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Pescara, 25/07/2024
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Data: 29/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«Il porto di Ortona deve andare con Civitavecchia»

Carissimo Direttore, lei mi conosce bene, abbiamo partecipato insieme ad alcune iniziative su portualità, logistica e sviluppo dell’Abruzzo. Come sa che, sulla vicenda del network unico tra porti d’Abruzzo e porti di Roma, siamo alle battute finali, anche se non definitive. Infatti, la Conferenza Stato-Regioni, che si terrà giovedì, affronterà la questione degli eventuali emendamenti al disegno di legge di riforma della portualità, di recente approvato dal Consiglio dei Ministri. Sul progetto che ci riguarda, molti si sono orientati positivamente: le istituzioni regionali di Abruzzo e Lazio con un documento congiunto; le segreterie regionali del PD abruzzese e laziale con un documento congiunto; Confindustria, Confcommercio ed altre; il polo Inoltra (logistica). Tale progetto è stato inoltre difeso in prima persona da D’Alfonso e da D’Alessandro. Ci siamo convinti, in base ad una serie di segnali, che anche il Ministro Delrio sia favorevole, ma che il suo problema sia quello di non creare un precedente il quale potrebbe scatenare una serie di rivendicazioni localistiche di altre regioni. Il progetto di network unico Lazio-Abruzzo è pienamente in sintonia con il progetto di riforma portuale nazionale: infatti, prevede un accorpamento e non invece una ulteriore proliferazione di autorità di sistema portuale. Si è compreso, purtroppo in ritardo, che i porti non sono solo punti di partenza e punti di arrivo per le navi, bensì nodi di un sistema più complesso che deve necessariamente raccordarsi con le diverse modalità di trasporto, per sviluppare i flussi di traffico, esistenti e da realizzare, al servizio dello sviluppo. Un porto è un elemento al servizio di una piattaforma territoriale strategica, la quale sostiene lo sviluppo anche delle aree territoriali interne. Il piano di riforma impone però, anche all’Abruzzo, la sfida di un adeguamento di sistema dei trasporti: porti, interporto, aeroporto e soprattutto linee ferroviarie. L’Abruzzo, per la sua posizione geografica, per la sua baricentricità nella Macroregione Adriatico-Ionica, può intercettare flussi crescenti di merci che si muovono sulle autostrade del mare: Emanuele Grimaldi, AD della omonima società, definì la posizione geografica regionale “rivoluzionaria”, a condizione di ammodernamenti delle infrastrutture. Come lei sa, Direttore, questo tema non è uno dei problemi dell’Abruzzo, ma è il problema fondamentale: in una società post industriale e sempre più globalizzata, la logistica e in generale il trasporto di merci e persone sono una leva dello sviluppo, a patto di riuscire ad intercettarli e valorizzarli. Quindi, il network unico tra Porti di Roma e Porti d’Abruzzo si fonda su “interessi complementari e convergenti”. Diversamente, il sistema Marche-Abruzzo, i cui porti si contendono lo stesso mercato, relegherebbe la nostra regione in un ruolo di retroguardia. >Per queste ragioni, le chiediamo di aiutarci a far comprendere al Ministro che il nostro è un progetto di aggregazione di portualità finalizzato allo sviluppo, a differenza di quelli ligure, campano, ecc. Bisogna risolvere la questione prima di arrivare ad un contenzioso di natura costituzionale. Antonio Nervegna, Ortona


Speriamo che vada come auspica l'ingegner Nervegna, perche' non oso pensare a che cosa succederebbe se invece i porti abruzzese finissero sotto Ancona: dopo avere osteggiato in tutti i modi questa soluzione, il trattamento non sarebbe certo di favore....

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