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Data: 03/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cgil, Cisl e Uil: sulle pensioni basta rinvii, subito un tavolo

ROMA Basta attese, basta promesse di interventi e poi rinvii di Stabilità in Stabilità. Cgil Cisl e Uil, forti di decine di migliaia di manifestanti che ieri hanno sfilato per le principali città italiane, lanciano l’ultimatum al governo: convochi subito un tavolo per cambiare la riforma Fornero sul sistema previdenziale. Sul banco degli imputati le principali modifiche introdotte con quella legge che il governo Monti varò come primo immediato atto di un esecutivo nato per salvare l’Italia da una situazione di estrema emergenza: l’innalzamento repentino dei requisiti di accesso alla pensione. La parola d’ordine che i sindacati vorrebbero introdurre è flessibilità.
Ripristinare cioè la possibilità a chi lo desidera, per tipologia di lavoro svolto o per motivi personali, di andare in pensione qualche anno prima (a partire dai 62 anni) della stretta griglia prevista dalle attuali norme, con penalizzazioni minime o senza alcuna penalizzazione una volta raggiunto una certa quota di contributi.
«Bisogna ripristinare la flessibilità in uscita per lasciare i posti di lavoro ai giovani, non si può stare fino a 67 anni su una gru, o su una impalcatura o magari tenere una classe materna di 30 bambini» dice il leader Cisl, Annamaria Furlan, dal palco della manifestazione nella capitale. Le proposte su cui lavorare, ricorda Furlan, sono più di una: «La combinazione di contributi e delle età anagrafica o stabilire che dopo 41 anni di contributi un lavoratore può andare in pensione. Quella che manca è la proposta del governo».
Susanna Camusso, dal palco di Venezia, chiede «cambiamenti radicali» delle norme attualmente in vigore: «Ci vuole una relazione con la faticosità del lavoro come ci vuole una relazione con l’inizio dell’attività lavorativa. Chi va a lavorare a 15 anni non può immaginare che lavora un numero di anni infinito, così come bisogna costruire un sistema solidale: chi ha avuto anche troppo da questo sistema, deve essere disponibile a dedicarlo a una solidarietà interna che punti a fare della pensione ciò che è sempre stato ossia la condizione di una vecchiaia delle persone dopo una vita di lavoro». La leader Cgil poi avverte:
Da Napoli a sua volta il numero uno Uil, Carmelo Barbagallo, ricorda come «un anno fa il ministro Poletti aveva detto che la Fornero aveva creato disagio sociale e immediatamente gli avevamo chiesto di aprire un tavolo di discussione: ma stiamo ancora aspettando. Nel frattempo l’Italia sta diventando un Paese in estinzione dove fuggono giovani e anziani: gli anziani che con pensioni da fame non possono più resistere e i giovani che non trovano lavoro».
DI NUOVO IN PIAZZA

Sui tempi dell’apertura di un tavolo di trattativa per discutere le modifiche, Cgil Cisl e Uil stavolta non concedono rinvii. «Renzi non pensi che ci fermeremo. Le manifestazioni di oggi non sono una comparsata. Aspetteremo il tempo minimo necessario per avere le risposte del governo» avverte Camusso. «Andremo avanti finché non schioderemo il governo» aggiunge Furlan. E così Barbagallo: «non possiamo aspettare più». In agenda c’è già una nuova data per la prossima iniziativa unitaria con al centro le pensioni: il 19 maggio a Roma, in piazza del Popolo.

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