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Pescara, 25/07/2024
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Data: 31/03/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Speciale pensione integrativa - Pensione integrativa: che cos'è, chi può aderire, quanto conviene. Tutto quello che c’è da sapere sul secondo pilastro della previdenza: gli strumenti a disposizione, le tipologie di fondi, la contribuzione, le prestazioni, le possibilità di anticipazione o recesso (lo speciale in pdf)

PESCARA Per integrare la propria pensione, lo strumento principe è aderire a un fondo pensione. Si tratta di un versamento volontario a una società di gestione che punta a valorizzare il capitale sui mercati finanziari. Il risultato è una rendita che si aggiunge a quella della pensione.
CHI PUÒ ADERIRE? A un fondo pensione possono aderire tutti i lavoratori: dipendenti privati e pubblici, lavoratori autonomi, liberi professionisti, lavoratori atipici. Non possono aderire i titolari di pensione di vecchiaia, mentre può aderire chi è titolare di una pensione anticipata o di invalidità se l’adesione avviene almeno un anno prima del raggiungimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia.
CHE TIPO DI FONDO SCEGLIERE? In genere i fondi sono di due forme: a contribuzione definita e a prestazione definita. Nel fondo a contribuzione definita, quello che ci interessa, la rendita dipende dall’importo dei contributi versati, dalla durata del periodo di versamento, dai rendimenti ottenuti, meno i costi. Con il fondo a prestazione definita viene invece stabilito l’ ammontare della prestazione finale e in base a quella si definiscono i contributi da versare. Il mercato offre oggi anche forme miste, ma per i lavoratori dipendenti la normativa italiana stabilisce che possano essere costituiti solo fondi a contribuzione definita. Sul mercato sono presenti tre tipi di fondi: 1) i fondi pensione negoziali, costituiti dalle parti sociali in base a un contratto nazionale, di settore o aziendale. Il fondo è alimentato dal Tfr, da contribuzioni volontarie del lavoratore e da contribuzioni del datore di lavoro. 2) Ci sono poi i fondi pensione aperti istituiti da banche, imprese assicurative, società di gestione del risparmio (Sgr) e società di intermediazione mobiliare (Sim). 3) Il terzo tipo sono i Pip, i Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo, offerte cioè da compagnie di assicurazione. Al fondo di primi tipo, il fondo negoziale, aderiscono i lavoratori dipendenti. Gli autonomi o i liberi professionisti possono aderire a un fondo aperto o a un Pip. Il lavoratore dipendente può decidere di trasferirsi a un fondo aperto o a un Pip ma perde la contribuzione del datore di lavoro.
COME INVESTONO I MIEI SOLDI? I Fondi pensione investono i contributi versati (compresa la quota del TFR) nei mercati finanziari. Le opzioni di investimento possono essere: azionarie, obbligazionarie, bilanciate e garantite. E’ importante che l’iscritto conosca le varie opzioni di investimento, perché a ognuna corrisponde un profilo di rischio e un rendimento diverso.
QUALI SONO LE PRESTAZIONI? Innanzitutto, prima del pensionamento si può chiedere un’anticipazione del fondo, il suo trasferimento o il riscatto. Raggiunta l’età della pensione, si può ottenere una rendita pensionistica se si hanno almeno 5 anni di versamenti, o si può ottenere il 50% del montante accumulato in forma di liquidità.
POSSO CHIEDERE UN’ANTICIPAZIONE DI QUANTO VERSATO? L’anticipazione del fondo si può ottenere in qualsiasi momento per sostenere spese sanitarie per terapie o interventi straordinari, che riguardino l’iscritto al fondo, il coniuge e i figli. In questo caso si può ottenere l’anticipo fino al 75 % della posizione individuale maturata. La stessa anticipazione del 75% si può ottenere, ma solo dopo 8 anni di partecipazione alla previdenza complementare, per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa, quella dell’iscritto, del coniuge o dei figli. Per altre esigenze non documentate è possibile ottenere una somma fino al 30% della posizione individuale maturata, solo dopo otto anni di partecipazione alla previdenza complementare.
POSSO CHIEDERE IL RISCATTO DELL’INVESTIMENTO? E’ possibile riscattare in tutto o in parte quanto versato al fondo se si verificano situazioni particolari che riguardano la vita lavorativa (licenziamento, mobilità, cassa integrazione, invalidità permanente). Il riscatto totale è possibile esclusivamente nei casi di invalidità permanente, di inoccupazione oltre i 48 mesi; di perdita dei requisiti di partecipazione al Fondo, nei casi di adesione collettiva (ad esempio per licenziamento).
POSSO TRASFERIRMI DA UN FONDO A UN ALTRO? Il diritto al trasferimento del proprio capitale investito a un altro fondo è consentito a tutti gli iscritti trascorsi due anni di iscrizione alla forma pensionistica complementare. Nel caso di passaggio da un fondo negoziale e uno aperto o a un Pip, si perdeperò il contributo del datore di lavoro. A
QUANTO AMMONTERÀ LA MIA PENSIONE INTEGRATIVA? Difficile calcolare l’assegno di pensione integrativa, perché sono troppe le variabili: gli anni di contribuzione, i rendimenti, l’età di pensionamento, ecc. Si può stimare che versando 2.500 euro l’anno per 35 anni si possa ottenere una pensione integrativa annua lorda tra i 4.500 e i 5.000 euro. Ma, come detto, le variazioni possono essere ampie e comunque molti fondi periodicamente informano i propri iscritti sull’evoluzione dell’investimento, facendo anche una stima del capitale finale.

Fisco, versamenti ai fondi deducibili fino a 5.164 euro. Vantaggi anche al momento dell’erogazione delle prestazioni. La tassazione massima è del 15%, quella minima del 9% in base agli anni di iscrizione al fondo

PESCARA Il vantaggio di aderire a un fondo pensione è anche fiscale, a partire dai contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro, fino a un massimo di 5.164,57 euro. Per gli assunti dopo il 1° gennaio 2007, che con tutta probabilità non hanno avuto a disposizione somme sufficienti a coprire il plafond di 5.164 euro di esenzione, la legge consente, nei 20 anni successivi al quinto di contribuzione, di dedurre dal reddito i 5.164 euro di contributi effettivamente versati, più un importo pari complessivamente a 25.822,85 euro meno quelli effettivamente versati e dedotti dal reddito nei primi 5 anni di lavoro. Nel calcolo della deducibilità del contributo non è inserito il Tfr.
I RENDIMENTI. I rendimenti finanziari generati annualmente con l’investimento delle somme versate, sono tassati al 20% rispetto al 26% che si applica alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario. La tassazione dei redditi di alcuni titoli detenuti dalle forme pensionistiche complementari, come ad esempio i titoli di Stato, è comunque fissata al 12,5%. In questo caso l’Italia va in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei che hanno scelto di detassare i rendimenti, proprio in virtù della funzione di copertura previdenziale di queste forme di investimento.
LE PRESTAZIONI. I maggiori vantaggi fiscali di un fondo pensione sono però quelli legati alle prestazioni. La ritenuta massima è del 15%, ma può essere ridotta dello 0,30% per ognuno degli anni eccedenti il quindicesimo anno di contribuzione al fondo, fino a raggiungere una tassazione minima del 9%. Quindi più lunga è la contribuzione, maggiori sono i vantaggi fiscali. La stessa ritenuta si applica in caso di anticipazione per ragioni di salute fino al 75% di quanto versato. L’aliquota sale al 23% se la richiesta di anticipazione è per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa. In caso di tassazione della rendita, la base imponibile su cui si calcola l’imposta è quella relativa ai contributi versati Non viene tassata quindi la parte dei rendimenti, che sono stati tassati durante il periodo dei versamenti. Se per esempio su una rendita di 7.000 euro l’anno, 4.900 sono la parte imputabile ai contributi versati e 2.100 sono il frutto dei rendimenti, la somma tassata è di 4.900 euro.

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