stanchi e stressati dai modi spicci e prepotenti del governatore. Un altro col piede sulla porta è Giovanni Savini, mentre l’unica che sembra resistere, al momento, è il direttore generale Cristina Gerardis. Alla fine della fiera, tra i mega dirigenti chiamati da D’Alfonso a guidare la navicella regionale e pescati all’esterno, resterà solo lei.

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