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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Spese legali false e senza gara» Le accuse di Cantone all’Atac. L’Anticorruzione bacchetta la società per le consulenze a peso d’oro dal 2011. «Troppi gli affidamenti diretti ad esterni, per le cause ci sono già avvocati in azienda».

Affidamenti diretti senza gara, violazione delle norme sulla «tracciabilità dei flussi finanziari», parcelle sottostimate, fino all’80%, nelle comunicazioni fornite all’Anac rispetto a quelle rilevate dagli uffici dell’Anticorruzione. Sono 23 le consulenze legali affidate da Atac a professionisti esterni in cui l’Authority di Raffaele Cantone ha riscontrato irregolarità. Per 9 affidamenti, l’Anac «ritiene doveroso comunicare la circostanza alla Prefettura». Sul tavolo del presidente dell’Autorità è arrivato il secondo rapporto sui contratti che la municipalizzata capitolina dei trasporti ha stipulato con studi di avvocati esterni. Nel mirino gli incarichi assegnati nel quinquennio 2011-2015, per una spesa complessiva di 2 milioni e 519mila euro. Un vero e proprio boom di consulenze, se si pensa che nel 2011 vennero spesi appena 7mila e 800 euro per poi passare ai 184mila del 2012, fino all’exploit del 2013, (oltre un milione di euro), per poi scendere nel 2014 a 737mila euro e aggirarsi poco sopra il mezzo milione nel 2015. «Oggi - ha spiegato il nuovo direttore generale di Atac, Marco Rettighieri - abbiamo azzerato gli affidamenti diretti. Tutto avviene con procedure a evidenza pubblica». Ma è sul passato, anche recente, che gli esperti dell’Anticorruzione vogliono vederci chiaro.
LE CRITICITÀ
«Dall’analisi dei dati - si legge nella relazione dell’Anac - è emerso un elevato numero di affidamenti di servizi legali all’esterno», nonostante la presenza in Atac «di avvocati assunti per lo svolgimento delle funzioni legali della società». Il messaggio è chiaro: l’azienda dei trasporti avrebbe già nel suo organico un pool di legali stipendiato proprio per occuparsi delle cause. Negli ultimi cinque anni però si è optato per «il frequente ricorso all’affidamento diretto per tale tipologia di servizi». Ecco perché, già a novembre, a via Prenestina era stata richiesta «una relazione dettagliata sulle procedure poste in essere».
Dopo avere ricevuto le controdeduzioni della partecipata, gli uffici dell’Anac hanno messo nero su bianco le loro considerazioni. Segnalando diverse criticità. Solo nel 2013 sono emersi 16 affidamenti irregolari, per un importo di 345.246 euro. Tutti assegnati «senza l’espletamento di alcuna gara». Nonostante il Codice degli appalti preveda, per questo tipo di servizi, l’obbligo di procedere con «un invito rivolto ad almeno cinque concorrenti». Una prescrizione che per queste consulenze «non risulta essere stata rispettata», scrive l’Anac.
CARTE AL PREFETTO
Nove invece sogno gli affidamenti (8 nel 2013 e 1 nel 2014) per cui l’Atac non ha richiesto il Codice identificativo di gara, strumento essenziale per garantire la «tracciabilità dei flussi finanziari». La carenza «si configura come un sostanziale inadempimento rispetto alle disposizioni normative vigenti», scrive l’Anticorruzione, che «ritiene doveroso comunicare la circostanza alla Prefettura, ai fini dell’applicazione delle sanzioni previste».
Per 8 appalti poi sono state riscontrate anche «discordanze tra i dati estratti nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici e quelli trasmessi dall’Atac». Per quattro affidamenti «non è stato trovato nessun riscontro» nella Banca dati; per gli altri 4 invece «gli importi non sono coerenti». In sostanza, all’Anac sono state comunicate parcelle molto inferiori (in un caso addirittura dell’83%) rispetto a quelle «riscontrate dagli uffici». Ecco perché ora l’Anac è pronta a chiedere alla municipalizzata nuove spiegazioni.

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