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Pescara, 25/07/2024
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Data: 04/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Progetto Case, crolla un altro balcone

L’AQUILA È accaduto di nuovo. Un altro balcone si è staccato di botto da un appartamento al secondo piano finendo rovinosamente su quello sottostante. In quella piastra del Progetto Case di Cese di Preturo, la numero 20 di via Volonté, da tempo non c’è più nessuno. Una piastra senza vita così come quella accanto, la 19, dove all’inizio di settembre del 2014 si verificò il primo crollo. Un altro cedimento strutturale, è la “diagnosi” fatta ieri sul posto dai tecnici del Comune, dai vigili del fuoco e dalla Forestale che, su incarico della Procura, ha svolto le indagini relative al primo crollo con il conseguente sequestro di 800 balconi in cinque diverse new town (oltre a Cese, Arischia, Collebrincioni, Sassa Nucleo industriale, Coppito 2) e lo sgombero di decine di famiglie. Un’inchiesta sfociata in 37 avvisi di garanzia per frode, truffa e falso. A dare l’allarme, ieri mattina poco prima delle 9, è stato un uomo che stava passeggiando con il suo cane nel prato davanti alla palazzina. L’uomo ha sentito un rumore fortissimo ed è bastato alzare lo sguardo verso quei balconi nastrati per capire di trovarsi di fronte a un film purtroppo già visto. Sul posto anche la dirigente comunale del settore Ricostruzione pubblica Enrica De Paulis che ha descritto una situazione ormai al collasso, tale da rendere necessario lo sgombero di altre 12 piastre (quelle costruite – insieme alle sei già “svuotate” – dall’Ati finita sotto inchiesta), ovvero di 138 famiglie terremotate. «La decisione era già presa», ha detto la dirigente rimasta a Cese fino a quando il balcone crollato non è stato imbracato e rimosso dai vigili del fuoco. «Nel corso di questi mesi abbiamo monitorato lo stato di salute di queste palazzine attraverso indagini termografiche e controlli a campione dai quali è emerso un continuo peggioramento. Da qui la decisione di sgomberare gli alloggi, un provvedimento ormai urgentissimo. Sposteremo le famiglie nei Map dissequestrati e rimessi a posto a Tempera e Arischia e in altri alloggi liberi del Progetto Case. L’ordinanza di sgombero è pronta e cominceremo domani (oggi per chi legge), da Sassa dove la situazione è più preoccupante. Ad Arischia c’è chi continua a rifiutarsi di lasciare gli alloggi ma, alla luce di questo nuovo crollo (il terzo visto che un secondo balcone è stato “tagliato”dai nostri operai perché pericolante) e dell’esito dell’indagine termografica, non possiamo più aspettare. Comprendiamo lo stato d’animo di queste famiglie, ma dovremo agire nel loro interesse». E poi l’enorme problema del che fare di queste palazzine cadenti. «Le demolizioni sono costosissime e in questo momento non ci sono soldi per poterle fare», ha spiegato la dirigente».
Lapidario il sindaco Massimo Cialente: «Qui non è questione di manutenzione. Se queste case fossero state delle macchine le avrebbero già ritirate dal mercato per difetti di fabbricazione. Al momento, sgomberi a parte, stiamo operando per trasferire all’Ater la gestione di parte degli alloggi del Progetto Case così da poter fronteggiare al meglio le fragilità sociali. Ma per tornare all’oggi, Bertolaso farebbe bene ad ammettere di essere stato anche lui ingannato dai cialtroni che non hanno controllato, come avrebbero dovuto fare, i lavori. Ora a pagare saranno di nuovo i nostri sfollati».

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